Musei Civici di Arte Antica - Palazzo Schifanoia - Ferrara
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Timbri, sigilli, punzoni
Corali
Ossi e avori
Arredi sacri e liturgici
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Storia dell'edificio
Il nome del palazzo deriva dal "schivar la noia" e si riferisce alla funzione dell'edificio, luogo deputato all' "otium" per eccellenza, così come le altre "delizie" estensi. Edificato intorno al 1385 per Alberto V d'Este, ebbe un momento di massimo splendore all'epoca del duca Borso, che nel 1465 ne affidò l'ampliamento all'architetto Pietro Benvenuto degli Ordini. A quel tempo la facciata fungeva da fondale alle rappresentazioni teatrali della corte. Un'ulteriore ristrutturazione fu realizzata nel 1493 per Ercole I dall'architetto e urbanista Biagio Rossetti, autore del cornicione in cotto realizzato in luogo della merlatura, in gran parte crollata. All'inizio del XVII secolo la delizia passò in eredità ai Cybo, duchi di Massa e Carrara. Concesso in affitto nel corso del XVIII secolo, l'edificio subì interventi impropri, tra i quali l'intonacatura delle pareti affrescate, riscoperte nel 1821 e sottoposte a restauro.
Il Salone dei Mesi, capolavoro dell’arte di corte ispirato alla cultura astrologica e al neoplatonismo rinascimentale, è situato al piano nobile, dove si può ammirare uno dei più importanti cicli pittorici del rinascimento, eseguito tra il 1469 e il 1470 sul programma iconografico elaborato dall'erudito di corte Pellegrino Prisciani. Gli affreschi seguono la successione dei mesi, oggi leggibili in numero di sette: la scansione in tre fasce orizzontali di ciascun scomparto si riferisce ai trionfi delle divinità dell'Olimpo, ai decani, divinità astrali di probabile origine egizia, e alla vita di corte. Principali autori del ciclo, ideato da Pellegrino Prisciani, bibliotecario, storiografo, sovraintendente alle arti di corte, nonché professore di astronomia all'università di Ferrara, e Cosmè Tura, che diresse i lavori ai quali presero parte gli artisti dell’Officina ferrarese.
Gli affreschi del Salone dei Mesi sono stati oggetto di intervento conservativo da parte dell'Istituto per i Beni Culturali secondo quanto stabilito dalla L.R. n. 18/2000.
Il Salone dei Mesi, capolavoro dell’arte di corte ispirato alla cultura astrologica e al neoplatonismo rinascimentale, è situato al piano nobile, dove si può ammirare uno dei più importanti cicli pittorici del rinascimento, eseguito tra il 1469 e il 1470 sul programma iconografico elaborato dall'erudito di corte Pellegrino Prisciani. Gli affreschi seguono la successione dei mesi, oggi leggibili in numero di sette: la scansione in tre fasce orizzontali di ciascun scomparto si riferisce ai trionfi delle divinità dell'Olimpo, ai decani, divinità astrali di probabile origine egizia, e alla vita di corte. Principali autori del ciclo, ideato da Pellegrino Prisciani, bibliotecario, storiografo, sovraintendente alle arti di corte, nonché professore di astronomia all'università di Ferrara, e Cosmè Tura, che diresse i lavori ai quali presero parte gli artisti dell’Officina ferrarese.
Gli affreschi del Salone dei Mesi sono stati oggetto di intervento conservativo da parte dell'Istituto per i Beni Culturali secondo quanto stabilito dalla L.R. n. 18/2000.
Pubblicazioni e Cataloghi
Mottola Molfino A., Natale M., Catalogo-Le Muse e il Principe, ARBE, 1991
Parisini S. (a cura di), Per antiche vie: guida al Parco Archeologico dell'Alto Adriatico, Bologna, Editrice Compositori, 2014, pp. 187-188Miarelli Mariani I., Palazzo Schifanoia. La Sala dei Mesi, sito: Italica Rinascimento, rai.it
Incerti M., Geometrie astrologiche e astronomiche nel salone dei Mesi di Schifanoia, “Ferrariae Decus”, n.s., 2008, 24, pp. 46-57
Settis S., Cupperi W. (a cura di), Il Palazzo Schifanoia a Ferrara, Modena, F.C. Panini, 2007.
Federici Vescovini G., Gli affreschi astrologici del Palazzo di Schifanoia e l’astrologia alla corte dei duchi d’Este tra Medioevo e Rinascimento, in L’art de la Rénaissance entre science et magie, Colloque International organisé par le Centre d’Histoire de l’Arte de la Renaissance, juin 2002, Académie de France à Roma, sous la direction de Philippe Morel, Paris, Somogy Editions d’Art, 2006, pp.55-82
Guarino M., Museo Civico di Palazzo Schifanoia, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 129-130, n. 19.
