Prospero Sogari detto il Clemente, La Serva (Archivio Fotografico Musei Civici Reggio Emilia)
Venere di tipologia paleolitica dal villaggio neolitico di Chiozza di Scandiano (foto M. Ravenna)
Cervo assalito da un lupo, ultimo decennio sec. XI (foto C. Vannini)
Milio Campanarius, secondo quarto sec. XII (foto C. Vannini)
Reggio Emilia

Musei Civici - Palazzo dei Musei

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi
Zavattini, Mezzosecolo di pittura 1938/1988, La Collezione dei Musei Civici di Reggio Emilia Edizioni Bora Bologna 2002, catalogo mostra pp. 159, ill, 24 cm.

Scagliarini D., Venturi E. (con la collaborazione di Coralini A.), Mosaici e pavimenti romani di Regium Lepidi, Reggio Emilia: Musei civici, 1999.


Di Giampaolo M., Farioli E., Franzoni C. (a cura di), Di Segno Antico: i disegni della collezione Villani, donati ai Musei Civici di Reggio Emilia, Bologna, Editrice Compositori, 2000.


Mussini M. (a cura di), La Galleria Antonio Fontanesi nei Musei Civici di Reggio Emilia, Reggio Emilia, 1998.


De Luca M., Mazzarella V., Il Museo Marino Mazzacurati. Opere della donazione Carla Marzi, Bologna, 1995.


Damiani I., Maggiani A., Pellegrini E., Serges A., L'età del ferro nel reggiano. I materiali delle collezioni dei Civici Musei di Reggio Emilia, 12, Reggio Emilia, 1992.


Spallanzani M.F., La collezione naturalistica di Lazzaro Spallanzani: i modi e i tempi della sua formazione, 3, Reggio Emilia, 1985.


Pigozzi M., Disegni di decorazione e scenografia nelle collezioni pubbliche reggiane, Reggio Emilia, 1984.


Davoli Z., Le raccolte di stampe dei Civici Musei. 1: Stampe di autore e di interesse reggiano, Reggio Emilia, 1983.


Bellocchi L., Le monete romane repubblicane nei Civici Musei di Reggio Emilia, 5, Reggio Emilia, 1979.


Ambrosetti G. (a cura di), Cataloghi delle gallerie. Argenti armi ceramiche incisioni tessuti, Reggio Emilia, Comune, 1977.


Ambrosetti G. (a cura di), Cataloghi delle gallerie. La Galleria Fontanesi. Dipinti, Reggio Emilia, Comune, 1977.


Bellocchi L., Le monete greche, Prefazione di G. A. Mansuelli, Reggio Emilia, 1974.

Orsini B. (a cura di), Le lacrime delle ninfe: tesori d'ambra nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Compositori, 2010, p. 287.

Musei Civici: Palazzo S. Francesco, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 95.

Musei Civici, in Cantieri culturali: allestimenti, didattica, catalogazione e restauro nei musei dell'Emilia-Romagna, Bologna, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, 2006, p. 44.

Landi E., Pesce G.B., Musei Civici, Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, pp. 49-53, n. 16.

AAVV (a cura di), I Musei Civici di Reggio Emilia. Guida alle collezioni, Reggio Emilia, Diabasis, 1999.

Franzoni C. (a cura di), "Il portico dei marmi". Le prime collezioni a Reggio Emilia e la nascita del Museo Civico, <Documenti per la storia delle Arti, dell'Archeologia e delle Scienze a Reggio Emilia>, 8, Reggio Emilia, 1999.

Mussini M., La Galleria Fontanesi nei Musei civici di Reggio Emilia, Reggio Emilia, Cassa di Risparmio, 1998.

Ambrosetti G. (a cura di), Nuove letture e acquisizioni nei Musei Civici di Reggio Emilia 1986-1989, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 1989.

Ambrosetti G. (a cura di), Nuove letture e acquisizioni nei Musei Civici di Reggio Emilia 1984-1985, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, 1986.
Palazzo San Francesco
Via Spallanzani, 1
Reggio Emilia (RE)
Tel: 0522 456 816, 0522 456 477

Museo accreditato al Sistema Museale Nazionale
Misto
Archeologia preistorica/paletnologia
Archeologia postclassica
Archeologia classica
Archeologia medievale
Zoologia
Paleontologia
Etnologia/Etnografia
Arti applicate
Arte medievale (XI-XV secolo)
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte contemporanea storica (1900-1950)
Arte contemporanea attuale (1950 ad oggi)
Archeologia protostorica
Il nucleo storico delle raccolte dei musei civici, allestiti nell'antico convento dei Frati Minori Conventuali di S. Francesco, trae origine dalla raccolta dello scienziato Lazzaro Spallanzani (Scandiano 1729 - Pavia 1799), acquisita dalla municipalità reggiana alla morte dello scienziato e collocata nel 1830 nell'ala nord del palazzo, già sede del liceo cittadino. Con le successive acquisizioni, che hanno ampliato il primitivo nucleo spallanzaniano, i musei costituiscono oggi un interessante modello di museo unitario, suddiviso in diverse e specifiche sezioni. Vi si trovano collezioni di archeologia (Museo Chierici, Portico dei Marmi-sezione romana, Museo di Preistoria e Protostoria), etnografia, storia dell'arte (Galleria Fontanesi, Galleria dei marmi-sezione medievale, Mosaici medievali), storia naturale (Collezione Spallanzani, Raccolte zoologiche, anatomiche, botaniche, geo-mineralogiche e paleontologiche) e storia della città. Al secondo piano nel 2021 è stato inaugurato il nuovo allestimento museografico a cura di Italo Rota.

