Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito veneziano (?)
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 104 (la) 139 (a)
altezza con cornice 165//larghezza con cornice 130
sec. XVIII (1725 - 1749)
n. 302069
Il beato Niccolò Giustinian è rappresentato a circa due terzi di figura, con il volto rivolto verso sinistra. Reca nella mano destra un ramoscello d'ulivo e nella sinistra un grosso libro rilegato in rosso. Il capo è nimbato con un'aureola a cerchietto. Sul fondo, in penombra, si intravede il panneggio di una tenda. In alto a sinistra campeggia in chiaro lo stemma di famiglia.

Il dipinto in esame è relazionabile, per i caratteri formali, per le dimensioni oltreché per l'intensità contenutistica, alle altre tele della serie dei dogi e dei Benedettini illustri presenti alla Classense, dei quali purtroppo, in assenza di una confortante documentazione d'archivio, si ignorano gli autori e la originaria collocazione. Si può solo supporre che, essendo gli effigiati membri dell'ordine benedettino, questi dipinti fossero nel convento di San Vitale, dove però risultano ignorati da tutti gli autori di guide artistiche ravennati. Posto che è veramente difficile datare le tele della serie, Viroli (1993) è propenso a collocarle nel secondo quarto del XVIII secolo. Nella parte bassa dela tela su una banda chiara è riportata l'iscrizione che consente l'identificazione del personaggio. Il venerabile è chiaramente in posa, come sagacemente nota Viroli (1993), immerso in un'atmosfera da cerimonia: i gesti sono solenni ed il volto regale esprime autorevolezza, seppure offuscata da un certa qual ampollosità. La luce radente che sfiora il volto e le mani scarnifica i volumi piuttosto che ispessirli e, a prescindere dalla consapevolezza o meno dell'autore, conferisce al beato anche un'aura di umiltà. I Giustinian, che paiono avere origine dagli imperatori Giustiniano e Giustino lI e dalle famiglie Anicia e Angela Flavia romane (cfr. Da Mosto 1960, p. 418) giunsero a Venezia da Costantinopoli passando per l'Istria, dove avrebbero fondato Capodistria (Giustinopoli). Niccolò fu monaco a Venezia presso il monastero di San Niccolò al Lido. Si narra che essendo tutti i maschi della famiglia deceduti a Costantinopoli, su richiesta del doge, il papa sciolse Niccolò dal voto fatto, affinché potesse continuare la sua stirpe. Ciò fatto si sposò con Anna Michela, figlia del doge Vitale lI Michiel, da cui ebbe nove figli. Nel 1160 sarebbe tornato nel monastero dove morì in umile penitenza intorno al 1180 (la data indicata nel dipinto è però diversa). Sua moglie, invece, fondò il monastero di Sant'Adriano di Torcello e prese il velo in San Biagio della Giudecca. Entrambi furono sempre venerati come beati in Venezia, come è attestato dall'abate Bartolomeo di San Niccolò al Lido; al secolo XV dovrebbero risalire anche le immagini all'ingresso del coro in San Niccolò al Lido, che il Corner ancora vide (Ecclesiae Venetae, IX, Venezia 1749, pp. 62-66). Essi sono rappresentati come beati anche in altre chiese di Venezia e dal secolo XVII gli autori locali conferiscono loro comunemente tale titolo. Il beato Niccolò fu dapprima seppellito sotto terra, poi nella parete di una cappella della sagrestia; nel 1736 fu ritrovata la cassa di piombo con l'iscrizione: "Ossa del ven. Servo di Dio Niccolò Giustiniano". Per un preciso elenco delle fonti antiche sul beato Giustinian cfr. A.M. Zimmermann, Giustinian Niccolò e Anna Michela , Beati, in Bibliotheca Sanctorum, VII, Roma 1966, p. 2.