Cassani R., Il salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia il registro inferiore come ‘atlante’ del principe, “Atti e Memorie della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria”, 4.ser. 16.1999 (2000), pp. 105-149
Fratucello C., Knorr C. (a cura di), con testi di Marco Bertozzi, Il cosmo incantato di Schifanoia. Aby Warburg e la storia delle immagini astrologiche, cat. mostra, Comune di Ferrara, Musei Civici di Arte Antica, Istituto di Studi Rinascimentali, The Warburg Institute London, 1998
Marco Bertozzi, La tirannia degli astri gli affreschi astrologici di Palazzo Schifanoia, Livorno, Sillabe, 1999
Visser Travagli A. M., Picello R., Schifanoia cantiere aperto, cat. mostra, Comune di Ferrara, Musei Civici d’Arte Antica, Ferrara, Edisai Edizioni, 1999
Bertozzi M., Il talismano di Warburg: considerazioni sull'impianto astrologico di Palazzo Schifanoia, in Bertozzi M. (a cura di), Alla corte degli Estensi. Filosofia, arte e cultura a Ferrara nei secoli XV e XVI, Atti del Convegno internazionale di studi, Ferrara 1992, Ferrara, Università degli Studi, 1994, pp.199-208
Lippincott K., Gli dei decani del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, in Bertozzi M. (a cura di), Alla corte degli Estensi. Filosofia, arte e cultura a Ferrara nei secoli XV e XVI, atti del Convegno internazionale di studi, Ferrara 1992, Ferrara , Università degli Studi, 1994, pp. 181-197
Visser Travagli A.M., Palazzo Schifanoia e palazzo Marfisa a Ferrara, Milano 1991
Varese R. (a cura di), Atlante di Schifanoia, Modena, Panini, 1989
Sgarbi V., Per Schifanoia studi e contributi critici, Ferrara, liberty house, 1987
Volpe C., Palazzo Schifanoia, gli affreschi, “Musei Ferraresi Bollettino Annuale”, 15, 1985-87, pp. 9-28
Il Museo Civico di Ferrara. Donazioni e restauri, catalogo della mostra, Firenze 1985
Macioce S., La 'Borsiade' di Tito Vespasiano Strozzi e la 'Sala dei Mesi' di Palazzo Schifanoia, “Annuario dell'Istituto di Storia dell'Arte”, Università di Roma 'La Sapienza', n.s., Roma 1984, 2, pp. 3-13
Macioce S., Palazzo Schifanoia: una proposta iconologica per il mese di Settembre nella Sala dei Mesi, in «Storia dell'Arte», 1983, 48, pp. 75-99
Rosenberg C.M., Courtly Decorations and the Decorum of interior space, in Giuseppe Papagno e Amedeo Quondam, a cura di, La corte e lo spazio: Ferrara estense, Roma, Bulzoni, 1982, pp. 529-544
Varese R., Il palazzo di Schifanoia, Specim-Fotocromo Emiliana, Bologna 1980
Magoni G.L., le cose non dette sui decani di Schifanoia. Una lettura astronomica, Ferrara, Accademia delle Scienze di Ferrara, 1977
Povoledo E., La sala teatrale a Ferrara da Pellegrino Prisciani a Ludovico Ariosto, “Bollettino del Centro Internazionale di Architettura Andrea Palladio”,16 (1974), pp. 105-128.
Varese R., Novità a Schifanoia, “Critica d'Arte”, 113 (1970), pp. 49-62
David E. Pingree, The Indian Iconography of the Decans and Horas, “Journal f Warburg and Courtauld Institutes”, XXVI, (1963), pp. 223-254
Warburg A., Italienische Kunst und Internationale Astrologie in Palazzo Schifanoia zu Ferrara, 1912, in Gesammelte Schriften, a cura di G. Bing, Leipzig-Berlin 1932
Venturi A., Gli affreschi del Palazzo di Schifanoia in Ferrara secondo recenti pubblicazioni e nuove ricerche, “Atti e Memorie della Regia Deputazione di Storia Patria per la provincie di Romagna”, s. III, v. III, fasc.V-VI, (1885-1886), pp.381-414
Venturi A. (trad. da F.Harck), Gli affreschi del Palazzo di Schifanoia in Ferrara, Ferrara, Taddei, 1886
Via Scandiana, 23
44121 Ferrara (FE)
44121 Ferrara (FE)
Tel: 0532 244949
Arte
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte medievale (XI-XV secolo)
Archeologia classica
Medaglistica
Numismatica
Arte sacra
Archeologia medievale
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Arte medievale (XI-XV secolo)
Archeologia classica
Medaglistica
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Archeologia medievale
Attualmente chiuso a causa dei lavori di messa a norma antisismica di Palazzo Schifanoia.
Il museo ha sede dal 1898 in Palazzo Schifanoia, comprende una serie di collezioni che testimoniano la storia cittadina. Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando furono istituiti il Museo Pubblico, la Biblioteca e l'Accademia del Disegno in Palazzo Paradiso, sede dell'Università. Attualmente le raccolte, presentate in modo parziale o a rotazione, sono sistemate nelle sale del Quattrocento e nell'ala trecentesca del palazzo. Il primo nucleo, costituito dalla raccolta lapidaria, venne formato nel 1735 a Palazzo Paradiso. Fu però l'acquisto del fondo numismatico Bellini a sancire nel 1758 la costituzione del museo.
