Pinacoteca comunale Silvestro Lega
Piazza Pretorio, 1 (c/o Palazzo Pretorio)
Modigliana (FC)
Dal Monte Mario Guido
1906/ 1990
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 31 (la) 22 (a)
sec. XX (1930 - 1930)
La tela ritrae un paesaggio invernale immerso nella neve.

L'autore dell'opera, Mario Guido Dal Monte, fu un noto rappresentante del movimento futurista. Purtroppo la sua cittadina natale, Imola, gli chiuse ogni possibilità di espressione e di notorietà dopo il 1945 quando il movimento a cui l'artista si ispirava fu frettolosamente bollato come ispiratore del fascismo e per questo da escludere da ogni iniziativa culturale. In un'intervista del 1988, pochi anni prima della morte, Dal Monte disse: "Sono sempre stato osteggiato. Dal 1946 in poi non sono mai stato invitato non dico a una mostra, ma anche solo a partecipare a qualche convegno. Non c'è via di scampo; se si vuole realizzare qualcosa di buono occorre andarsene, liberarsi della opprimente stupidità di questi luoghi". Da sempre Dal Monte fu attratto per le arti plastiche cominciando a dedicarsi alla decorazione dopo la scuola di disegno. Si trasferì a Bologna dove lavorò col suo primo maestro, il professore Montevecchi, nella chiesa della Mascarella a indorare angeli e a ritoccare cieli barocchi. Nel 1926, non ancora ventenne, partecipò con i primi suoi lavori futuristi alla Mostra Emiliano - Romagnola d'Arte come unico seguace delle idee di Tommaso Marinetti. Nel 1928, dal 29 gennaio al 10 febbraio, Dal Monte organizzò a Imola, al Ridotto del Teatro Comunale la Grande Mostra d'Arte Futurista che vide l'esposizione di lavori di Giacomo Balla e Enrico Prampolini e tanti altri artisti che avevano appena costituito il Gruppo Futurista Boccioni, che vedeva appunto in Mario Guido Dal Monte il massimo animatore. Il 22 dicembre 1929 uscì a Imola un numero unico del giornale futurista "Zang - Tum - Bum", interamente dedicato a Dal Monte. Nella testata della rivista, in perfetto stile futurista, si legge nel sottotitolo la nota citazione di Boccioni "Chi non ha coraggio non può nè battersi nè fare dell'arte". Fu perseguendo questo principio che il pittore imolese capì che il futurismo era ormai destinato ad essere superato e fu così che Dal Monte "si staccò dal futurismo superandolo". "Giovane di appena 23 anni", scrisse di lui Michele Campana nel 1930, "può vantare a suo titolo 36 esposizioni, una creazione abbondante di quadri, di disegni, di studi, di tentativi, una serie di articoli critici da far invidia ai più celebri maestri, una vendita notevole di dipinti, che figurano in tutte le principali gallerie e collezioni del mondo, da Montevideo a New York, da Londra a Berlino, da Atene a Parigi, da Monaco a Budapest".