Veduta della necropoli est
Acropoli, Edificio D: altare di pianta quadrata costruito con ciottoli a secco e rivestito esternamente da modanature in travertino
Le case
Impianto idrico alle falde dell'acropoli
Particolare di una delle fornaci nella cosiddetta fattoria romana
Ceramica attica, cratere a campana
Testa di kouros in marmo pario
Cimasa di candelabro in bronzo con guerriero e donna offerente, dal sepolcreto settentrionale
Brocca di produzione locale in ceramica depurata
Cippo marmoreo
Stele funeraria in travertino con defunta offerente, dal sepolcreto orientale
Marzabotto

Museo Nazionale Etrusco "P. Aria" e area archeologica di Kainua

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Nazionale Etrusco P.Aria, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p.176.

Vitali D., Brizzolara A.M., Lippolis E., L’acropoli della città etrusca di Marzabotto, Imola, University press Bologna, 2001.

Sassatelli G. (a cura di), Citta etrusca di Marzabotto Giuseppe, Bologna, Hitstudio, 2000.- CD-ROM

Lenzi F., Museo Archeologico Nazionale “Pompeo Aria”, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 110, n. 55.

Sassatelli G., La città etrusca di Marzabotto, Casalecchio di Reno, Grafis, 1989.

Mansuelli G.A., Brizzolara A.M., De Maria S., Sassatelli G., Guida alla città etrusca e al Museo di Marzabotto, Bologna, Nuova Alfa, 1985.
Via Porrettana sud, 13
Marzabotto (BO)
Tel: 051 932 353
Archeologia
Archeologia classica
Archeologia protostorica
Il museo è in diretta connessione con la vasta area archeologica demaniale costituita dal centro urbano di Pian di Misano e dall'acropoli di Misanello. L'antica città di Marzabotto, nata lungo la valle del Reno su un vasto pianoro sul quale si erge anche il moderno edificio museale, rappresenta un eccezionale esempio di organismo urbano di età etrusca, il cui assetto funzionale è ancora perfettamente leggibile in ognuna delle sue componenti fondamentali.
Il museo trae origine dalla collezione iniziata attorno al 1831 dalla famiglia Aria, antica proprietaria dei fondi ove sorgeva la città etrusca. Nella sua attuale configurazione conserva integralmente i numerosissimi materiali reperiti nel corso delle indagini su questo sito, insieme alle diverse testimonianze archeologiche che documentano l'ordito insediativo della media valle del Reno nell'arco di tempo compreso fra la preistoria e l'età romana. In particolare, la vita dell'antica città viene illustrata secondo una successione topografica che ricostruisce i vari aspetti del centro abitato: dalla frequentazione a scopo religioso dell'acropoli e del santuario urbano dedicato al culto delle acque, alla struttura architettonica delle dimore private, agli arredi e alle suppellettili domestiche sino all'organizzazione delle officine e degli impianti produttivi. Non mancano, infine, materiali collegabili con gli usi e i costumi funerari di età etrusca, che fanno parte di corredi tombali rinvenuti in varie località del territorio.

