Copricapo cerimoniale di piume, Indios Mundurucù - Amazzonia centrale, prima metà sec. XIX
Vasi in vetro dalla necropoli della Fossalta, età tardoantica
Anfora attica a figure nere. Savignano sul Panaro, Pontalto. V secolo a.C.
Sala dell'Archeologia
Ciotola carenata, Sant'Ambrogio, Bronzo medio 1450-1350 a.C.
Targa in bronzo, esposta all'ingresso del Museo, con il logo del riconoscimento “Museo di Qualità” assegnato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Modena

Museo Civico Archeologico Etnologico

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

Bernabò Brea M., Cardarelli A., Cremaschi  M.(a cura di), Le terramare. La più antica civiltà padana, catalogo della mostra, Milano, Electa, 1997.


Sogliani F. (a cura di), Utensili, armi e ornamenti di età medioevale da Montale e Gorzano, Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 1995.


Desrosiers S., Pulini I.  (a cura di), Musei Civici di Modena. Tessuti Precolombiani, Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 1992.


Modena dalle origini all'anno Mille. Studi di archeologia e storia, catalogo di mostra, coordinamento scientifico di Cardarelli A., Modena, Franco Cosimo Panini Editore, 1988.


Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Il caso modenese, catalogo di mostra, coordinamento scientifico di Settis S. e Pasquinucci M., Modena, Franco Cosimo Panini editore, 1983.

Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Civico Archeologico Etnologico, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-2012, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 60.

Pulini I., Zanasi C. (a cura di), Guida al Museo Civico Archeologico Etnologico, Comune di Modena - Musei Civici, Carpi 2008.

Palazzo dei Musei, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, pp. 11.

Sguardi da lontano: fotografie di viaggio ed esplorazioni del mondo nelle raccolte del Museo civico archeologico etnologico di Modena, Modena, Museo civico archeologico etnologico, Panini, 2005.


Pagliani M.L., Museo Civico Archeologico Etnologico, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 67, n. 19.


Quaderni del Museo archeologico etnologico di Modena: studi di preistoria e protostoria, Comune di Modena, Assessorato alla Cultura e beni culturali, Museo Archeologico Etnologico, Modena, Museo Archeologico Etnologico, 1994.


Guida al Museo Archeologico Etnologico di Modena, Carpi 1990.

Vitali D., Sul Museo civico archeologico di Modena, Modena, Comune di Modena, 1984.


Cardarelli A., La formazione del Museo Civico e gli studi paletnologici a Modena, in C. Morigi Govi, G. Sassatelli (a cura di), in "Dalla Stanza delle antichità al Museo Civico. Storia della formazione del Museo Civico Archeologico di Bologna", catalogo della mostra, Bologna 1984, pp. 499-509.

Cardarelli A., Il Museo Civico di Modena e la ricerca archeologica nel Modenese, in "Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Il caso modenese", catalogo della mostra, Modena 1983, pp. 11-17.

Cardarelli A., Pulini I., Il metodo comparativo e l'origine dei musei preistorico-etnografici in Europa, in Dialoghi di Archeologia, III, 4, pp. 71-89.
Palazzo dei Musei
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena (MO)
Tel: 059 203 3100, 059 203 3125
Archeologia
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia classica
Archeologia postclassica
Etnologia/Etnografia
Archeologia precolombiana
Il museo raccoglie una ricca documentazione relativa allo sviluppo storico e alle dinamiche di popolamento della città e del territorio modenese dalla preistoria al medioevo.
La nascita del museo, nel 1871, si ricollega in modo diretto all'intenso dibattito culturale e politico sul tema delle ricerche preistoriche e dell'istituzione dei musei civici come luoghi deputati alla conservazione dell'identità cittadina nello scenario di profondo cambiamento degli anni immediatamente post unitari.
Anche la sezione etnologica, con i suoi reperti di provenienza extraeuropea, si riallaccia strettamente alla genesi del museo e all'affermarsi delle teorie antropologiche comparative, che ampio contributo hanno dato alla nascente disciplina della paletnologia.
Strettamente collegato è il Lapidario Romano, ubicato nel cortile ovest del Palazzo dei Musei, che con i suoi monumenti, per lo più provenienti dalle grandi necropoli urbane estese lungo le principali direttrici stradali, consente di ampliare il patrimonio di conoscenze sul tessuto demografico e sociale della città romana.

Il primo nucleo delle raccolte museali si deve alle ricerche condotte nella seconda metà dell'Ottocento da Giovanni Canestrini, Carlo Boni, Francesco Coppi e Arsenio Crespellani sui resti delle terramare, abitati protetti da argine e fossato diffusi nella Pianura padana centrale durante l'età del Bronzo media e recente.

