Sezione archeologica: i dolia e l’installazione di Oscar Dominguez (foto D. Vanzolini)
Sezione di marineria: imbarcazione tradizionale (vele al terzo), modello di trabaccolo (foto D. Vanzolini)
Cattolica

Museo della Regina

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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Museo della Regina, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 98.

Stoppioni M. L. (a cura di), Vetus litus : archeologia della foce. Guida breve, Bologna 2009.

Malnati L., Stoppioni M. L., Vetus litus. Archeologia della foce. Una discarica di materiali ceramici del 3. secolo a. C. alla darsena di Cattolica lungo il Tavollo, Firenze, 2008.

Museo della Regina, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, p. 34.

Stoppioni M. L. (a cura di), Il pozzo romano di Cattolica e i pozzi dell'Emilia-Romagna in antico, Cattolica, 1998.

Maioli M.G., De Nicolò M.L., Antiquarium. Museo della marineria, Verucchio, 1995.

Dove si cambia il cavallo. Luoghi di sosta lungo la via Flaminia e le vie dei Romani, Catalogo della mostra, Verucchio, 1995.
Via Pascoli, 23
Cattolica (RN)
Archeologia
Archeologia classica
Archeologia preistorica/paletnologia
Tematico
Arti e tradizioni popolari
Il museo, nel nuovo allestimento, si articola in due sezioni espositive dedicate rispettivamente all'archeologia e alla marineria. Nel primo caso sono raccolte principalmente le testimonianze archeologiche relative all'insediamento romano antecedente la fondazione di Cattolica, avvenuta nel XIII secolo ad opera di nuclei di abitanti di Rimini e di Focara. Nella sezione marinaresca invece il percorso espositivo, arricchitosi nel tempo grazie a diverse donazioni, documenta i diversi aspetti della cultura del mare, con particolare riferimento all'attività portuale del tratto di costa che fa capo all'attuale Cattolica: dall'attività cantieristica alle tecniche di costruzione delle imbarcazioni adriatiche ai vari sistemi di pesca, alcuni dei quali, come lo spontale e la tratta, sono praticati tuttora.

L’effettuazione delle prime indagini archeologiche agli inizi degli anni Sessanta e il riaffiorare di vestigia romane hanno rivelato che, per la sua posizione tra la foce del Crustumium - attuale Conca - e il rilievo che domina l'ultima parte della vallata fluviale e per il naturale porto protetto disegnato dall’insenatura, il territorio di Cattolica ha avuto sicuramente sin da tempi remoti le caratteristiche di luogo vocato alla frequentazione umana e all’insediamento.

La discarica di materiali ceramici romani scoperta nel 2004 durante la costruzione della nuova darsena, presso l'antica foce del Tavollo, ricollegabile con ogni evidenza al butto di una fornace, ha svelato un notevole brano del passato e delle fasi di vita iniziali di questo centro affacciato sull’Adriatico, a quanto pare precocemente attivo come scalo già a partire dalla metà del III sec. a.C. Anfore e dolii in quantità (circa un migliaio) caratterizzano la produzione dell'atélier , che si è cimentato anche nella creazione di altri manufatti, fra cui ceramiche per la cucina, la mensa e l'arredo, tentando perfino la realizzazione di statuaria fittile a tutto tondo.

Scavi e recuperi occasionali in zona centrale (Mercato Ortofrutticolo, Case Filippini, De Niccolò e Filippini-De Nicolò, Piazza del Mercato), tutti prossimi fra loro, sono stati poi rapportati a edifici e strutture di destinazione utilitaristica in conessione con il percorso originario della via Flaminia, voluta da Roma nel 220 a.C. per unire la capitale con Rimini e porre così in comunicazione le regioni centrali della penisola con la Pianura padana.
Nei resti esplorati è stata vista la prova dell’esistenza, lungo il tracciato della strada consolare realizzata da Gaio Flaminio, di un piccolo borgo o stazione di posta sorta in epoca tardorepubblicana–primo imperiale al servizio dei viaggiatori e delle merci che transitavano sull’importante asse stradale, praticamente in affaccio diretto alla linea di costa, allora assai più vicina rispetto al presente, e nelle immediate vicinanze di un punto obbligato di attraversamento del Crustumium.

