Palazzo Romagnoli - Collezioni del Novecento
Via Albicini, 12
Forlì (FC)
Melandri Pietro
1885/ 1976
scultura

ceramica/ a lustro aureo
cm. 19.5 (la) 50 (a) 19.5 (p)
sec. XX (1930 - 1935)
n. 1443
Volto femminile con caratteri somatici orientali, capelli ricci lunghi sciolti con inserti sporgenti nell'acconciatura.

Negli anni fra il 1897 ed il 1905, Pietro Melandri (Faenza 1885 - 1976) è apprendista presso la fabbrica dei Fratelli Minardi, frequenta le lezioni serali di Antonio Berti alla Scuola di Arti e mestieri. E' poi tra i componenti del prestigioso cenacolo baccariniano che, agli inizi del secolo scorso, accanto alla figura di Domenico Baccarini, in clima Liberty, produce opere che si pongono a fianco dei più importanti risultati della scultura italiana ed europea. Si trasferisce a Milano dove lavora come decoratore e frequenta i corsi serali di scenografia all'Accademia di Brera. Vive il trapasso dal Liberty in Art Decò e, pur mantenendo vivo l'amore per la ceramica, lavora anche a pitture murali, quadri di cavalletto ispirati ai navigli e tele scenografiche. E' evidente l'influenza in queste opere di pittori lombardi come Fontanesi e Previati. Arriva la prima guerra mondiale e Melandri, dopo un periodo di prigionia in Ungheria, ha modo di conoscere la Seccessione viennese e di meditare le teorie decorative sviluppate in quell'ambiente. Tornato a Faenza nel 1918, collabora prima con Paolo Zoli, fino al 1921, poi con Francesco Nonni, antico compagno nel cenacolo baccariniano, di cui maiolica alcune opere plastiche. Si lega poi con Focaccia, industriale e mecenate di Ravenna, fondando e dirigendo la Focaccia & Melandri, nella ex fabbrica dei fratelli Minardi. E' in questo periodo che matura la tecnica delle riflessature a lustri, seguita dalle più moderne patinature degli acidi, che gli consente di realizzare straordinari pezzi. Viene apprezzato dai collezionisti e dalle istituzioni culturali (partecipa a numerosi concorsi vincendo spesso il primo premio, come all'esposizione delle arti decorative di Parigi) e dai critici. Conclusa l'esperienza con Focaccia, decide di mettersi in proprio e partecipa con successo alle Triennali di Milano (dal 1933 in poi) e all'esposizione universale di Parigi con il grande pannello rappresentante Perseo. Nel 1931 è impegnato nel restauro della Rocca delle Caminate a Forlì su incarico di Benito Mussolini. E' di quegli anni la conoscenza e l'inizio della collaborazione con l'architetto Gio Ponti, il primo che lo giudica un vero artista perché "la sua evoluzione non è stata tanto tematica, quanto estetica, con opere sempre più godibili." Nella valutazione dell'arte di Melandri, Giò Ponti sottolinea tre aspetti: il fatto che sia nato a Faenza, terra che gli ha dato un istinto naturale per questo tipo di espressione artistica; la capacità di coniugare l'abilità tecnica e la profonda ispirazione artistica, pittorica e scultorea; infine il suo stile raffinato, dato dall'uso di certi smalti e colori, risultato del furore creativo di un "grande artista". Il definitivo riconoscimento di Melandri come artista arriva nel 1937 quando vince il Gran Premio Ufficiale per la Scultura alla mostra di Arti Decorative di Parigi con il grande pannello raffigurante Perseo e Medusa. Ottiene un vasto riconoscimento e consenso anche in patria e in particolare vince le prime due edizioni del Concorso nazionale della ceramica d'arte, organizzato nella sua Faenza da Gaetano Ballardini. Agli anni successivi alla seconda guerra mondiale risale la decorazione del cinema Apollo a Bologna. Melandri riprende la sua attività intensificando la collaborazione con gli architetti Gio Ponti e Melchiorre Bega e producendo lavori monumentali per edifici e esercizi pubblici, ville, alberghi, banche, negozi, esegue anche immagini sacre per istituti religiosi. Sono numerosissime iniziative che dimostrano come la committenza continui ad apprezzare la sua arte. Melandri lavora molto negli anni '50 fino al 1962 prima di rallentare anche a causa dell'età. Nel 1954 partecipa alla X Triennale di Milano con una personale. Cinque anni più tardi realizza con l'architetto Mazzanti il pannello per il bar dell'albergo Roma a Bologna. Muore il 25 ottobre 1976 nella sua casa laboratorio di via Salvolini a Faenza.