Cabilia (Algeria), cultura berbera
maiolica modellatura/ essiccazione/ colorazione/ rivestimento/ cottura
cm 29,5 (a)
XIX secolo
n. 1168
«Vaso a tre anfore disposte a triangolo, in mediocre stato. Il vaso è decorato a riquadri con motivi geometrici a forma di triangolo, linee e reticolati».

accessorio domestico
Le vicende storiche legate alla penetrazione francese in Algeria, messe a confronto con la storia del collezionista, fanno supporre che gli oggetti siano stati acquisiti dopo il 1831, anno in cui l’Algeria passò dal controllo ottomano all’autorità coloniale francese.
Il vasellame proveniente dalla Cabilia presente nella collezione di Pelagio Palagi è stato sempre esposto nel contesto della mostra permanente del Museo Civico di Bologna. Frati, nella Guida redatta nel 1882 (v. bibliografia) colloca gli oggetti nella Sala XIII, dedicata alla ceramica, nei palchetti inferiori all’interno della vetrina F: «Stoviglie africane della Cabailia [sic] e del Marocco. Si distinguono le prime per una uniforme decorazione di riquadrature di color rossastro filettate in nero, entro le quali sono condotti rozzi ornati a rombi e zig-zag, in fondo giallo. Consistono la più parte in vasi da mescere ad uno, a due ed anche a tre recipienti comunicanti insieme». La guida redatta da Pericle Ducati (v. bibliografia) posiziona le ceramiche nei palchetti inferiori della vetrina F nella Sala XIV, che è la medesima: «Raccolta di ceramiche dei Cabili (Africa settentrionale); sono per lo più vasi da mescere spesso a più recipienti tra di loro comunicanti e con una vistosa decorazione di tipo geometrico su fondo giallastro a strisce di colore rossastro filettate di nero». Non si riscontra la valorizzazione degli oggetti nel contesto di mostre temporanee.

La realizzazione di vasellame in ceramica nel contesto della cultura cabila è una delle attività a cui si dedicano soltanto le donne, passando le informazioni necessarie di madre in figlia e legando la creazione delle ceramiche ai cicli naturali dell'agricoltura. Tant'è che nella cultura cabila si paragona l'esecuzione di ceramica alla vita delle piante; così, il vasellame può essere decorato e cotto solo dopo il periodo del raccolto e i motivi ornamentali che si ritrovano sulle ceramiche sono gli stessi applicati sui muri delle case.
La produzione delle ceramiche della Cabilia si concretizza in tre momenti separati: la preparazione, la modellazione, e la decorazione, che include la cottura e la smaltatura. La fase di preparazione inizia col favore delle temperature primaverili, quando si scava l'argilla da cave non lontane dai villaggi e, dopo averla tenuta a bagno per non più di tre notti, la si mescola con cocci di vasellame, per garantire una maggiore coesione. Il procedimento è percepito anche come supporto della continuità di vita e morte, poiché si mischiano insieme argilla nuova e vecchie ceramiche. Durante la seconda fase, la modellazione, le donne impastano l'argilla manualmente senza usare un tornio. Gli oggetti sono realizzati a partire da strisce di argilla e per pareggiare le anomalie della superficie, sia internamente, sia esternamente, si utilizzano due piccoli piatti. Poi si fissano manici e beccucci e, infine, con una pietra si leviga la superficie e si lascia asciugare la stoviglia al sole. Le ceramiche cabile sono infatti essenzialmente per uso domestico e non decorativo, ragione per la quale l'attività di creazione del vasellame è considerata artigianale e non artistica. La terza e ultima fase di realizzazione delle ceramiche prevede come primo passaggio l'ingobbiatura di colore bianco o ocra, come nel caso dei manufatti della raccolta Palagi. Il bianco e l'ocra sono ottenuti dal caolino. Le donne cabile applicano quindi i colori con le dita o con pennelli realizzati da peli di capra. Il rosso deriva da ocra rossa o ematite, mentre il nero dal manganese. I minerali polverizzati sono mescolati con l'acqua e l'ornamentazione così realizzata sulla superficie delle ceramiche viene poi fissata con una resina che dona brillantezza e rende impermeabili gli oggetti.
I motivi decorativi, essenzialmente geometrici, appartengono alla tradizione culturale berbera, di cui i cabili sono espressione: quadrati, rettangoli, forme diamantate, croci, motivi a zig-zag, a onda, sono combinati insieme. Sono ispirati a fenomeni naturali come il sole, la luna, le stelle, le montagne e gli alberi. In qualche caso si realizzano decorazioni antropomorfe o zoomorfe, ma l'ornato geometrico richiama piuttosto la tessitura e la gioielleria cabila. Tuttavia, non bisogna pensare che la decorazione sia casuale. Rispetta infatti tre funzioni simboliche: l'estetica ornamentale cabila, ovvero l'idea di bellezza che si trasmette all'interno del proprio contesto culturale; l'identificazione territoriale, che differisce di villaggio in villaggio per i motivi decorativi; la protezione simbolica, poiché ogni segno ha un valore protettivo magico-simbolico trasmesso di generazione in generazione dalle donne cabile.