Sala VIII: Sala di Papa Clemente XIV (particolare del modello dell'arco per il pontefice realizzato da Cosimo Morelli nel 1773) - © MUSAS - (foto E. Salvatori)
Sezione archeologica: le lucerne romane. © MUSAS - (foto E. Salvatori)
Sala II: le principali produzioni delle fornaci romane di Santarcangelo. © MUSAS - (foto E. Salvatori)
Sala IX: Gaetano Lombardini - Mercurio bassorilievo in pietra bianca. © MUSAS - (foto E. Salvatori)
Sala VI: Iacobello di Bonomo: La Madonna col Bambino, la Crocifissione e 14 Santi, 1385. © MUSAS - (foto E. Salvatori)
Santarcangelo di Romagna

MUSAS - Museo Storico Archeologico

Orari e Tariffe
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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

Stoppioni M.L., Pasini P.G. (a cura di), Musas: Museo storico archeologico di Santarcangelo: guida catalogo, Collana delle guide dei musei della Provincia di Rimini, 12, Rimini, Provincia di Rimini, 2008.

MUSAS Museo Storico Archeologico, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 108.
Via della Costa, 26
Santarcangelo di Romagna (RN)
Tel: 0541 625 212, 0541 624 703

Museo accreditato al Sistema Museale Nazionale
Archeologia
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia protostorica
Archeologia classica
Arte medievale (XI-XV secolo)
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Il Museo Storico Archeologico (MUSAS) è stato istituito nel 2005 per valorizzare il patrimonio archeologico e storico-artistico della città di Santarcangelo di Romagna e del territorio circostante. Attraverso le diverse sezioni il museo ripercorre le vicende di questo centro, a partire dal piccolo insediamento rurale sorto in età romana sino al costituirsi durante il Medioevo di un insediamento fortificato, entrato poi nell'orbita della signoria malatestiana, per giungere infine agli sviluppi urbanistici della città attuale. La sua conformazione, la sua storia, i suoi caratteri, la sua identità, le sue espressioni di civiltà sono presentati in un complesso unitario che ne rivisita gli aspetti salienti e peculiari.

La Sezione Archeologica raccoglie reperti e manufatti che con la loro presenza testimoniano le principali caratteristiche di un tessuto agricolo e artigianale attivo soprattutto in epoca romana. L'attività figulinaria risulta fortemente radicata a Santarcangelo, tanto da suggerire un'organizzazione artigianale e lavorativa piuttosto evoluta. Gli scavi hanno infatti riportato alla luce tre importanti complessi produttivi romani legati alla lavorazione della ceramica: le fornaci di via della Resistenza, della lottizzazione Spina e della lottizzazione Campana, con le relative vasche e forni di cottura, specializzate in laterizi per l'edilizia e in contenitori per derrate alimentari (anfore, dolii), ma attive anche nella realizzazione di altre suppellettili domestiche (vasellame, lucerne).

Alle origini di questo fenomeno così diffuso nell'area furono certamente la facile reperibilità di argille idonee a essere lavorate e cotte e la vicinanza di corsi d'acqua e di boschi, utilia fornire il legname necessario per l'alimentazione dei forni.

Le sale dedicate alle ville rustiche e alla preistoria e protostoria completano il quadro archeologico, che pone in evidenza il rapporto tra ambiente e popolazione in relazione allo svolgimento di vicende storiche e umane nel periodo antico.

La Sezione Artistica illustra storia di Santarcangelo dal Medioevo all'Ottocento. Frammenti lapidei (elementi architettonici, iscrizioni, semicolonne, capitelli) databili fra il XIV e il XVI, di varia provenienza, offrono dati interessanti sul periodo medievale.

Numerose le opere provenienti dalla Chiesa di S. Francesco - uno dei monumenti scomparsi più importanti della città, a cui è destinata una intera sala - tra cui il famoso Polittico di Jacobello da Bonomo "Madonna in trono col Bambino e Santi" ( 1385) e la tavola del pittore ravennate Luca Longhi "Madonna col Bambino, S. Francesco, S. Giorgio e un donatore" (1531).

Anche le sale dedicate al Seicento, al Settecento e all'Ottocento espongono importanti dipinti di artisti locali e non. Dalla "Annunciazione" del Centino, al dipinto "Isacco benedice Giacobbe" - copia da Carlo Cignani -al "S. Giuseppe da Copertino" del XVIII sec.

Si aggiungono infine i ritratti di illustri personaggi santarcangiolesi (Gaetano Marini, Daniele Antonio Felici Cappello, Innocenzo Socci). Figura rilevante per la storia locale fu Papa Clemente XIV, santarcangiolese di nascita (1705-1774), considerato una delle maggiori "glorie" cittadine. Alla generosità dei compatrioti si deve l'arco onorario, erettogli nel 1777, di cui è proposto un modello plastico realizzato sui progetti originali dell'architetto imolese Cosimo Morelli. La sala riservata all'eminente personaggio ospita anche ritratti del Pontefice e numerosi oggetti sacri che egli donò ai Conventuali della Chiesa di S. Francesco.

The Museum was instituted in 2005 to promote the archaeological, historical, and artistic patrimony of the city of Santarcangelo di Romagna and its surroundings. Its various sections trace the town’s evolution from a small Roman-era settlement to a fortified village in the Middle Ages, its rule by the House of Malatesta, and finally the urban development of today. Its conformation, history, characteristics, identity, and culture are presented in a single Museum that highlights the town’s salient and unique aspects.

The archaeological section features material documenting the main characteristics of the area, inhabited mostly by farmers and artisans, during Roman times. There was a very deeply rooted pottery-making tradition in Santarcangelo, suggesting a rather evolved organizational structure for artisans and workers. Archaeological digs unearthed three important Roman-era pottery-making furnaces – in Via della Resistenza, and in the Spina and Campana lots – with their pits and ovens. They specialized in making Roman bricks for construction and containers for food (amphorae, dolia), although they also produced other household items (vases, lanterns).
The origins of the diffusion of this activity in the local area lie in the easy availability of clay that can be moulded and cooked, and the proximity of watercourses and forests, providing the necessary fuel for the furnaces.
The archaeological section ends with rooms dedicated to Roman farmhouses, Prehistory, and Protohistory. Throughout the section, the relationship between the human population and the environment over the course of ancient history is highlighted.
The art section illustrates the history of Santarcangelo from the Middle Ages to the 19th century. Building fragments (architectural elements, engravings, semi-columns, capitals) from the 14th to 16th centuries, of various origins, provide important data on the Medieval period.
An entire room is dedicated to works from the Church of San Francesco – one of the town’s most important monuments, now no longer extant – including Jacobello da Bonomo’s famous polyptych Madonna on the Throne with the Child and Saints ( 1385) and the Ravenna-born painter Luca Longhi’s Madonna with Child, Saint Francis, Saint George, and a donor (1531).
The halls dedicated to the 17th, 18th, and 19th centuries display important painting by local and national artists, including Centino’s Annunciation, a copy of Carlo Cignani’s Isaac Blesses Jacob, and the 18th century painting Saint Joseph of Cupertino.
Finally, there are portraits of illustrious people from Santarcangelo (Gaetano Marini, Daniele Antonio Felici Cappello, and Innocenzo Socci). Pope Clement XIV (1705-1774) was born in Santarcangelo and is a great source of pride for the town. Thanks to the generosity of his compatriots, an arc in his honour was built in 1777. The Museum displays a plastic model of it, which follows the original design by the Imola-born architect Cosimo Morelli. The hall dedicated to Pope Clement XIV also features some of his portraits and numerous sacred objects that he donated to the monks of the Church of San Francesco.

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