Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea
Corso Garibaldi, 2
Faenza (RA)
ambito faentino
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 54 (la) 65 (a)
sec. XIX (1855 - 1865)
Nel retro sono incollate un'etichetta che riporta la partecipazione alla Mostra del Risorgimento Nazionale di Roma (opera n. 4) e una lettera del Generale Comandante Ferrari ad Achille Laderchi, sottotenente dello stato maggiore generale, datata 15 maggio 1848. La famiglia Laderchi, fra le più antiche della Romagna, giunse a Faenza dal Castello di Laderchio nel XV secolo e ricoprì un ruolo di primo piano durante il Risorgimento. Achille Laderchi fu soldato della Guardia Nazionale dello Stato Pontificio e nel 1848, a soli 18 anni prese parte alla campagna del Veneto. Prtecipò poi attivamente agli avvenimenti dello Stato Pontificio. Nel 1859 dopo aver messo la sua villa "il Prato" a disposizione dei patrioti faentini che correvano ad arruolarsi clandestinamente nell'esercito Piemontese, fu ufficiale del Generale Mezzacapo e l'anno successivo fu a capo dei volontari faentini che liberarono la città di Urbino dai Papalini. Nello stesso anno fu eletto fra i deputati di Faenza all'Assemblea delle Romagne. Dopo l'Unità Nazionale fu Sindaco di Faenza al 1861 al 1863 e poi dal 1901 al 1902. Fino alla sua morte avvenuta il 9 giugno 1906. Nel 1888 fu membro della Commissione Ordinatrice che preparò la seconda grande esposizione risorgimentale d'Italia, il cosiddetto "Tempio del Risorgimento" a Bologna.