Nel percorso museale non mancano inoltre informazioni sulla storia preromana del territorio e del bacino del fiume Conca, documentate da un più esiguo nucleo di materiali.

Il nucleo originale del museo della marineria rimanda, invece, all'allestimento della mostra 'Barche e gente dell'Adriatico: 1400-1900' realizzata a Cattolica nel 1985. I modelli di imbarcazione esposti sono stati realizzati da Antonio Della Santina, che a partire dagli anni '30 ha realizzato le prime barche da lavoro a vela, oltre a "sardellare", "trabaccoletti" a motore e grandi pescherecci. Morse, squadre e utensili documentano la cantieristica locale della seconda metà dell' Ottocento, rappresentata da Giovanni Ubalducci e dalla sua famiglia. Completano la documentazione rare immagini fotografiche sulla vita e il lavoro della gente di mare, illustrati anche da capi d'abbigliamento ed esemplari di reti da pesca tradizionali.

The newly re-designed Museum has two main sections, one dedicated to archaeology and the other to naval history. The first section is centred on the archaeological finds from the Roman settlement that preceded the birth of Cattolica, which was founded in the 12th century by former inhabitants of Rimini and Focara. The naval history section, whose collections grew larger over time thanks to a series of donations, documents the various aspects of seafaring culture, with particular reference to port activities along the coast of modern-day Cattolica: from shipyards to construction techniques for Adriatic vessels and local fishing techniques, some of which, such as those known as spontale and tratta, are still being used.

The first archaeological digs of the early 1960s and the unearthing of Roman ruins have shown that - thanks to its position between the mouth of the Crustumium (now Conca) river and the hills overlooking the final part of the river valley, and the natural harbour provided by the cove – the Cattolica area has been an attractive site for human settlement ever since ancient times.
The rubbish pit containing Roman pottery discovered in 2004 during the construction of the new dock, near the former mouth of the Tavollo river, and which most likely represents discarded material from a furnace, sheds light on the initial phases of the life of this Adriatic town, which seems to have been a trade hub ever since the middle of the 3rd century B.C. An abundance of amphorae and dolia (about 1,000) characterize the furnace’s output, along with smaller quantities of other materials, such as pottery for the kitchen, table, and home, and event an attempt at making terracotta statues.
Archaeological digs and occasional findings from closely spaced localities in the city centre (produce market; Filippini, De Niccolò and Filippini-De Nicolò homes; Piazza del Mercato) refer to utilitarian buildings located along the original course of the Via Flaminia, which was built in 220 B.C. to link Rome with Rimini, and thus central Italy with the Po Plain. The remains examined so far prove the existence, along the consular road built under Gaius Flaminius, of a small hamlet or postal station from the late Roman Republic or early Empire. The site was used by traders and their wares travelling along this important route overlooking the coastline, which was much further inland at that time, and near one of the obligatory crossing points for the Crustumium river.
The Museum also provides information on the pre-Roman history of the local area and the Conca river basin, which is documented by a small amount of material.
The original core of the naval history museum originates with an exhibition titled “Boats and peoples of the Adriatic: 1400 -1900” staged in Cattolica in 1985. The ships on display were made by Antonio Della Santina, who built the first working sailboats starting in the early 1930s, along with sardellare (boats used for sardine fishing), small motorized trabaccolo fishing boats, and large fishing vessels. Vises, tri-squares, and other tools document the local shipyard industry from the second half of the 19th century, which was spearheaded by Giovanni Ubalducci and his family. The exhibit is completed by rare photographs, traditional fishing nets, and work clothes documenting the life and work of seafarers.

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