Pinacoteca Comunale di Cesena
Via Aldini, 26
Cesena (FC)
Salvi Giovan Battista detto Sassoferrato
1609/ 1685
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 33 (la) 45 (a)
(1680 - 1685)
n. 52
La Vergine è rappresentata con il capo chino e le mani giunte. Di lei vediamo solo la parte superiore del corpo.

Del nucleo di opere del Sassoferrato conservate nella Pinacoteca di Cesena è l'unica, insieme all'"Angelo annunciante" di cui si abbia la certezza della provenienza. Infatti nel retro della cornice di entrambi i dipinti compare una scritta che li ricorda come dono di Modesto Vendemini alla Basilica della Madonna del Monte. La data 1686 coincide con la seconda elezione ad abate del Vendemini (entrato nell'ordine benedettino nel 1632, aveva avuto la stessa carica una prima volta tra il 1671 e il '72). Questi deve aver acquistato qualche tempo prima di tale data il dipinto perchè l'autore risulta scomparso nel 1685.
Il pittore, nato a Sassoferrato paese marchigiano, si trasferì a Roma e fu allievo del Domenichino. La nostalgia della pittura umbra quattrocentesca e di Raffaello, l'apprendistato presso il maestro bolognese fedele alla lezione del classicismo dei Carracci sono alla base della sua arte. Per questo fu molto apprezzato nel XIX secolo in ambito purista e nazareno. Egli è noto soprattutto per i numerosi quadri a carattere devozionale di cui sono un esempio le 5 tele di Cesena . Egli creò due o tre prototipi che lui e la sua bottega replicarono in numerosissime circostanze per corrispondere alle esigenze di una vasta cerchia di clienti. Le immagini rappresentano sempre la Vergine, sia col Bambino e angeli, sia da sola, a mezzo busto su fondo scuro, con il capo chino e le mani giunte. La semplicità e chiarezza compositiva rispecchiavano un quieto sentimento religioso che insieme alla raffinata esecuzione ne garantirono il successo. Il Sassoferrato per questa sua specializzazione era anche chiamato "il pittore delle Madonne". L'opera in esame è di ottima qualità e si rifa alla famosa "Madonna Connestabile" di Raffaello pur con alcune varianti. Ad esempio egli raffigura la Vergine con le mani giunte, mentre il Sanzio l'aveva rappresentata con in braccio il Bambino ed un libro in mano. Una composizione identica si trova presso il Museo d'Albi. Il Milantoni (1987) ha dimostrato che il dipinto è stato tagliato su tutti i lati e che può essere collegato all'"Angelo Annunciante" della scheda seguente (inv. 53 del 1984) per ragioni legate anche ad un diverso trattamento della materia pittorica e di stile.