Rocchetta Mattei
Parcheggio auto
Servizi igienici
Strumenti scientifici
Opere d'arte di vario genere
- Arturo Palmieri, In Rocchetta con Cesare Mattei, Società Tipografica già compositori, Bologna, 1931, ristampa 2016
- G. Stagni,G. Zanarini, Rocchetta Mattei. Un cantiere con l'anima, Gruppo di studi Alta Valle del Reno, 2017
- Gianni Castellani, Rocchetta Mattei. Un gioiello ritrovato, 2017
- Laura Falqui, Il mago dell'Appennino. La leggenda del conte Mattei e della sua Rocchetta, la Mandragora, 2018
- Claudio Carelli, Guida Romantica alla Rocchetta Mattei, 2019
Grizzana Morandi (BO)
Architettura
Casa-museo/dimora storica
Strumentazione scientifica
Ivi, venivano a curarsi importanti personaggi dell'epoca: da Ludwig di Baviera alla principessa Sissi, da Gioacchino Rossini allo zar Alessandro II di Russia, a tutta la borghesia aristocratizzata bolognese.
La Rocchetta Mattei presenta un nobile ingresso moresco, affiancato da una torre la cui finestra ha come balaustra la copia in marmo del pulpito pomposiano conservato a Parigi al Musée du Louvre. La lunga scalinata in pietra che sale fino all’ingresso principale è decorata con numerose statue ottocentesche. E’ inserita una copia in cemento del celebre Grifone di Pisa, il bronzo islamico medievale più importante conservato in Italia, già montato sul Duomo e oggi al Museo dell’Opera del Duomo della città toscana. La porta principale in stile moresco è invece affiancata da una figura che regge il mondo sulle spalle, opera cementizia somigliante ad un’arpia e ad un Gargoyle.
L’androne d’ingresso presenta un arco moresco sorretto da due telamoni neomedievali, il sinistro dal volto demoniaco e il destro umano. Esso immette nell’ampio cortile centrale. Sopra l’arco d’ingresso, sorreggono il balconcino della Camera del Papa due mensole in pietra bianca con teste di leone, acanti e stemma, già parte dalla tomba di Giovanni da Legnano opera dei fratelli Dalle Masegne (1383). Come queste ultime, proviene dalla Basilica di San Domenico a Bologna anche il tondo in pietra bianca con l’effige del condottiero Niccolò Ludovisi, scultura di Jacopo della Quercia (1430), montata sopra l’ingresso della Scala nobile. Al centro del cortile è posta un’ampia fontana, ricavata dal fonte battesimale della vicina chiesa medievale di Verzuno.
Attualmente sono visitabili alcune sale. La Sala della Musica era il luogo deputato all’ascolto, visti anche i documentati rapporti tra i Mattei e il grande compositore Gioacchino Rossini. Presenta una struttura neomedievale, con le colonne binate ornate con gli stemmi nobiliari del conte e i due grandi costoloni della volta. Venne decorata con gusto Liberty al tempo di Mario Venturoli. Sono custoditi alcuni strumenti musicali meccanici Marino Marini.
La Sala dei Novanta, in origine concepita da Mattei come mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, fu poi trasformata in sala da ballo dal figlio adottivo Mario Venturoli al principio del Novecento, come testimoniano l’arredo e le decorazioni in stile Liberty. La grande vetrata ovale reca l’immagine di Cesare Mattei con la sua data di nascita. La sala deriva il suo nome dal mito che l’eccentrico padrone di casa avrebbe voluto festeggiare qui i suoi novant’anni con ottantanove novantenni.
La Cappella unisce elementi arabo islamici, come gli archi ispirati a quelli della Mezquita di Cordova, con altri della tradizione architettonica medievale italiana, come il matroneo e l’abside semicircolare. La sua struttura e le decorazioni sono realizzate con materiali locali tra i quali gesso, cemento, mattoni e legno. Nelle lunette si riconoscono alcuni apostoli dipinti al principio del Novecento con una tecnica che simulava il mosaico. Anche le decorazioni del soffitto non sono lignee, ma tele dipinte che riproducono intarsi con fioroni dorati, questi ultimi invece in legno.
È presente un Giardino pensile, dove è possibile ammirare gli edifici che compongono la Rocchetta, come la torre quadrata del Conte o la circolare torre della Visione nonché le montagne appenniniche.
La Sala dell’Oblio presenta parte della decorazione a tarsie del pavimento e delle rifiniture in legno originarie, con le iniziali di Mario Venturoli Mattei al di sotto della finestra che guarda sul Cortile dei Leoni. è riconosciuta come la stanza del figlio adottivo di Mattei, il quale ereditò le proprietà e la produzione di medicamenti elettromeopatici.
La Sala Rossa, chiamata così poiché secondo la tradizione i due ambienti erano divisi da una tenda rossa era usata come studio di Mattei. La struttura moresca, con il soffitto caratterizzato da elementi piramidali in carta pressata, che ricordano le muqarnas arabe, gli archi lignei e l’alcova, sembrerebbero richiamare una stanza da letto. I motivi dipinti sulle pareti dell’alcova furono invece realizzati dagli scenografi dell’Enrico IV, quando la Rocchetta Mattei fu il set cinematografico del film di Marco Bellocchio, con Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni (1984).
La monumentale tomba realizzata dalle Ceramiche Minghetti al principio del Novecento, per volontà di Mario Venturoli ma sulla base delle indicazioni testamentarie di Mattei, è oggi posta nella loggia al di sopra dell’altare della Cappella. La splendida maiolica su due lati riporta le stelle classificate secondo le gerarchie astrali del tempo, due iscrizioni nei cartigli che ricordano la grandezza del Creato e dell’Universo rispetto alla minuta e fragile condizione umana. Inoltre, sono presenti i simboli della fede cattolica (la croce), dell’eternità (la pigna) e del sonno (il bulbo del papavero), oltre a decorazioni erbacee e due cartigli in latino con le parole anima requiescat in manu dei.
Le porte del corridoio mostrano eccellenti rifiniture lignee originali. La prima stanza sulla destra rivela una scaletta in legno che porta allo studiolo del conte. La seconda camera è invece detta Sala Gialla per il colore della tappezzeria che ne riveste le pareti. Oltre alla splendida vista sulla natura circostante, questa sala conserva alcune macchine parlanti di notevole importanza della Collezione Marino Marini.
E’ presente una grande scala a chiocciola in pietra. Due cromie si rincorrono sulla parete circolare e sulla colonna. Questa alternanza, insieme alla forma a spirale della scala, concorre a creare l'illusione di vedere due scale che si specchiano, anziché una soltanto.
ll Cortile dei Leoni è ispirato al cortile dell’Alhambra di Granada. Il progetto della Rocchetta venne forse elaborato attraverso i modelli e le pubblicazioni di architetti di fama internazionale come Owen Jones che diffusero nell’ottocento l’eclettico stile moresco. Al centro, la fontana con quattro leoni è circondata da uno splendido portico ricco di stucchi, un tempo policromi. Le formelle sovrastanti gli archi vedono impressa l’immagine della torre della Visione, logo dei medicamenti Mattei, mentre al di sopra una iscrizione araba corre sui quattro lati della struttura. Le pareti sotto il portico sono ricoperte da piastrelle sivigliane di grande pregio.