armi e accessori
Sudan
legno intaglio/ incisione/ incastro
pelle animale taglio/ essiccazione/ intreccio/ legatura
cm 139 (l)
1884 ante
n. 2654
Arco (?) in legno chiaro con corda presente ma legata a una sola delle due estremità. Fasce di pelle animale sono avvolte in modo irregolare e presumibilmente non corrispondente all'originario posizionamento delle stesse sull'arma.

difesa e offesa
Il 2 maggio 1864 l’ufficio del sindaco di Bologna indirizzava una comunicazione a Luigi Frati perché l’allora bibliotecario dell’Archiginnasio e organizzatore del primo Museo Civico cittadino, che fu collocato in locali attigui alla biblioteca, prendesse possesso di numerosi oggetti donati da Carlo Mazzetti, definito nella stessa comunicazione «già Segretario al Consolato Italiano in Egitto», all’epoca depositati presso il fratello del donatore, Domenico Mazzetti. La raccolta risultava composta, secondo quanto riportato nella nota indirizzata a Frati, “di alcune armi ed altri oggetti speciali in uso presso gl'indigeni dell'Asia [sic] da lui stesso raccolte in alcune escursioni”. Nell’elenco degli oggetti, l’esemplare in esame sembra poter essere riconducibile a uno tra le «23 Lancie [sic] di diverse forme, con asta».
Tra i materiali donati al Municipio di Bologna da Mazzetti nel 1864 i reperti archeologici recuperati nell'area di Bubaste sono tuttora ignoti. Un consistente numero tra le armi ricevute fu invece collocato nella vetrina K dell'organizzazione espositiva pensata da Frati per le sale del Museo Civico al momento dell'inaugurazione. Le ricerche condotte nell'ultimo periodo hanno messo in luce aspetti del tutto sconosciuti della vicenda collezionistica di Mazzetti, come il rapporto con il professore e rettore della Regia Università di Bologna, Luigi Calori, a cui l'agente consolare bolognese nel 1886 e nel 1891 inviò raccolte di «crani antichi»; nella seconda occasione tramite Antonio Gandolfi, all'epoca governatore dei possedimenti coloniali dell'Italia in Eritrea.