Luigi Manzini attr., Esercitazioni della Guardia Nazionale (metà sec. XIX), olio su tavola (IBC - Catalogo del Patrimonio culturale)
Medagliere del generale Antonio Araldi (1891-1909). (IBC - Catalogo del Patrimonio Culturale)
Enrico Armiani, Ritratto di Ciro Menotti, stampa litografica su carta, sec. XIX. (IBC - Catalogo del Patrimonio culturale).
Modena

Museo del Risorgimento

Orari e Tariffe
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Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi

Piccinini F. (a cura di), Museo civico del Risorgimento, Modena: Piano museale 2004, Regione Emilia-Romagna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, Bologna, Centro regionale per il catalogo e la documentazione, 2004.


Piccinini F. (a cura di), Museo civico del Risorgimento, Modena: Piano museale 2001, Regione Emilia-Romagna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, Bologna, Centro regionale per il catalogo e la documentazione, 2001.

Lorenzini L., Piccinini F. (a cura di), Museo Civico d'Arte. Il Museo del Risorgimento di Modena, Bologna, BUP, 2011.


Palazzo dei Musei, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, pp. 11.

Il Museo del Risorgimento di Modena, Modena, Coop-tip, 1967.
Palazzo dei Musei
Largo Porta S. Agostino 337
Modena (MO)
Tel: 059 2033100
Storia
Risorgimento
Il comitato promotore del Museo Civico del Risorgimento si formò nel 1893 sulla scia della mostra risorgimentale organizzata in seno all'Esposizione Nazionale di Torino del 1884; ne facevano parte, tra gli altri, Carlo Boni, direttore del Museo Civico, Luigi Picaglia, Benedetto Malmusi e Giuseppe Triani, rettore dell'Università e presidente del Consiglio Provinciale. Il primo nucleo di oggetti e documenti, sostanzialmente gli stessi che furono inviati a Torino, trovarono posto in una sala dei Musei Civici inaugurata nel 1894. In seguito al crescente interesse da parte della cittadinanza che incrementò notevolmente le raccolte, fu ampliato e trasferito più volte. La seconda inaugurazione avvenne significativamente il 3 febbraio 1896, in concomitanza con quella del monumento a Nicola Fabrizi; quindi nel 1901 fu trasferito in un ampio locale ora occupato dalla Biblioteca Estense; infine nel 1924 trovò la sua definitiva collocazione nelle due attuali sale del piano terra del Palazzo dei Musei.

Le collezioni non riguardano soltanto la partecipazione di Modena alle vicende nazionali del Risorgimento, ma documentano l'antecedente epoca napoleonica con un'incursione sulla situazione del ducato estense e le successive guerre del XX secolo, in particolare la guerra italo-turca del 1911-12 e la prima guerra mondiale, considerata ormai l'ultimo atto dell'Indipendenza italiana. L'allestimento, predisposto tra il 1924 e il 1926 nei locali del museo, fu rivisto nel 1937 con l'inserimento di una sezione celebrativa sulla "Rivoluzione Fascista", eliminata nell'immediato dopoguerra, e infine negli anni Sessanta. A parte gli adeguamenti, dall'esame dei documenti risulta che il progetto espositivo rimase sostanzialmente sulla stessa linea, presentandosi così alle soglie degli anni '90 ormai inadeguato sia per il taglio didattico-museografico, sia per gli evidenti problemi conservativi che gravavano su quasi tutti i materiali esposti. In quell'anno il museo è stato chiuso al pubblico e i materiali, collocati entro casse e trasferiti presso un deposito, sono stati affidati al Museo Civico d'Arte. Al momento sono in corso la campagna fotografica e di schedatura degli oltre 2000 reperti del museo, della biblioteca composta di circa 1500 volumi, della raccolta documentaria di opuscoli e autografi, e delle oltre 2500 fotografie.

The promotion committee for the Civic Museum of Italian unification was established in 1893 on the wings of the exhibition on Italian Unification staged during the Turni National Expo in 1884; among its members were Carlo Boni, director of the Civic Museums, Luigi Picaglia, Benedetto Malmusi and Giuseppe Triani, University rector and President of the Provincial Council. The initial core collection of objects and documents – essentially the same as those displayed in Turin – were housed in a room of the Civic Museums inaugurated in 1894. In light of great interest on the part of Modena’s citizens, who helped significantly augment the collection, the museum was enlarged and transferred several times. The second inauguration took place on February 3, 1896, contemporaneously with the inauguration of the monument to Nicola Fabrizi. In 1901, the museum was transferred to a larger venue that now hosts the Biblioteca Estense, and in 1924 it was moved again to its current home in the two ground-floor halls of Palazzo dei Musei.

Along with documenting Modena’s role in Italian Unification, the Museum also deals with the preceding Napoleonic era, and discusses the Duchy of Este as well as 20th century wars, particularly the Italo-Turkish war of 1911-12 and World War I, considered to be the final act of Italian independence. The museum’s displays, put together between 1924 and 1926, were augmented in 1937 with a section celebrating the “Fascist Revolution” - which was promptly removed following World War II - and refurbished again in the 1960s. Albeit with some renovations, the museum’s displays remained essentially the same until the cusp of the 1990s: obsolete from an educational and museology perspective, and with the items on display showing evident conservation problems. In 1990, the museum was thus closed to the public, and its collections packed away in crates, transferred to a storage space, and turned over to the Civic Museum of Art. At the time of writing, the museum’s 2,000 items are being photographed and catalogued, along with the 1,500 book library, the collection of autographs and brochures, and the over 2,500 photographs.

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