legno di acero,
legno di bosso,
legno di abete,
legno di noce,
legno di ebano,
avorio
1)
secc. XIX/ XX (1890 - 1910)
Le fasce, ugualmente in acero non fiammato, hanno molte rotture, due delle quali riparate con incollaggio di un pezzo di carta da gioco come rinforzo. Lo strumento è aperto e si nota chiaramente che le controfasce erano già originariamente presenti solo nella parte delle CC. La fascia inferiore dalla parte dei gravi è rifatta in noce. Gli zocchetti sono sbozzati grossolanamente, nello zocchetto di fondo è incollato un bottone di ebano per la cordiera.
Il manico proviene da un violino di taglia più piccola ed è stato adattato allungandolo al tallone. E' in acero leggermente fiammato. La tastiera è moderna, di ebano e il capotasto è in avorio. I tre piroli superstiti (uno è rotto), non appartengono al manico.
Il piano ha due grosse rotture riparate, una di queste ha diviso di fatto in due parti lo strumento. A rinforzo delle rotture ci sono diamantini approssimativi e due tasselli di carta. Le ff non hanno tacche.
Si tratta di uno strumento ricomposto a partire da elementi appartenuti a strumenti diversi. Il piano è opera forse di un falegname, certamente non di un liutaio. L'interno è rozzamente scavato e raschiato, le bombature sono modeste e manca la sguscia. Una catena approssimativa corre lungo tutto l'interno, ricavata dal massello del piano. Il legno è abete a taglio tangenziale, del tutto escluso nella liuteria accademica.
Lo strumento pare ricomposto per un uso in un contesto popolare, ha conosciuto nonostante tutto un impiego intenso, a giudicare dall'usura provocata dalle corde sulla tastiera di ebano.