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Monterenzio

Museo Civico Archeologico "Luigi Fantini"

Orari e Tariffe
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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Gottarelli A. (a cura di), Archeologia nell'alta valle dell'Idice. Guida turistica e archeologico-naturalistica, Te.m.p.l.a., Bologna 2015

Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Civico Archeologico Luigi Fantini, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 22.

Museo Archeologico L. Fantini, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p. 170.

Vitali D., Lejars T., Verger S., La necropoli etrusco-celtica di Monterenzio Vecchio (Bologna), in Coralini A., Govi E., Guaitoli M.T. (a cura di), Scoprire: scavi del Dipartimento di archeologia, Guida alla mostra, Bologna 2004, pp. 12-13.

Vitali D., La necropoli di Monte Tamburino a Monte Bibele, Firenze, 2003.

Guidi F. et alii, Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco, in AA. VV., L’immaginazione è un tappeto magico. Aule e laboratori didattici nei Musei Archeologici dell’Emilia-Romagna: esperienze a confronto, Atti del convegno, Bologna 2003.


Lenzi F., Museo Civico “Luigi Fantini”, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 112, n. 57.

Dore A. et alii, Guida al Museo Archeologico di Monterenzio “Luigi Fantini”. Archeologia e storia delle Valli dell’Idice e dello Zena, Bologna, 2000


Vitali D., Abitato e necropoli di Monte Bibele, in I Celti, Catalogo della mostra, Venezia, 1991.

Morrone V. (a cura di), Guida al Museo Civico L. Fantini di Monterenzio e all’area archeologica di Monte Bibele, Bologna, 1989.

Vitali D. ( a cura di), Monterenzio e la valle dell’Idice. Archeologia e Storia di un territorio", Bologna, 1983.

Lenzi F., Pagliani M.L., Archeologia e storia della Valle dell'Idice, Guida didattica, Bologna,1983.
Via del Museo, 2
Monterenzio (BO)
Tel: 329 194 9532
Archeologia
Archeologia classica
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia protostorica
Il museo, trasferitosi nel luglio 2000 nella sua sede definitiva, conserva i materiali provenienti dall'area archeologica di Monte Bibele, sul massiccio omonimo a cavaliere fra le valli dell'Idice e dello Zena, a nord dei paesi di San Benedetto del Querceto e di Quinzano, e rappresenta una delle più complete e importanti raccolte di materiali celtici sia a livello regionale che nazionale.
La sua istituzione, seguita ad una prima mostra permanente di materiali archeologici nel 1983, trae origine dalla scoperta, avvenuta nei primi anni Sessanta del Novecento, di un insediamento sorto nel cuore dell'Appennino fra la metà del IV e gli inizi del II secolo a.C. Qui, un trentennale programma di indagini archeologiche, promosse dal Comune e dirette dal Dipartimento di Archeologia dell'Università di Bologna, in collaborazione con alcune prestigiose istituzioni europee, ha messo in luce i resti di un grande villaggio impostato su terrazzamenti artificiali in località Pianella di Monte Savino e costituito da circa cinquanta abitazioni a vano unico, con muri perimetrali realizzati in blocchi e lastre di arenaria, alcune delle quali ancora parzialmente visibili in alzato. L'insediamento, che appare caratterizzato nel suo versante meridionale da una capiente cisterna per l'acqua ad uso collettivo, presenta segni visibili di una radicale distruzione avvenuta fra la fine del III e lo scorcio iniziale del II secolo a.C., probabilmente in concomitanza con l'affacciarsi di truppe romane in area bolognese e con la serie di eventi bellici che condussero nel breve volgere di alcuni anni alla fondazione di Bononia e all'apertura di due strade consolari - formidabili assi di penetrazione verso il nord - come la via Emilia e la Flaminia minor.

Fondato dagli Etruschi, il sito di Monte Bibele fu da essi popolato con successive integrazioni da parte di elementi di origine celtica risalenti al momento della discesa dei Galli Boi nella pianura padana.

Su una cima attigua all'abitato (Monte Tamburino) sono stati scoperti i resti della sua ampia necropoli, composta di oltre centosessanta sepolture con i relativi corredi, mentre una terza culminazione del massiccio di Monte Bibele ospita un'area all'aperto con funzioni sacrali.

La documentazione archeologica è completata dal rinvenimento di un deposito votivo etrusco ricollegabile all'esistenza di uno dei molti santuari appenninici per il culto delle acque salutari, attivo probabilmente a partire dagli inizi del V secolo a.C. La stipe ha restituito quasi duecento bronzetti ex voto a figura umana e una grossa quantità di ceramiche, molte delle quali di formato miniaturistico.

