This paragraph should be hidden. idcardrel 8308 Giovanni da Rimini
Giovanni da Rimininotizie 1292-1336
tavola/ pittura a olio
sec. XIV (1300 - 1310)
La presenza dei santi francescani ha indotto a supporre la provenienza dell’opera dal Convento delle Clarisse di Faenza, ma la sola notizia certa riguardante la tavola risale al 1899, anno in cui fu acquistata dal veterinario faentino Filippo Fabbri.
Tradizionalmente attribuita a Bitino da Faenza, poi a scuola riminese e in particolare a Giovanni da Rimini al quale fu accostata, per la prima volta, nel 1924 da Raimond Van Marle in confronto alla tavola con Storie di Cristo conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, Roberto Longhi nel 1937 riconobbe l’identità dell’autore nello stesso Johannes che firma il Crocifisso di Mercatello. La lettura della data sullo stesso Crocifisso (1309 o 1314) ha chiarito lo stesso margine di tempo entro cui si colloca l’operato di Giovanni da Rimini – i soli primi due decenni del secolo – e la data precoce della tavoletta di Faenza.
Come ha scritto Alessandro Volpe nel catalogo della mostra tenuta a Rimini nel 1995, quest’opera «si pone in testa al catalogo del pittore, in virtù del riflesso di un modello bizantino, che pure è animato dalla più tenera e vibrante soluzione pittorica, vicina alla elegantissima stesura del colore ancora riscontrabile sul viso del Crocifisso Diotallevi, ora conservato al Museo della Città di Rimini, che nella serie delle croci attribuite a Giovanni si colloca appunto in anticipo su quella datata 1309».
La tavola faentina, insieme al Crocifisso di Talamello, è riconosciuta come la più antica testimonianza riminese di immediata reazione all’operato giottesco in città, nei ferventi anni intorno al 1300.