Dell'antico abitato colpisce specialmente la regolarità geometrica del tracciato urbano costruito come un grande reticolato le cui strade, dotate di marciapiedi e fornite di sistemi di smaltimento delle acque reflue, corrono ortogonalmente suddividendo lo spazio cittadino in quartieri, ove trovano posto numerosi edifici ad uso abitativo e i laboratori artigianali, specializzati prevalentemente nella fabbricazione dei laterizi e nella produzione metallurgica. Un'area sacra, composta da stabilimenti adibiti al culto, è ubicata sull'altura dominante di Misanello. I resti strutturali conservati sino all'altezza dei basamenti rappresentano le evidenze monumentalizzate di due edifici templari affiancati dai rispettivi altari. L'impianto urbanistico è completato da due zone cimiteriali (necropoli est e nord) ove si trovano ancora in situ numerose tombe del tipo a cassone in lastre di pietra ancora osservabili nei loro particolari costruttivi. Ai piedi dell'acropoli, al di fuori del perimetro urbano, è posto un altro edificio religioso, che il non perfetto allineamento con il sistema stradale della città rivela anteriore alla fondazione della Marzabotto del V secolo a.C. Esso viene interpretato come santuario fontile perché si trova in stretta vicinanza di una sorgente presso la quale si praticavano, evidentemente sin da tempi antichissimi, culti salutari delle acque.
Benché preceduta da una fase di vita risalente al VI secolo a.C., la nascita di Marzabotto nel suo aspetto attuale si colloca agli inizi del V secolo a.C., in un quadro di mutamenti storici e politici che danno vita a un processo di riorganizzazione, da parte degli Etruschi, del tessuto insediativo padano e che conducono al consolidamento di centri preesistenti come Bologna e alla fondazione di nuove realtà insediative in luoghi-chiave dal punto di vista itinerario. In questo scenario Marzabotto acquista la funzione di caposaldo a controllo di una via appenninica - la valle del Reno - di estrema importanza per le comunicazioni fra un versante e l'altro della penisola. Colpita da un inarrestabile declino a partire dalla metà del IV secolo a.C., la città decadde rapidamente per non risorgere mai più. A questa brusca interruzione nella continuità di vita dobbiamo la sua conservazione sino a noi e la sua riscoperta in seguito ad una serie di prospezioni archeologiche che hanno preso l'avvio nell'Ottocento e continuano tuttora.

The museum is directly connected to the huge state-owned archaeological site constituted by the urban settlement of Pian di Misano and the Misanello acropolis. The ancient town of Marzabotto, founded in the Reno valley on the huge plain on which the modern museum building now stands, is an exceptional example of an Etruscan urban settlement, whose layout is still perfectly legible in each of its basic components.
The museum’s origins lie in the collection commenced around 1831 by the Aria family, who owned the land in the area of the Etruscan town. In its current form it houses the many materials found during digs at the site, together with various archaeological finds documenting the urban fabric of the middle Reno valley in the period between prehistory and the Roman age. In particular, the life of the ancient town is illustrated by a series of maps reconstructing the various aspects of the settlement: from the religious frequentation of the acropolis and urban sanctuary dedicated to the cult of water to the architectural structure of private homes, domestic furnishing and the organisation of workshops and production facilities. Finally, there are many objects associated with Etruscan funerary customs, which belonged to grave goods found in various nearby locations.

The most striking aspect of the old settlement is its regular geometric layout, which takes the form of a large grid of streets – with pavements and drainage systems – dividing the urban fabric into districts. These were home to numerous houses and workshops, specialising mainly in the production of bricks and metal. A sacred area, consisting of buildings used for worship, is situated on the plateau overlooking Misanello. The structural ruins preserved to the height of the foundations, represent the monumental remains of two temples flanked by the respective altars. The town plan is completed by two burial areas (north and east necropolis) with many coffin tombs made from stone slabs, whose construction is still visible. Another religious building is situated at the foot of the acropolis, outside the urban perimeter. The fact that it is not aligned with the town’s street system reveals that it predates the foundation of Marzabotto in the 5th century BC. It has been interpreted as a spring sanctuary because it is located close to a well where health cults centred on water had evidently been practised since ancient times.
Although it was preceded by an inhabited stage in the 6th century BC, the foundation of Marzabotto in its current form dates from the beginning of the 5th century BC. It coincided with historical and political changes that triggered a process of reorganisation of the Po Valley by the Etruscans, leading to the reinforcement of pre-existing centres like Bologna and the foundation of new settlements in key locations along the roads. Marzabotto thus acquired the function of a stronghold controlling one of the Apennine routes (the Reno Valley) of vital importance for communications between the two sides of the peninsula. From the 4th century BC the town experienced rapid and inexorable decline, from which it never recovered. This sudden interruption in continuity of habitation has ensured its conservation until the present day and its subsequent rediscovery following a series of archaeological explorations that commenced in the 19th century and are still underway.

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