Nel museo vengono ricostruite la storia e le vicende di questo centro e del territorio circostante. Il percorso museale si articola in un ampio atrio e in quattro sale, mentre lo spazio centrale è occupato dalla ricostruzione, a grandezza naturale, di una struttura abitativa del villaggio di Monte Bibele.

Nell'atrio pannelli e foto illustrano le vicende delle scoperte archeologiche che hanno interessato il territorio e debito risalto viene dato alla figura di Luigi Fantini (1895-1978), ricercatore e speleologo bolognese, cui è dedicato il Museo.

La prima sala offre una scelta dei principali reperti che testimoniano le tappe dell'antropizzazione di questo settore appenninico, dalle prime fasi della preistoria al periodo romano. L'età etrusca è documentata dai numerosi bronzetti votivi e dalle ceramiche miniaturistiche della stipe votiva di Monte Bibele.

La seconda sala è occupata da materiali dell'abitato di Pianella di Monte Savino, di cui si ricostruiscono la vita quotidiana, le attività produttive e le relazioni commerciali. Nella terza e quarta sala vengono presentati i ricchi corredi della necropoli di Monte Tamburino: spade, foderi, elmi, vasellame ceramico e bronzeo, pregevoli oggetti ornamentali, cui si affiancano specchi, strigili, ecc. .

Nelle ultime vetrine sono esposti alcuni materiali recuperati nelle recenti indagini archeologiche effettuate a Monterenzio Vecchio, dove è stata individuata un'altra ricca necropoli, coeva a quella di Monte Bibele.

The Museum, which moved to its current location in 2000, houses archaeological material from Mount Bibele, on the massif of the same name between the Idice and Zena valleys, north of the towns of San Benedetto del Querceto and Quinzano. It is one of the largest and most important collections of Celtic material at both the regional and national levels. Its institution came on the heels of a permanent exhibition of archaeological material in 1983, the result of the discovery – made in the early 1960s - of a settlement that had been established in the heart of the Apennines between the mid-4th century and the early 2nd century B.C. The site was the focus of a thirty-year archaeological study program sponsored by the Bologna municipal administration and directed by the University of Bologna’s archaeology department, in collaboration with several prestigious European universities. The work unearthed the remains of a large village located on artificial terraces in Pianella di Monte Savino, featuring about fifty single-room homes built out of sandstone blocks and slabs, some of which are still partially visible. The settlement, which featured a large public water cistern on its southern outskirts, shows evident signs of having been radically destroyed between the end of the 3rd century and the beginning of the second century B.C., probably at the same time as Roman troops were arriving in the area, leading to wars that resulted in the foundation of Bononia and the opening of two consular roads – the Via Emilia and the Via Flaminia minor – which served as formidable avenues for northward expansion.

Founded by the Etruscans, the Mount Bibele site was subsequently also settled by Celtic peoples once the Boii expanded into the Po Plain.
The remains of the settlement’s large necropolis were located on a nearby mountaintop (Mount Tamburino). They include over 160 burial sites and their grave goods, while another mountaintop on the Mount Bibele massif hosted an outdoor place of worship.
The archaeological documentation of the site was completed by the finding of an Etruscan votive deposit linked to one of the Apennine’s many water cult sanctuaries, which was probably active from the early 5th century B.C. Almost two hundred votive bronze human statues were found, along with a large quantity of pottery, including many miniatures.
The Museum describes the life and times of this settlement and the surrounding area. The exhibition is housed in a large atrium and four halls, while the centrepiece is a life-size replica of a home from the Mount Bibele settlement.
In the atrium, panels and photos depict local archaeological discoveries, and celebrate Luigi Fantini (1895-1978), a Bolognese researcher and speleologist to whom the Museum is dedicated.
The first hall displays material documenting the settlement of the local Apennines, from early pre-history to the Roman era. The Etruscan era is documented by the votive bronze statues and miniature potteries from the Mount Bibele votive deposit.
The second hall displays material from the settlement of Pianella di Monte Savino, and re-creates its everyday life, productive activities, and trade relations. The third and fourth halls feature the many grave goods from the Mount Tamburino necropolis: swords, sheaths, helmets, pottery, bronze table wares, ornamental objects, mirrors, strigils, etc.
The last cases display material collected during the latest archaeological digs at Monterenzio Vecchio, where another necropolis – of the same age as the one on Mount Bibele – was found.

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