Palazzo Romagnoli - Collezioni del Novecento
Via Albicini, 12
Forlì (FC)
Mandolesi Gino
1915/ 1955
dipinto

faesite/ pittura a olio
cm. 47 (la) 61 (a)
sec. XX (1930 - 1950)
n. 725
Natura morta con vaso di fiori con rosa gialla e crisantemi su tavolino grigio e fazzoletto giallo.

Mandolesi (Forlì, 1915 - 1955) è allievo di Maceo Casadei a Forlì, si dedica alla pittura operando inizialmente anche come ritoccatore di fotografie. Nel 1938 si trasferisce a Roma, dove si impiega presso l'Istituto Nazionale Luce. Nella capitale ritrova il maestro forlivese assieme al quale frequenta gli ambienti artistici romani e dipinge di frequente 'en plein air' nelle campagne romane. Nel 1943, Mandolesi viene inviato in Africa come reporter di un 'reparto di guerra'. Partecipa alla presa di Tobruk ed alla marcia su El Alamein, eseguendo una considerevole quantità di fotografie, ma viene colpito da una grave malattia infettiva. Con la caduta del fascismo, dopo un breve periodo trascorso con Maceo a Cassino, fa ritorno a Forlì dove riprende l'attività di ritoccatore. Si dedica con una certa assiduità alla pittura, partecipando ai principali concorsi d'arte in ambito romagnolo (Biennali del 1951 e del '53 a Forlì e a Imola, Mostra nazionale del disegno a Forlì nel '52, Premio Cesenatico nel '53, Premio Riccione 1955). Nel 1954 espone a Forlì assieme all'amico Alberto Pacciani. Nel 1956 viene dedicata all'artista, prematuramente scomparso, una grande mostra retrospettiva promossa dal Comune di Forlì.
Formatosi sotto la diretta influenza di Maceo Casadei, nella sua breve stagione artistica, Mandolesi svolge una pittura che, come quella del maestro, solidamente ancorata alla tradizione figurativa ottocentesca, scaturisce da una delicata vena poetica. I suoi paesaggi, come pure le nature morte, sono connotati da una stesura pittorica lieve, graduata da equilibrati effetti cromatici.