Museo Civico San Rocco
Via V. Monti, 5
Fusignano (RA)
manifattura imolese
targa devozionale

terracotta ingobbiata,
terracotta dipinta sotto vetrina
cm. 23 (la) 32 (a) 3.5 (p)
sec. XIX (1875 - 1899)
Targa plasticata da stampo di forma rettangolare centinata, con recto interamente rivestito di ingobbio e vetrina e verso interamente ingobbiato con colature di vetrina. Impasto poroso, di colore paglierino chiaro. Nella parte superiore sono presenti due fori per l'affissione praticati prima della cottura. La targa rappresenta la Madonna a mezza figura con Gesù Bambino che si appoggia sulla spalla destra e le porge la braccia attorno al collo. Entrambi i personaggi sono incoronati. Nella parte inferiore, separato da una cornice, è raffigurato un cartiglio con iscrizione. I colori predominanti sono il bruno, il blu e il giallo su fondo biancastro.

L'opera fa parte del lascito del Prof. Sergio Baroni al Comune di Fusignano. Si tratta di 142 targhe devozionali in ceramica di epoca e provenienza diverse che costituiscono il primo importante nucleo del Museo Civico San Rocco. La nascita del museo ha realizzato il sogno di Mons. Antonio Savioli di Fusignano, che ha dedicato molti anni della sua vita alla ricerca e allo studio dell'iconografia mariana nelle targhe devozionali in Romagna. Tra Mons. Savioli e Vincenzo Baroni, padre del donatore, esisteva una forte amicizia fin dai tempi della prima giovinezza, e proprio questo legame è stato di stimolo al Prof. Baroni nella formazione della sua raccolta. La Beata Vergine del Piratello, venerata nell'omonimo Santuario, è il principale culto mariano della diocesi di Imola. Il dipinto ad affresco è attribuito a Sano di Pietro (Siena, 1406/ 1481). Il tema iconografico è quello detto della "Glycophilousa" (colei che abbraccia dolcemente). L'immagine venne riprodotta per la sua diffusione devozionale con incisioni in xilografia o a bulino stampate su carta e, dal XIX secolo, anche in targhe ceramiche che vennero esposte in innumerevoli tabernacoli, pilastrini, nicchie in facciata. Il modello plastico, il disegno della cornice e le caratteristiche del decoro permettono di attribuire con sicurezza la targa alla produzione imolese della seconda metà del XIX secolo. La ditta produttrice potrebbe essere la fabbrica Bucci, trasformatasi nel 1874 in Cooperativa Ceramica d'Imola. Nel catalogo stampato nel 1925 della Cooperativa Ceramica sono identificabili con precisione i modelli di questa e di altre targhe presenti nel Museo.