La Quadreria
L’Opera Omnia “Romeo Musa”
La raccolta di scienze naturali intitolata a mons. Silvio Ferrari
Esemplare di Falco culumbarius
Bedonia

Polo Museale del Seminario Vescovile

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Fornaciari F. (a cura di), Polo museale del Seminario Vescovile: Bedonia, Parma, Edicta, 2006.

Bonilauri F. e Pesce G.B., Museo del Seminario Vescovile, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 28, n. 3.

Pancotti V., Seconda esposizione d'arte sacra, catalogo guida, s.l. 1926.
Via Don S. Raffi, 30
Bedonia (PR)
Tel: 0525 824 420
Misto
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte contemporanea storica (1900-1950)
Botanica
Petrografia
Zoologia
Mineralogia
Archeologia preistorica/paletnologia
Il museo è ordinato all’interno del seminario, attiguo al santuario della Madonna di San Marco, e comprende la Pinacoteca Parmigiani, una raccolta di scienze naturali intitolata a mons. Silvio Ferrari, il Museo Romeo Musa e una raccolta archeologica. Vi hanno inoltre sede una ricca biblioteca, il Centro Studi “Cardinal Casaroli”, il Centro di Documentazione sull'Emigrazione, il Centro di Documentazione sulla Devozione Popolare e un planetario. Il seminario di Bedonia fu istituito e aperto nel 1846 come luogo di formazione; cessata tale funzione, nel 1981 la struttura è stata adibita a finalità conservative e di valorizzazione, in particolare sul piano didattico, del ricco e composito patrimonio culturale qui conservato.

La quadreria del Seminario è costituita da importanti dipinti sei settecenteschi di scuola bolognese ed emiliana pervenuti attraverso le donazioni Sidoli, del 1935, e di don Parmigiani, nel 1946, cui si aggiunse un nucleo di 27 opere acquistate nel 1946. Tra i dipinti più rilevanti della collezione si annoverano opere di Ludovico Carracci, Bartolomeo Passerotti, Gaspare Venturini Mastelletta, Luigi Crespi, Filippo Pedrini. Nell'edificio è allestita inoltre l'Opera Omnia "Romeo Musa", che raccoglie in tre stanze e nel corridoio antistante il corpus donato dagli eredi dell'artista, che fu pittore, xilografo, poeta e scrittore; interessanti i materiali che documentano l'esecuzione di una xilografia, le incisioni per l'illustrazione de "I Promessi Sposi", i bozzetti. Una biblioteca offre al pubblico la consultazione di oltre 25.000 volumi, fra i quali 6.600 esemplari di epoca compresa dal Cinquecento al 1820. Una sezione è dedicata alla storia ecclesiastica.
Le raccolte naturalistiche sono costituite da reperti zoologici, botanici e mineralogico-petrografici, raccolti da seminaristi o donati da ex alunni a partire dagli anni 1915-1950 per iniziativa di monsignor Silvio Ferrari (1892-1968), insegnante di scienze. La raccolta zoologica comprende uccelli locali ed esotici, mammiferi, rettili, pesci, qualche anfibio, esemplari entomologici e malacologici. La botanica locale è rappresentata da una raccolta di alcune piante officinali, legni di quasi cento specie, con qualche esempio di lavorazione e di utilizzo, e dieci erbari. Tra i campioni di minerali e di rocce si trovano cristalli di zolfo delle miniere siciliane ed esemplari di solfuri da Belgio ed Inghilterra. I materiali sono presentati in un percorso che comprende anche ricostruzioni d'ambiente sistemate in nicchie murarie. Vengono inoltre esposti alcuni reperti archeologici e materiali d'interesse etnografico e storico-scientifico.

The museum is laid out in the seminary, next to the sanctuary of the Madonna di San Marco. It comprises the Parmigiani Art Museum, a natural science collection bearing the name of Mons. Silvio Ferrari, the Opera Omnia “Romeo Musa” and an archaeological collection. It also houses a well-stocked library, the “Cardinal Casaroli” Study Centre, the Centre for Documentation on Emigration, the Centre for Documentation on Popular Devotion and a planetarium. The seminary at Bedonia was founded and opened in 1846 as a place of education; when that function ceased, in 1981 the building was assigned to the preservation and enhancement, especially for educational purposes, of the rich and varied cultural heritage that it contains.

The Seminary art collection comprises important 17th and 18th century paintings of the Bolognese and Emilian schools which arrived here with the Sidoli legacy, in 1935, and that of Don Parmigiani, in 1946, in addition to a group of 27 other works acquired in 1946. Among the most notable paintings in the collection are works by Ludovico Carracci, Bartolomeo Passerotti, Gaspare Venturini Mastelletta, Luigi Crespi, Filippo Pedrini. The building also contains the Opera Omnia “Romeo Musa” which, in three rooms and the adjacent corridor, comprises the works donated by the heirs of the artist, who was a painter, woodcut artist, poet and writer. There are interesting exhibits illustrating the production of a woodcut, engravings for the illustration of "I Promessi Sposi”, and bozzetti. There is a library where the public can consult more than 25,000 volumes, of which 6,600 from the period between the 16th century and 1820. One section is dedicated to ecclesiastical history.
The nature collections comprise zoological, botanical, mineralogical and petrographic exhibits, collected by seminarists or donated by former pupils during the years 1915-1950, encouraged by Monsignor Silvio Ferrari (1892-1968), a science teacher. The zoological collection includes local and exotic birds, mammals, reptiles, fish, a few amphibians, as well as entomological and invertebrate specimens. Local botany is represented by a collection of officinal herbs, almost one hundred types of wood, with a few examples of how they are worked and used, and ten herbariums. Among the specimens of minerals and rocks are sulphur crystals from the mines in Sicily and examples of sulphides from Belgium and England. The materials are presented in a layout which also includes reconstructions of their environment, set in niches in the walls. There are also several archaeological exhibits and items of ethnographic and historical-scientific interest.

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