Biblioteca Classense
via Baccarini, 3
Ravenna (RA)
ambito ravennate
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 70 (la) 100 (a)
sec. XVIII (1787 - 1787)
n. 302137
Padre Angelo D'Anna Sommariva è ritratto a mezzo busto, assiso. Indossa la mozzetta dei camaldolesi e reca nella mano destra, quello che sembra essere un foglio piegato. Entrambe le braccia sono appoggiate sui braccioli della poltrona. In testa indossa una berretta.

Alla grande sala della Biblioteca del monastero di Classe si accede da un atrio, alto e maestoso, realizzato fra il 1714 e il 1717 e rimodernato negli anni 1777 e 1778 dall'architetto Camillo Morigia con l'aggiunta di pilastri, festoni ed altri decori eseguiti dallo stuccatore Gioacchino Sughi, e con modificazione della scala. Ai lati della porta d'ingresso furono collocati i ritratti ovali dei camaldolesi Giovanni Geremei, quest'ultimo posto solo nel 1787, ed Angelo d'Anna da Sommariva. Il ritratto di quest'ultimo, in esame, è quello a destra della porta d'ingresso alla biblioteca. Non è dato conoscere l'autore della tela che appare di mediocre qualità. Per le vicende biografiche di D'Anna si riporta integralmente il testo pubblicato da Viroli nel 1993 che fa una mirabile sintesi dell'esauriente biografia sul personaggio redatta da A.A. Strnad, alla voce corrispondente, nel Dizionario biografico degli Italiani (vol. 32, 1986): "Appartenente all'antica e nobile famiglia dei Sommariva di Lodi, il padre Angelo assunse il cognome di una rinomata famiglia napoletana di origine romana (con la quale era imparentato e dalla quale forse era stato adottato) che antepose al proprio. Nacque verso l'anno 1340 probabilmente a Lodi e in giovane età scelse la vita religiosa, entrando nel monastero camaldolese di San Michele nell'isola di Murano presso Venezia. Non è noto se abbia seguito studi universitari, né si sa quale ruolo abbia svolto fin dall'inizio dello scisma del 1378, ma si può supporre che si sia schierato dalla parte di Urbano VI. Questi, infatti, lo mandò come suo inviato a Napoli, e tale circostanza permette di dedurre che egli doveva avere una certa famigliarità con la difficile situazione locale e doveva godere di qualche prestigio nel Regno. Fu elevato alla dignità cardinalizia nel 1384 a Nocera, dove il papa si era ritirato durante il conflitto con Carlo III d'Angiò-Durazzo. L'anno successivo gli fu assegnata la diaconia di Santa Lucia in Septisolio.
Nel 1404 Innocenzo VII gli concesse in commenda il monastero dei canonici agostiniani di Santa Maria delle Carceri presso Este, nella diocesi di Padova, e nel maggio 1406 il D'Anna è ricordato anche come preposito del capitolo di Deventer nella diocesi di Utrecht. Il 4 settembre 1405 lo stesso Innocenzo VII gli concesse l'ospedale di San Biagio della carità a Lodi, al quale più tardi il D'Anna fece una donazione. Durante il pontificato di Gregorio XII il D'Anna rinunciò al monastero di Santa Maria delle Carceri dopo che gli era stata promessa una pensione annua a favore dell'Ordine Camaldolese. Ma ci vollero anni di causa, che continuò a svolgersi anche durante il concilio di Costanza, prima che il 6 giugno 1421 Martino V decidesse la controversia assegnando al D'Anna una pensione annua di 100 fiorini d'oro sulle entrate di quel monastero. Insieme con l'altro cardinale napoletano Enrico Minutoli il D'Anna rimase a fianco di Gregorio XII fino all'ultimo. Nel 1408 seguì questo papa a Lucca, ma quando il papa abbandonò questa città per recarsi a Siena non volle andare con lui. Solo il 30 agosto 1408 il D'Anna si spostò a Pisa, dove un gruppo di cardinali si prodigava per ricomporre lo scisma mediante la convocazione di un concilio generale. Il D'Anna fu quindi uno degli ultimi cardinali a lasciare l'obbedienza di Gregorio XII, precedendo di poco il Minutoli. Venne quindi deposto e scomunicato da Gregorio XII il 19 gennaio 1409 come eretico. Gli fu anche tolto lo stemma da cardinale dalla sua dimora romana, Il 7 giugno 1409 Gregorio XII lo privò anche del priorato dei canonici agostiniani di Santa Maria in Porto nella diocesi di Ravenna. Tuttavia il D'Anna e il Minutoli furono gli ultimi a sottoscrivere il 14 settembre 1409 l'accordo dei cardinali stipulato a Firenze il 29 giugno, formalizzando in tal modo in maniera esplicita il loro passaggio alla fazione cardinalizia che convocò un concilio a Pisa. Il D'Anna partecipò quindi ai conclavi che elessero i papi dell'obbedienza pisana: Alessandro V nel 1409 e Giovanni XXIII nel 1410. Già nel 1409 aveva fatto parte di una commissione che aveva l'incarico di preparare la deposizione di Gregorio XII e di Benedetto XIII. L'interrogazione dei testimoni convocati a tale scopo ebbe luogo nella casa dove D'Anna Sommariva aveva alloggio. Insieme con Giovanni XXIII il D'Anna prese parte al Concilio di Costanza, ma quando la posizione del Papa pisano non fu più sostenibile, egli lo abbandonò e passò dalla parte della fazione conciliare. Partecipò al conclave che avrebbe restaurato l'unità della Chiesa eleggendo l'il novembre 1417 il cardinale Oddone Colonna, che assunse il nome di Martino V. Ancora a Costanza si ebbe la rinuncia di D'Anna al monastero cistercense di Casamari nella provincia di Frosinone, in cambio di una pensione annua di 100 fiorini d'oro (cfr. Strnad 1986, pp. 622-623). Quindi con il nuovo papa andò a Roma dopo un soggiorno della Curia a Firenze. In questa città alloggiò nel convento di Santa Maria del Carmine.
Passò gli ultimi anni di vita in Curia, dove pare conducesse una vita molto ritirata. Dopo la morte del cardinale Jean de Brogny detto "Vivariensis" diventò il decano del S. Collegio. Morì in età piuttosto avanzata il 21 luglio 1428 a Roma. Fu sepolto in un primo momento nel convento di Santa Maria Nuova in Campo Vaccino a Roma. In seguito le sue spoglie furono trasferite, per suo espresso desiderio, a Napoli e tumulate nella chiesa di Santa Maria di Porta Nuova, dove si conserva il suo sepolcro. Per più ampie e dettagliate notizie sulla sua vita, si rimanda al già citato saggio di Strnad 1986, con abbondantissima bibliografia precedente."