Artisti, artigiani, architetti, produttori

Firenze (FI) , 1937
artista

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Nato a Firenze il 18 gennaio 1937 e trascorre la sua infanzia a Piacenza dove vive e lavora.
Nel primo lustro degli anni Sessanta la ricerca di William Xerra è rivolta alla esplorazione delle poetiche del segno e della materia con un'attenta considerazione per la storia della nostra cultura nei suoi intrecci con l'arte europea.
Nel 1967 Xerra incontra la poesia visiva, grazie alla frequentazione di poeti e intellettuali maturati nell'ambito del Gruppo '63, e collabora con artisti che operano nel campo delle forme comprese tra scrittura e pittura.
Nel 1968 partecipa alla "Expo International de novissima poesia" allestita al Museo de Bellas Artes di Buenos Aires e, nello stesso periodo, collabora alla fondazione di "Ant. Ed.", foglio bimestrale di poesia.
Nel 1972 il "Vive" fa la sua comparsa sulle stampe tipografiche ripetutamente sovraimpresse e quindi scartate. Nel 1975 la ricerca di Xerra si concentra sulle valenze testuali del segno pittorico: è questo l'anno in cui viene definitivamente integrato, nella sua opera, il logo tipografico del "Vive" che trapassa dalla pagina stampata all'icona, su immagini, parole, frammenti.
"Xerra cancella sezioni della realta, pone in rilievo figure secondarie, aspetti marginali, dunque vuole recuperare una sezione del mondo che è cancellata, che è rimossa".
"Vive" rappresenta il leit motiv dell'opera di Xerra tra il 1975 e il 1980 come testimoniano le numerose mostre di questi anni.
Nel 1978 partecipa, con una installazione e un video, alla mostra "Venerezia" allestita a Palazzo Grassi.
Gli anni Ottanta si aprono con la settimana di performance a Pavia sull'uso e il concetto di "Vive".
Nel 1993 Xerra è presente alla XLV Biennale di Venezia e alla Biennale di Chicago, al The Museum of Architecture and Design.
Sempre nel 1993 Claudio Cerritelli presenta la collezione COMIT delle opere di Xerra (1970-1993). "Xerra rende plausibile I'ipotesi che la pittura sia profondamente immortale, come i nostri occhi e come la nostra capacità di vedere" (A. Tagliaferri, Milano 1995).
Alla fine degli anni '90 nascono i lavori di "IO MENTO" che l'artista ha presentato alla fondazione MUDIMA a Milano attraverso un manifesto letto in Pierre Restany (2002).
Il manifesto è stato poi discusso nel mese di settembre 2002 a Piacenza in un convegno nazionale cui parteciparono, tra gli altri, Antonio Calbi, Giorgio Celli, Gillo Dorfles, Eugenio Gazzola, Loredana Parmesani, Pier Aldo Rovatti, Aldo Tagliaferri, Lucia Miodini. (tratto dal sito in calce)

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