Museo Romagnolo del Teatro
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
Ditta Eko
bouzouki

legno di abete,
legno di palissandro,
legno/ tintura,
plastica
mm 972 (lu)
lunghezza della tavola 365//larghezza massima 269//profondità massima 161//misure buca 93x51//lunghezza manico 607//larghezza manico all'attaccatura con la cassa 44,5//larghezza manico al capotasto 38,5//lunghezza paletta 181//larghezza massima paletta 70
sec. XX (1959 - 1974)
n. 793
La tavola è in legno di abete in due parti speculari a fibra larga sui cui è stata applicata per buona parte della superficie una decorazione fantastica in materiale plastico che rappresenta una coppia di dragoni e motivi di ispirazione vegetale. Il piano è bordato da un filetto bianco di plastica. Guscio, manico e paletta sono tinti di nero, i filetti delle doghe sono disegnati. L'interno del guscio è rivestito in carta. Le catene interne sono di abete. La tastiera è di palissandro, bordata di un filetto di plastica bianco. La tastiera è divisa in 24 tasti e l'attaccatura con la cassa è all'altezza del diciassettesimo tasto. Otto bottoni di madreperla ornano la tastiera. Il ponticello mobile è in legno esotico con ossicino. Le meccaniche sono di metallo con impugnature di plastica. Le corde sono attaccate in testa al guscio ad una piastra metallica avvitata. La vernice è molto spessa, sintetica.

Strumento appartenente alla tradizione musicale greca, entrato nella musica pop moderna italiana ad opera di alcuni gruppi e cantautori degli anni '70. In uso ancora oggi in gruppi di "world music" in Italia e ovviamente diffusissimo in Grecia. Modello classico a quattro cori doppi. Sembrerebbe una variante greca del nostro mandolino a cui è stato innestato un manico lungo, ma in realtà è la variante greca del liuto a manico lungo persiano che nella Penisola Balcanica trova altri strumenti affini, come il tambur. Questo esemplare, fabbricato in Italia è uno strumento di fabbrica di media qualità. La ditta Eko fu attiva a Milano nella seconda metà del XX secolo, nasce nel 1959, per iniziativa di Oliviero Pigini, con la produzione, importazione e commercializzazione di chitarre. L'attività aumenta di anno in anno: negli anni '60, i più importanti gruppi italiani utilizzano chitarre Eko (tra gli altri: i Nomadi, i Rokes, New Dada) e il marchio si diffonde in tutto il mondo. Nacque anche una nuova società, con VOX e THOMAS, produttori rispettivamente di amplificatori e organi elettrici. La morte del suo fondatore, avvenuta nel 1967, chiuse la prima fase della vita della Eko. Le chitarre Eko sono comunque rimaste negli annali delle più famose riviste come una moda che ha segnato un'epoca. Nella prima metà degli anni '80, Lamberto Pigini, fratello di Oliviero, rilancia l'azienda che riprende la fabbricazione di chitarre, acustiche ed elettriche, a livello industriale e a livello artigianale.
Il precatalogo riferisce che lo strumento è stato donato da Delmo Persiani in memoria della moglie Maria Bodurian e che è entrato a far parte della collezione il 27 marzo 2003.