Pinacoteca Civica "G. Cattabriga"
Piazza Garibaldi, 9
Bondeno (FE)
Crema Giovan Battista
1883/ 1964
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 90 (la) 100 (a)
sec. XX (1920 - 1920)
n. 601
Dipinto ad olio su tela raffigurante una donna inginocchiata nell'atto di asciugare con un lenzuolo bianco la figlia, nuda dopo il bagno (sarebbero rispettivamente la moglie e la figlia del pittore). In primo piano, sulla destra, compare una fruttiera con mele, pere ed uva che alluderebbe simbolicamente alla purezza e alla giovinezza della bimba. Lo sfondo è neutro, con un tendaggio chiaro.

Come riportato da Lucio Scardino nella scheda del catalogo generale della Pinacoteca (1996), l'opera di Giovan Battista Crema è al centro di una intricata vicenda relativamente alla sua esatta identificazione. Dipinta nel 1920 e presentata alla LXXXIX esposizione della "Società Amatori e Cultori" di Roma, la tela fu ripetutamente scambiata e confusa con il suo pendant, un dipinto di soggetto simile intitolato "Serenità". Lo stile simile, la datazione pressochè coeva e la presenza, in interno dei medesimi personaggi (la moglie Luisa e la figlia Valeria), sono alla base dell'equivoco. Le due opere furono acquistate rispettivamente dal Comune di Bondeno (Intimità) e dalla Pinacoteca di Ferrara (Serenità) all'indomani della personale di Crema allestita a Bologna e a Palazzo Crema a Ferrara. In seguito, nel settembre del 1922, "Intimità" fu trasportata a Bondeno, paese d'origine della madre del pittore Maria Cottica.
Dal punto di vista stilistico Scardino nota come il quadro si rifaccia "ad un verismo sentimentale e forse realmente un po' oleografico, ma con echi filtrati intelligentemente dal Barocco (la "natura morta" con frutta) e dal Liberty (nella stesura, ondulata e pittorica, dei panneggi, un po' nel gusto del Mentessi)".