Museo Civico delle Cappuccine
Via Vittorio Veneto, 1/a
Bagnacavallo (RA)
Ponti Velda
1934/ 2020
dipinto

tela/ pittura ad acrilico
cm. 100 (la) 100 (a)
sec. XX (1998 - 1998)
n. 419
Velda Ponti è nata a Faenza nel 1934. La sua prima mostra risale al 1957. Dopo aver sposato lo scultore Walter Bartoli si trasferisce a Brisighella, avendo così modo di conoscere il pittore Mattia Moreni, che determina nel suo lavoro una maggiore attenzione alla componente espressionista. Negli anni si susseguono vari cicli: quello dei carciofi, poi dei paesaggi, degli uccelli e dei ritratti. Dopo la conclusione della sua collaborazione con Moreni inizia il ciclo delle farfalle e dei Mangiatori di farfalle, poi dei Ricordi. In veloce successione si sviluppano i cicli de "L'identità dimenticata", "Parole e segni" e gli "Alfabeti". Si arriva poi agli "Eroi di carta" e infine alla sintesi radunata nel ciclo "contaminazioni". Nelle sue opere Velda Ponti dimostra di aver sviluppato negli anni un'estrema e coerente libertà di movimento fra astrazione e figurazione.
In quest'opera Velda Ponti giunge ad una progressiva sintesi visiva, tipica del periodo 1996-1998, quando produce i cicli dei "Gemellaggi" e degli "Eroi di carta, eroi di pietra". Proprio a quest'ultimo ciclo va ricondotta quest'opera. Le composizioni appaiono come una sintesi tra la componente emotiva, impetuosa e propriamente gestuale, con quella costruttivista e razionale. Il segno libero vaga sotto la pelle della pittura per poi essere imbrigliato dalla forma in un duplice tracciato. Siamo lontani dalla pittura gestuale, eppure c'è il gesto che trova il proprio sfogo in una dimensione razionalmente definita.