Il museo ha sede dal 1898 in Palazzo Schifanoia, comprende una serie di collezioni che testimoniano la storia cittadina. Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando furono istituiti il Museo Pubblico, la Biblioteca e l'Accademia del Disegno in Palazzo Paradiso, sede dell'Università. Attualmente le raccolte, presentate in modo parziale o a rotazione, sono sistemate nelle sale del Quattrocento e nell'ala trecentesca del palazzo. Il primo nucleo, costituito dalla raccolta lapidaria, venne formato nel 1735 a Palazzo Paradiso. Fu però l'acquisto del fondo numismatico Bellini a sancire nel 1758 la costituzione del museo.
Incrementato da copiose donazioni, il Medagliere, tra i principali in ambito regionale, conta più di 22.000 pezzi; oltre al nucleo di monete italiane, medioevali e moderne, comprende le sezioni greca, romana, punica, una raccolta di conii e punzoni della zecca di Ferrara e una serie di medaglie eseguite da grandi artisti del rinascimento: Pisanello, Matteo dè Pasti, Sperandio da Mantova. Le raccolte archeologiche, accresciute nel corso del Settecento, ebbero origine dall'accorpamento di ceramiche greche, etrusche e romane, vetri, lucerne e bronzetti, cui si aggiunse nel XIX secolo la collezione egizia. Dal cardinal Riminaldi furono poi donati il gruppo delle gemme incise e il nucleo principale della collezione dei bronzi, con opere del Giambologna e dell'Algardi. E' poi visibile a rotazione una selezione di corali certosini e olivetani di qualità straordinaria: si segnalano inoltre la Bibbia commissionata da Borso d'Este per il monastero di San Cristoforo miniata da Guglielmo Giraldi e l'incunabolo Decretum Gratiani miniato da maestranze del tempo di Ercole I. Tra le raccolte minori, la collezione degli avori vanta pezzi eterogenei di grande interesse, tra i quali placchette con scene cortesi. Nel 1935 fu acquisita la collezione Pasetti delle ceramiche graffite; nel secondo dopoguerra, in seguito alla soppressione delle Opere Pie, giunse un ingente numero di arredi sacri e un gruppo di dipinti ferraresi del Sei e Settecento, con quadri di Bononi, Zola, Scarsellino. Nell'ala trecentesca sono esposte opere di eccezionale valore, come il polittico in alabastro dello scultore di Nottingham, degli inizi del XV secolo, la Madonna con Bambino, terracotta policroma di Domenico di Paris e parte del coro ligneo di Sant'Andrea, intarsiato nel XV secolo dalla bottega dei Lendinara.
Since 1989, the Museum has been housed in Palazzo Schifanoia. It features a series of collections that document Ferrara’s history. Its origins date back to the 18th century, when a public museum, library, and art academy were established in Palazzo Paradiso, which also housed the university. Currently the collections are housed in the 15th century halls and 14th century wing of the building, and are displayed only partially or on rotation. The museum’s first core collection, the lapidarium, was established in 1735 in Palazzo Paradiso. However, it wasn’t until 1758, when the Bellini numismatic collection was purchased, that the Museum was founded.
Thanks to copious donations, the coin collection, one of the largest in the region, has over 22,000 items. Along with the core collection of medieval and modern Italian coins, it also has Greek, Roman, and Punic sections, a collection of dies and stamps from the Ferrara mint, and a series of medals designed by leading Renaissance artists such as Pisanello, Matteo dè Pasti, and Sperandio da Mantova. The archaeological collections, which grew over the course of the 18th century, began with a series of Greek, Etruscan, and Roman pottery, along with glasswork, lamps, and bronze statuettes, and were augmented by the Ancient Egyptian collection in the 19th century. Cardinal Riminaldi donated the engraved gems and most of the bronze sculpture collection, with pieces by Giambologna and Algardi. A selection of Carthusian and Olivetan songbooks of extraordinary quality is displayed on rotation; additionally, the museum features a Bible commissioned by Borso d’Este for the San Cristoforo monastery and illustrated by Guglielmo Giraldi, and the Decretum Gratiani incunable illustrated by craftsmen from Ercole I’s time. Turning to minor collections, the ivory collection boasts heterogeneous pieces of great interest, including small plaques illustrated with scenes of life at court. In 1935 the museum purchased the Pasetti collection of graffite pottery; after World Word Two, following the suppression of the Opere Pie religious charity, the museum acquired a large number of vestments and a group of 17th and 18th century paintings from the Ferrara school, including works by Bononi, Zola, and Scarsellino. The 14th century wing displays items of exceptional value, such as the early 15th century alabaster polyptych by a Nottingham-based sculptor, the terracotta polychrome Madonna with Child by Domenico di Paris, and part of the Sant’Andrea wooden choir, inlaid in the 15th century by craftsmen from the Lendinara workshop.
Dove si trova
data ultima modifica:
05/02/2019
type:m
26619
http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=26619