Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dall'ingresso (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, i portici su piazza Garibaldi su cui si affaccia l'ingresso al teatro dalla Galleria Carani (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, ingresso al teatro dalla Galleria Carani (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, ingresso al teatro dalla Galleria Carani (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, ingresso al teatro dalla Galleria Carani (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, ingresso al teatro dalla Galleria Carani (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, ingresso (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dall'ingresso (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dal palcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dal palcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dal palcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dal palcoscenico (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, il lampadario della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, il lampadario della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, particolare della cupola apribile della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala teatrale vista dalla galleria (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, elementi decorativi della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, elementi decorativi della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, elementi decorativi della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, elementi decorativi della sala (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, spazi dell'atrio d'ingresso foyer (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su viale XX Settembre (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su viale XX Settembre (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su viale XX Settembre (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su viale XX Settembre (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su via Mazzini (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su via Mazzini (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su via Mazzini (foto Andrea Scardova, IBC) 2018
Sassuolo, Teatro Carani, la sala verso il palcoscenico (foto Riccardo Vlahov, IBC) 1995, 10967044
Sassuolo, Teatro Carani, il lampadario centrale, è visibile il lucernaio aperto (foto Riccardo Vlahov, IBC) 1995, 10967047
Sassuolo, Teatro Carani, atrio d'ingresso (foto Riccardo Vlahov, IBC) 1995, 10967045
Sassuolo, Teatro Carani, esterno su viale XX Settembre (foto Riccardo Vlahov, IBC) 1995, 30412044
Sassuolo

Teatro Carani

Dati tecnici
pianta a ferro di cavallo con gallerie
capienza totale della sala 793 posti
1970 - 1972
Pubblicazioni e Cataloghi
Il nuovo Teatro, in: "La settimana modenese", 4, 24 gennaio 1931, p. 6-7;
Cinquant'anni di teatro, a cura di R. Costi, Sassuolo 1979;
Le stagioni del teatro. Le sedi storiche dello spettacolo in Emilia-Romagna, a cura di L. Bortolotti, Bologna 1995, p. 247-248;
L. Bortolotti, Luoghi d'arte contemporanea nei teatri della regione, in: I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo, a cura di C. Collina, seconda edizione aggiornata, Bologna 2008, p. 45-57.
F. Ferrari, Teatro, spettacolo e cinema a Sassuolo 1900-1980 in: "QB Quaderni della Biblioteca" 8 (2012), p. 23-155.
Via Mazzini, 28
Sassuolo (MO)

opera di inaugurazione:
Madama Butterfly di Giacomo Puccini
Fondazione: XX (1900-1999)
Tra i documenti esposti nel foyer, quali locandine, manifesti e fotografie è presente un foglio stampato in occasione dell'inaugurazione del teatro Carani, vi si legge quanto segue: "l'11 luglio 1696 si cominci a Sassuolo il teatro nel palazzo Giordani del duca Rinaldo Donato. Architetto Paltrinieri Antonio di Sassuolo. Aumentata la popolazione nel 1773 si rinnovò il teatro facendolo più vasto e spendendovi lire 54.450. Ingegnere Ludovico Bolognesi di Bologna al servizio del duca e aperto nell'ottobre dell'anno andante, coll'opera del Cimarosa assai applaudita. All'inaugurazione vi assistevano sette principi e la platea e i palchi erano pieni di dame e cavalieri. In tale occasione furono fatti i palchi anche nel primo e terzo ordine e quelli del secondo dati alle prime famiglie perché facessero corteggio e corona al palco ducale di mezzo." Questo brano tratto evidentemente da un antico memoriale, si riferisce al settecentesco teatrino ducale posto nella piazza dell'Orologio (ora piazza Garibaldi), demolito nel 1905.
Il teatro Carani fu fatto costruire da Eugenio e Mario Carani, industriali del luogo, su una vasta area in prossimità del centro storico che avrebbe consentito lo sviluppo longitudinale della facciata su viale XX settembre.
Si diede avvio all'opera, su progetto dell'ingegner Zeno Carani di Modena, nel febbraio 1930 e il 25 dicembre di quello stesso anno il teatro fu aperto al pubblico con la proiezione del film Il tenente di Napoleone, l'inaugurazione vera e propria avvenne qualche tempo dopo con la messa in scena di Madama Butterfly di Puccini. Sottoposto a lavori straordinari di restauro tra il 1970 e il 1972, questo teatro ha conservato interamente il suo aspetto originale. Elementi stilistici di gusto tardo liberty sono presenti nella facciata, negli arredi del foyer e nelle ampie porte d'ingresso dai bei vetri molati. Vale la pena ricordare una curiosità, questo teatro ha ben tre accessi: uno da su via Mazzini, uno da piazza Garibaldi attraverso galleria Carani, ed infine il principale su viale XX Settembre.
La vasta sala ha un aspetto assai semplice e lineare, presenta una pianta a ferro di cavallo con due ordini di gallerie piuttosto ampie, ed è priva di particolari elementi decorativi. Al centro del soffitto è posta una singolare cupola apribile ed un lampadario anni Settanta di manifattura muranese.
L'attività del teatro è stata sempre piuttosto intensa, alternando le proiezioni cinematografiche a spettacoli lirici, di prosa, balletti, concerti, operette, varietà e teatro dialettale. Purtroppo, dati i costi assai elevati delle produzioni, da un po' di tempo non vengono più messe in scena opere liriche, che in passato avevano avuto qui ampio spazio, l'ultima rappresentazione di questo genere è stata La Bohème nel 1981. In alternativa si tiene una volta all'anno il "Concertone" in cui sono chiamati ad esibirsi giovani promesse della lirica ed un ospite scelto tra gli interpreti più prestigiosi, cui viene conferito un riconoscimento.
Nel foyer sono state allestite regolarmente, dagli anni Trenta del secolo appena trascorso fino al 2007, oltre quattrocento mostre d'arte, prevalentemente di opere pittoriche, tuttavia non sono mancate sposizioni di scultura. Si è trattato in prevalenza di esposizioni di opere di artisti locali, quali ad esempio Gino Fontanan ed Emilio Toschi, di gusto prevalentemente figuativo. Si segnalano inoltre la serie di ritratti di musicisti e direttori d'orchestra di Virgilio Carbonari.
L'attività in teatro è sospesa dal 2014, in attesa di un restauro funzionale ed estetico.
Nel 2020 nasce la Fondazione Teatro Carani al fine di acquisire la proprietà del teatro e di donarlo al Comune di Sassuolo, prendendosi carico della realizzazione dei restauri necessari. Il Ministero della Cultura autorizza poi la donazione modale del Carani al Comune di Sassuolo da parte della Fondazione, che ne curerà il restauro e la gestione per i nove anni successivi come da statuto. I restauri dovrebbero terminare entro il 2023. (Lidia Bortolotti, Barbara Fucci)

