Sede del museo (foto P. Terzi, Provincia di Modena)
Testina femminile in terracotta, prima metà I sec. a.C. (foto P. Terzi, Provincia di Modena)
Ceramica d'impasto decorata a cordicella e a stampiglia, VIII sec. a.C. (foto P. Terzi, Provincia di Modena)
Castelfranco Emilia

Museo Civico Archeologico "A.C. Simonini"

Orari e Tariffe
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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi

Lenzi F. (a cura di), Museo civico archeologico, Castelfranco Emilia (MO): Piano museale 2004, Regione Emilia-Romagna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, Bologna, Centro regionale per il catalogo e la documentazione, 2004.

Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Museo Civico Archeologico "A.C. Simonini", in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-2012, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 57.

Cesari L., Neri D. (a cura di), Guida al Museo Civico Archeologico di Castelfranco Emilia, Castelfranco Emilia, 2006.

Museo Civico Archeologico, in I luoghi delle idee. Musei e Raccolte della provincia di Modena, Modena, Provincia, 2005, pp. 62-63.


Neri D. (a cura di), La collezione del Museo Civico Archeologico di Castelfranco Emilia, in Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna, 8, Firenze, 2003.

Cesari L., L'archeotalpa al lavoro. Il mestiere dell'archeologo, San Giovanni in Persiceto, 2002.

Biancani D., Neri D. (a cura di), I fontanili del territorio di Castelfranco Emilia e San Cesario sul Panaro, in Quaderno della mostra, Castelfranco Emilia, 2000.

Pagliani M.L., Museo Archeologico, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 62, n. 6.


Neri D. (a cura di), Il Museo civico archeologico - Palazzo Piella, Firenze, 1999.
Palazzo Piella
Corso Martiri, 204
Castelfranco Emilia (MO)
Archeologia
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia classica
Archeologia postclassica
Archeologia medievale
Rinnovato e dotato di un apparato comunicativo che grazie una serie di sussidi multimediali consente di ampliarne i contenuti e di coinvolgere le più svariate fasce di pubblico, facendo della visita un’esperienza arricchente dal punto di vista percettivo, il percorso museale rivisita la storia del popolamento nell’area castelfranchese dall'epoca preistorica sino alla nascita del Borgo Franco nel XIII sec., da cui trae origine il centro odierno. Il territorio di Castelfranco, infatti, partecipa appieno ai processi di occupazione dell’alta pianura emiliana che coincidono con l’insorgenza dell’epoca neolitica, quir appresentata dal sito dei vasi a Bocca Quadrata di Cava Rondine di Piumazzo, e raggiugono l’apogeo con gli abitati di cultura terramaricola, documentati nell’area dai siti di podere Pradella, Rastellino, Gaggio.
Per la particolare importanza, fra le testimonianze presenti nel museo si segnala il ripostiglio di "aes signatum" rinvenuto nel 1897 nel podere Cappella (Riolo di Castelfranco). Si tratta di un deposito di lingotti di bronzo contrassegnato (VI sec. a.C.) da interpretarsi come mezzo di scambio premonetale o come riserva di un artigiano metallurgo in vista della produzione di nuovi manufatti.


L'itinerario si snoda in vari ambienti ove trovano adeguata collocazione numerosi reperti provenienti dagli scavi effettuati negli ultimi anni ad opera della Soprintendenza archeologica. L'età del Ferro trova compiuta rappresentazione attraverso il sito villanoviano de "al Galoppatoio", sede sia di un abitato che della relativa necropoli ad incinerazione.
L'insediamento etrusco-celtico del Forte Urbano illustra a sua volta le caratteristiche del popolamento fra il V e la prima metà del IV sec. a.C., in un ambiente culturale fortemente etruschizzato.
Per l'età romana, le fonti letterarie antiche menzionano l’esistenza di un antico centro abitato nei pressi della via Emilia fra Bologna e Modena, chiamato Forum Gallorum, in relazione alla Guerra di Modena (43 a.C.). La fase della romanizzazione è ampiamente documentata da una serie di materiali, fra i quali una serie di epigrafi sepolcrali di diverso ambito cronologico che indiziano ricche sepolture dislocate sul territorio. La più importante di queste si riferisce ad un magistrato che svolse la carica municipale del decurionato a Bologna. A una sistemazione della via Emilia nel corso del IV sec. d.C. si ricollega invece il cippo milliario con dedica agli imperatori Valentiniano I e Valente rinvenuto in località Noce.
A nord della via Emilia in direzione di Modena, le indagini più recenti su Castelfranco e il suo territorio hanno portato alla scoperta di una stazione di sosta caratterizzata da diverse fasi strutturali a partire dall’epoca repubblicana. L’edificio rimasto in vita per circa sei secoli, dall’inizio del II sec. a.C. al V sec. d.C., e più volte ricostruito, si presentava come un lungo fabbricato di forma quadrangolare separato dalla via Emilia tramite un ampio canale e affacciato su un cortile interno pavimentato. Il complesso, costituito da stalle, vani di servizio e aree ad uso abitativo ha restituito copioso ceramico, una rara coppa in vetro blu databile al I secolo a.C, lucerne, pesi da telaio, contrappesi, pedine e una tavola da gioco, e un certo numero di monete che circoscrivono l’intero arco di vita della struttura.
Dopo la caduta in disuso, in un momento non precisabile dell’età medievale il sito viene nuovamente occupato in maniera stabile con un edificio di dimensioni più ridotte. Non ne è chiara la funzione, anche se la stretta relazione con la strada e la presenza di un porticato fanno pensare a una struttura destinata all’accoglienza, un ospitale dedito all’assistenza ai viaggiatori, in analogia con altri complessi sorti lungo i grandi assi di percorrenza.



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