Banco di turritelle in matrice
Breccia fossilifera a lamellibranchi
Sala della sezione "Ambiente Terra"
Ferrara

Museo Civico di Storia Naturale

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Civico di Storia Naturale, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 34.

Museo Civico di Storia Naturale, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, p. 30.

Pesarini F., Trevisani E. (a cura di), Museo civico di storia naturale di Ferrara: il manuale, Ferrara, Museo civico di storia naturale di Ferrara, 2001.

Pesce G.B., Museo Civico di Storia Naturale, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 135, n. 28.

Filippini R., Masini G., Origini e storia ottocentesca del Museo di Storia Naturale di Ferrara, Ferrara, Civico Museo di Storia Naturale, 1992.

Mantovani M.G., Museo di Storia naturale di Ferrara. Guida illustrata, Ferrara, 1980.
Largo Florestano Vancini, 2
Ferrara (FE)
Tel: 0532 203 381
Storia e scienze naturali
Zoologia
Paleontologia
Geologia
Etnologia/Etnografia
Le origini del Museo risalgono all'istituzione dell'insegnamento di Storia Naturale presso l'Università di Ferrara, nel 1862. Le collezioni, inaugurate dieci anni più tardi nell'ex convento delle Martiri di via Roversella, comprendevano inizialmente un nucleo mineralogico, ereditato dal preesistente Museo Civico, cui vennero ad aggiungersi numerosi materiali, zoologici, geo-paleontologici, mineralogici ed etnografici, donati da collezionisti ferraresi residenti all'estero, specialmente in Egitto e in Argentina. Figura importante per il museo è stato lo scultore e paleontologo Angelo Conti, al quale si deve la donazione di una consistente raccolta di invertebrati pleistocenici di Monte Mario.

Dopo un prolungato periodo di abbandono, nel 1937 il museo è stato riaccorpato nella sede attuale, ricavata dall'architetto Carlo Savonuzzi in un'ala dell'ex ospedale di S. Anna. Nel dopoguerra, su iniziativa del direttore Mario Canella, le raccolte sono state ricostituite ed incrementate ed infine riordinate secondo un percorso espositivo in grado di assolvere anche a precise funzioni didattiche. Attualmente il museo, comprende una raccolta entomologica di circa centomila esemplari provenienti in prevalenza dagli ambienti umidi di pianura. Sono in incremento le collezioni malacologica, erpetologica e dei micromammiferi. Tra i pezzi più rilevanti dell'itinerario di visita, di recente ulteriormente aggiornato sulla base del precedente riordinamento, meritano segnalazione i calchi di plesiosauro e di tirannosauro; la foca monaca, l'orso polare, il formichiere gigante e, nella ricca collezione ornitologica, la coppia di condor delle Ande e gli esemplari di uccelli del paradiso. Completano il museo un Punto di Informazione e Documentazione e una Stazione di Ecologia del Territorio, attivi dal 1987, una Biblioteca specializzata, un Osservatorio sulle comunità animali di ambienti umidi. Dal 1997 un'apposita sezione museale tratta il tema dell'ambiente tramite reperti, modelli e ricostruzioni multimediali.

The origins of the Museum date back to the introduction of natural history lessons at the University of Ferrara in 1862. The collections were opened to the public ten years later, in the former Martiri nunnery in Via Roversella. Their original core was a mineral collection inherited from the pre-existing Civic Museum. They were then augmented with numerous zoological, geo-paleontological, mineral, and ethnographic material donated by Ferrara-born collectors living abroad, especially in Egypt and Argentina. The sculptor and palaeontologist Angelo Conti, who donated a large collection of Pleistocene invertebrates from Monte Mario, played an important role in the Museum’s history.

After a lengthy period during which the Museum was abandoned, in 1937 it re-opened in its current location, a wing of the former S. Anna hospital converted by the architect Carlo Savonuzzi. During the post-war period, under an initiative spearheaded by the Museum’s director Mario Canella, the collections were put back together, augmented, and re-classified according to criteria that would help the exhibition play a specific didactic role. The Museum currently boasts an entomological collection of over 100,000 specimens, mostly from Po Plain wetlands. The herpetological, small mammal, and malacological collections are all being augmented. The exhibits have been recently further updated on the basis of the preceding re-classification, and some of the most significant items on include casts of plesiosaur and Tyrannosaurus rex, a Monk Seal, a Polar Bear, a Giant Anteater, and the rich ornithological collection featuring a pair of Andean Condors and numerous species of birds of paradise. Finally, the Museum also features an information point and a Local Ecology Station active since 1987, a specialized library, and a monitoring station focusing on wetland animal communities. Since 1997, the Museum has had a section dedicated to the environment, using specimens, models, and multi-media reconstructions.

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