Among the documents displayed in the foyer, which include flyers, posters, and photographs, there is a sheet that was printed on the occasion of Teatro Carani’s inauguration, which reads as follows: "on 11 July 1696, in Sassuolo, the theatre located in Palazzo Giordani, owned by Duke Rinaldo Donato was inaugurated. The architect Paltrinieri Antonio from Sassuolo was in charge of the project. As the town’s population increased, the theatre was renovated and enlarged in 1773, with an expenditure of 54,450 liras. The engineer Ludovico Bolognesi from Bologna, at the Duke’s service, was in charge of the project, and the theatre was inaugurated in October of that year, with Cimarosa’s opera that received much applause. Seven princes attended the inauguration, and the main floors and boxes were filled with dames and knights. On this occasion, boxes were prepared in the first and third orders as well, while those of the second order were given to the first families, in order to provide an entourage for the central ducal box." This paragraph from an ancient text refers to the 18th century ducal theatre located in Piazza dell'Orologio (now Piazza Garibaldi), demolished in 1905.
Teatro Carani was built by Eugenio and Mario Carani, two local industrial entrepreneurs, on a vast area near the town centre, which would allow for a long façade on Viale XX Settembre.
The project, designed by the engineer Zeno Carani of Modena, was launched in February 1930 and on 25 December of that year the theatre was opened to the public with a screening of the film Il tenente di Napoleone. The formal inauguration took place later, with Puccini’s Madama Butterfly. The theatre, even after extraordinary restoration efforts between 1970 and 1972, fully maintains its original aspect. The façade, the foyer’s furniture, and the large, beautiful cut-glass entrance doors all show stylistic elements typical of the late Art Nouveau period. Rather curiously, this theatre has three entrances: one on Via Mazzini, one on Piazza Garibaldi through Galleria Carani, and the main entrance on Viale XX Settembre.
The vast hall has a rather simple, linear appearance, with a horseshoe-shaped floor layout and two orders of rather large galleries; it does not have any particular decorations. A unique, openable dome is located in the middle of the ceiling, as well as a 1970s chandelier made in Murano.
The theatre has always staged an intense bill of events, including film screenings, operas, ballets, concerts, variété, and theatre in dialect. Unfortunately, due to high production costs, operas have not been staged lately; in the past, they had been one of the theatre’s mainstays, the last one being La Bohème in 1981. Once a year, a concert known as "Concertone" is held, which features promising young opera performers and an illustrious guest, who also receives an award.
From the 1930s to 2007, the foyer has hosted over 400 art exhibitions; although most focused on painting, some sculpture exhibitions were also held. Local artists were the focus of attention; these included the figurative painters Gino Fontanan and Emilio Toschi. Virgilio Carbonari’s series of portraits of musicians and orchestra conductors are also worthy of note.
(Lidia Bortolotti)

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