A queste si sono aggiunti successivamente i numerosi materiali recuperati dall'archeologo modenese Ferdinando Malavolti, specialmente sul pianoro del Pescale e alle Fornaci Carani, e le importanti testimonianze degli scavi recenti in città e nel territorio.

Il percorso espositivo, ripresentato nel 1990 nel rispetto dell'originale sistemazione ottocentesca, descrive un tracciato cronologico che permette di seguire il percorso storico della città e del territorio: dai manufatti in pietra del Paleolitico alle prime ceramiche del Neolitico rinvenute a Fiorano, dai raffinati reperti in bronzo delle terramare (Gorzano, Montale, Gaggio) ai corredi delle tombe villanoviane disseminate in varie parti del territorio (Savignano, Bazzano, Castelfranco, Nonantola), dalla necropoli etrusca della Galassina alle preziose suppellettili delle 'domus' di 'Mutina' romana e ai corredi delle tombe longobarde.

La sezione etnologica è costituita da materiali di diverse aree geografiche che in molti casi testimoniano culture ormai scomparse o in via di estinzione. La sistemazione attuale delle raccolte rispetta l'originaria suddivisione ottocentesca per aree geografiche: Nuova Guinea, America del Sud, Africa, Asia e Perù Precolombiano, rievocando la stagione delle grandi spedizioni esplorative e le figure di studiosi e ricercatori che hanno dato il loro contributo alla conoscenza di nuove terre e altre culture.

Il Lapidario Romano, allestito al piano terra del Palazzo dei Musei, espone materiali provenienti dalle aree esterne al perimetro della città romana occupate in età imperiale da necropoli monumentali. Particolarmente rilevanti sono i sepolcri rinvenuti lungo la via Emilia a est della città, come l'ara funeraria del centurione Clodio, l'ara di Vetilia Egloge e il monumento a forma di prua di nave appartenuto probabilmente ad un alto ufficiale della flotta augustea.

The Museum draws together extensive documentation on the historical development and settlement dynamics of the city of Modena and surrounding areas from prehistoric times to the Middle Ages. The establishment of the Museum in 1871 is directly linked to the intense cultural and political debate on prehistoric research and the role of civic museums in preserving local identities during the profound changes that took place in the years immediately following Italian unification. The ethnological section, with its non-European material, is also closely linked to the birth of the museum and the emergence of comparative anthropology, which contributed greatly to the new discipline of prehistoric archaeology. The Roman lapidarium, located in the western courtyard of the Palazzo dei Musei, features monuments mostly from the large urban necropoles that were located along the main roads. It provides additional information on the demographic and social aspects of the city of Modena during Roman times.

The Museum’s original core collection is the result of research conducted in the second half of the 19th century by Giovanni Canestrini, Carlo Boni, Francesco Coppi, and Arsenio Crespellani on the remains of the terramare settlements, which were hamlets protected by moats and ditches commonly found in the central Po plain during the middle and late Bronze Age.
The collection was subsequently augmented with the extensive material collected by the Modena-born archaeologist Ferdinando Malavolti, especially on the Pescale plateau and at the Carani furnaces, along with important material from recent archaeological digs in the city and nearby areas.
The exhibitions, which were re-arranged in 1990 to reflect their original 19th century order, re-trace the chronological history of the city and its territory: from Palaeolithic stone tools to the first Neolithic potteries found in Fiorano; from the fine bronze objects from the terramare settlements (Gorzano, Montale, Gaggio) to the grave goods from Villanovan burial sites scattered throughout the area (Savignano, Bazzano, Castelfranco, Nonantola); from the Etruscan necropolis of Galassina to the precious decorations of Roman domus from Mutina (the name under which Modena was known during the Roman era) and grave goods from Longobard tombs.
The ethnological section includes material from many geographic areas, which in many cases documents cultures that are now extinct or nearly so. The collections are currently arranged by geographical area, just as they originally were in the 19th century: New Guinea, South America, Africa, Asia, and Pre-Columbian Peru. They recall the era of the great exploratory expeditions, and commemorate the scholars and researchers who helped discover new lands and foreign cultures.
The Roman lapidarium, on the ground floor of the Palazzo dei Musei, displays material from outside the Roman-era city walls, where monumental necropoles were located during the Roman Empire. The burial sites found along the Via Emilia east of the city – such as the funeral altar of the centurion Clodius, the altar of Vetilia Egloge and the monument shaped like a ship’s bow that probably belonged to a high-ranking official of Augustus’ fleet – are of particular importance.

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.