Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
Lattanzio da Rimini
notizie 1492-1524
dipinto

tavola/ pittura a tempera
cm. 75 (la) 58 (a)
altezza con cornice 86//larghezza con cornice 102,5
sec. XVI (1501 - 1515)
n. 616 PQ
Al centro del dipinto si staglia la figura della Vergine, con un ampio mantello rosso e blu sulla sopravveste verde, con il Bambino ignudo appoggiato amorevolmente su una balaustra lignea e da questa separata da un cuscino e da un bordo del mantello. Sulla balaustra è inoltre presente un libro chiuso, da cui sporge al di là della balaustra un piccolo foglio, sul quale era dipinta la firma del pittore, purtroppo ora quasi completamente illeggibile. Il volume è l'attributo del cardinale effiggiato accanto alla Madonna, contraddistinto da una candida e fluente barba, da preziosi guanti e da vesti cardinalizie purpuree. Questi è probabilmente San Girolamo, ritratto in posizione orante. A destra della Vergine compare invece San Giovanni Battista, indicante con l'espressione del volto ed una mano il Bambino, mentre con l'altra sorregge il cartiglio, uno dei suoi attributi distintivi. Alle spalle delle tre figure è dipinto un sereno paesaggio collinare, punteggiato da edifici e castelli, sopra il quale si staglia un cielo giallo che trascolora in azzurro.

Il dipinto è stato depositato dalla Cassa di Risparmio di Rimini presso il Museo della Città nel 1990 (cfr. delibera del Consiglio Comunale n. 410 del 26/2/1990: Convenzione con la Cassa di Risparmio di Rimini per l'affidamento in deposito di opere ed oggetti artistici ai musei comunali). E' stato acquistato dall'istituto di credito riminese sul mercato antiquario tedesco negli anni Ottanta. Precedentemente si trovava nella collezione dei principi di Lichtenstein di Vaduz (vi è registrata dal Berenson nel 1957), ed ancora prima nella collezione ferrarese Costabili. Come ha osservato recentemente Tempestini (1998) la figura del Battista è simile a quella dipinta dal Bellini nella "Sacra Conversazione Giovanelli" conservata nella veneziana Galleria dell'Accademia, mentre la figura della Vergine, con il Bambino addormentato, deriva dalla Madonna col Bambino presente al Museo di Kiev, la cui attribuzione oscilla tra il maestro veneziano ed il suo allievo Bartolomeo Montagna.
Il dipinto documenta l'attività di un pittore di nascita riminese, ma di cui in città mancano opere certe. Lattanzio appartiene ad un'importante famiglia di pittori, essendo nipote di Bitino da Faenza (è figlio del pittore Ambrogio, figlio a sua volta del rinomato artista). Nel noto libro seicentesco del Ridolfi sulla pittura veneta (Le meraviglie dell'arte ovvero le vite degl'illustri pittori veneti, 1698) "Latantio da Rimini" è annoverato tra i "discepoli del Bellino". Tempestini nel 1998 ha riferito la citazione di Giorgio Vasari, presente nella Vita di Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo nell'edizione delle Vite del 1560, non a Lattanzio da Rimini bensì a Lattantio di Vincenzo Pagani, un tardo allievo del Perugino, attivo a Rimini con Girolamo Marchesi da Cotignola e Benedetto Coda alla pala di santa Lucia per la Cattedrale di Santa Colomba. Nella storiografia riminese il primo ad occuparsi del pittore è il Battagliani, ma spetta a Luigi Tonini la pubblicazione di un documento in cui viene citato tra i consiglieri del Comune quale "Magister Lactantius pictor qm mri Ambroxii pictoris de Arimino". Oreste Delucca ha pubblicato una'approfondita scheda biografica con un ampio regesto di documenti. Emerge dunque un quadro piutttosto chiaro della sua carriera pittorica, che si svolse inizialmente a Rimini, poi dal 1495 al 1504 a Venezia, dove ne è attestata la presenza alla decorazione della Sala del Gran Consiglio di Venezia per l'esecuzione di alcune tele poste lungo le pareti (1492-1495). Il telero da lui eseguito nel 1499 per l'Oratorio dei Crociferi con storie di San Marco, ivi collocato vicino ad un'Annunciazione di Cima da Conegliano, è andato disperso già dal 1674.