Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
Minardi Tommaso
1787/ 1871
dipinto

carta/ biacca/ inchiostro di china/ matita/ penna/ pittura ad acquerello
cm. 197 (la) 40.6 (a)
sec. XIX (1833 - 1865)
L'opera ritrae, al centro, lo scontro fra i cavalieri; intorno, a cerchio, numerosi astanti, donne, uomini, cavalieri, che osservano. Nel fondo, è raffigurata la città di Barletta, arroccata fra le colline.

L'opera appartiene ad un ciclo realizzato dal Minardi e dedicato alla Disfida di Barletta, composto di 16 pezzi, attualmente sparsi in alcuni istituti: la Pinacoteca comunale di Faenza (nn. 1-4, 7-11 e 12-13), la Galleria Comunale d'Arte Moderna (n. 16), Palazzo Laderchi di Faenza (nn. 5, 12, 15), la Biblioteca Comunale di Forlì, fondo Piancastelli, album Minardi, n. 2030 (n. 86). Secondo Ovidi (1868), Minardi si era ispirato al racconto di un anonimo "testimonio di veduta del combattimento di Barletta -13 febbraio 1503- il cui libro venne pubblicato in Napoli per Lazzaro Scoriggio nel 1663". Il De Sanctis (1900) riteneva, invece, che la fonte fosse la "Disfida di Barletta" di Massimo D'Azeglio, pubblicata solo nel 1833, cioè dopo l'unico disegno datato di Minardi, del 1831. Indubbiamente il vicino ricordo dei moti del 1821 e del 1831 e il clima diffuso di patriottismo avevano spinto il Minardi a ritrarre questo soggetto, analogamente alle motivazioni tramandate da D'Azeglio nella sua biografia (cfr. "I miei ricordi", 1867, parte II, XI). Ovidi scriveva a proposito del ciclo di Minardi: "nel complesso di Barletta è l'Italia, essa stessa che riprende per un momento, in mezzo alla notte che l'avvolge, la coscienza del suo essere nazionale; e in quei tredici cavalieri delle diverse parti d'Italia, fra i quali tre di Roma, è il presagio di un fatto che doveva compiersi tre secoli e mezzo dopo, ed al quale noi fortunatissimi assistiamo" (1868, p. 284). Minardi impiegò molti anni a terminare la serie (che nel 1868 non era ancora terminata del tutto) e che prevedeva anche quindici episodi da dipingere ad olio, che non furono mai realizzati. Nel 1865 Giovanni Polenzani, allievo di Minardi, pubblicò le fotografie di dodici disegni con relative didascalie. Completano la serie tre varianti, che furono terminate quindi dopo il 1865. Sei studi compaiono nei taccuini di Minardi scalati lungo trent'anni; un altro disegno è presso la collezione eredi Milano (vedi, Tommaso Minardi, 1982). Nella serie della Disfida, Minardi si è ispirato più che alle celebri "Battaglie" di Salvator Rosa, a quelle del Tempesta, alle incisioni nordiche cinquecentesche e alle "Battaglie" degli italianizzanti. Un altro spunto è naturalmente il cartone di Leonardo con la "Battaglia di Anghiari", studiato anche in un taccuino giovanile (vedi, Tommaso Minardi, 1982). Dal punto di vista stilistico, tutti gli episodi risentono dello storicismo romantico, basti pensare ai particolari indagati scrupolosamente: dalla scure lunga mezzo braccio sostituita da uno degli italiani, Prospero Colonna, all'abituale mazza, ai frontali di ferro dei cavalli, ai clibani di cuoio cotto.