COLLEZIONE SPALLANZANI
Nel suo insieme riflette la varietà di interessi dello scienziato nei campi più diversi della storia naturale. Distribuita originariamente nell'abitazione di famiglia a Scandiano, comprende reperti zoologici, con particolare riferimento alle forme di vita marine, fossili, minerali e reperti litologici, in gran parte frutto delle raccolte effettuate dallo studioso nel corso dei suoi numerosi viaggi.
A tali reperti scientifici si uniscono oggetti personali e di arredo, tra cui ricordi del viaggio in Turchia, un raro gioco della dama in ambra, vasi di alabastro, piccole sculture, soprammobili realizzati con conchiglie, tavole zoologiche e arredi in differenti varietà di marmi. Oggetti tutti che costituiscono, nella loro eterogeneità e peculiarità, un interessante, tardivo richiamo alla cultura delle wunderkammern.

L'attuale percorso espositivo è opera di Alfredo Jona (1846-1929), che alla fine dell'Ottocento ordinò e classificò il nucleo originario secondo gli enunciati tassonomici linneani. In questo ordinamento la raccolta settecentesca fu nettamente distinta dai materiali acquisiti nel corso del XIX secolo, quando la destinazione a museo si allargò gradualmente a tutto il primo piano dell'edificio, accogliendo gli ampliamenti delle collezioni naturalistiche, etnografiche e i reperti archeologici del Museo di Storia Patria, fondato nel 1862 da don Gaetano Chierici.

Le collezioni naturalistiche si completano con le raccolte zoologiche esposte nella sala Vallisneri, comprendenti una sezione sistematica ed una dedicata alla fauna locale, nonché gli esemplari esotici della Collezione Franchetti. Tra queste la cospicua collezione dell'agronomo reggiano Filippo Re (1763-1817), circa ottomila esemplari e di erbari Bertolini (inizi del XIX secolo) e Cramona Casoli (sec.XX). Alle scienze della terra sono dedicate due salette in cui è trattato il tema della geologia nel territorio reggiano. Nelle vetrine dedicate agli scienziati reggiani, infine, sono esposti oggetti personali del medico e naturalista Antonio Vallisneri (1661-1730), e del naturalista Bonaventura Corti (1729-1813) e del fisico Leopoldo Nobili (1784-1835).

GALLERIA FONTANESI
Istituita nel 1902, riordinata nel 1977 e notevolmente ampliata nel 1995, riproduce l'evoluzione della civiltà figurativa artistica locale tramite un'ampia esposizione di dipinti dal XIV al XIX secolo. Introducono al percorso espositivo un importante gruppo di affreschi reggiani prodotti fra Tre e Quattrocento e alcune tavole cinquecentesche, di Giovanni Socino e Nicolò Patarazzi.

Da segnalare il dossale di ambito trecentesco riminese-ferrarese. Nella seconda sala, dedicata alla cultura artistica della Ghiara, si conservano tele di Lorenzo Franchi, Alessandro Tiarini, Luca Ferrari, Carlo Bononi, e un cospicuo nucleo delle opere di Paolo Emilio Besenzi, tra i più significativi rappresentanti della produzione locale del XVII secolo. Seguono, nella terza sala, dipinti di Francesco Viacava, Felice Boselli, Francesco Vellani, Gaetano Gandolfi e Frà Stefano da Carpi.

Nella sezione moderna figurano, per l'Ottocento, opere di Prospero Minghetti, Antonio Fontanesi, Alfonso e Gaetano Chierici, Alessandro Prampolini, Lazzaro Pasini e Cirillo Manicardi; Augusto Mussini, Ottorino Davoli e Giovanni Costetti rappresentano i primi decenni del secolo successivo.

MUSEO MAZZACURATI
Inaugurato nel 1995, raccoglie essenzialmente le opere di Renato Marino Mazzacurati (1907-1969) donate da Carla Marzi al Comune nel 1974. L'artista, nativo di San Venanzio di Galliera, iniziò i suoi studi a Venezia proseguendoli a Roma, dove fondò la rivista d'arte e letteratura 'Fronte', frequentata da Scipione, Carrà, Ungaretti. Notevole poi la sua attività di pittore della Resistenza. Il percorso della sua opera pittorica e scultorea si svolge dalle tendenze figurative della scuola romana all'esperienza cubista e all'astrattismo, fino all'adesione all'informale degli anni Sessanta. Inoltre, sono conservati lavori di Fausto Melotti, Graziano Pompili, Gabriele Giorgi e Christian Cassar.

MUSEO ROMANO
Riunisce i reperti dell'età romana rinvenuti nel corso degli scavi intrapresi negli anni Cinquanta nel centro di Reggio sotto la vigilanza di Mario Degani. Nel 1975 la collezione fu organizzata da Giancarlo Ambrosetti in sezione archeologica provvisoria, completata tra il 1997 e il 1998 nell'allestimento definitivo, secondo un ordinamento tematico.

Nella prima sala spiccano una lastra frammentaria alludente ad una importante opera pubblica voluta dall'imperatore Vespasiano ed una interessante pavimentazione musiva proveniente da una domus di via S. Carlo. Seguono campionature di anfore vinarie ed olearie e vasellame di uso domestico con frammenti di statuaria collocati sugli stipiti di accesso alla seconda sala.

Il percorso espositivo continua con una sezione epigrafica ed una dedicata ai culti: frammenti scultorei raffiguranti divinità si alternano ad elementi ornamentali per giardini e abitazioni e ritratti funerari, tra i quali una pregevole stele proveniente dalla necropoli di S. Maurizio.

All'edilizia residenziale si riferiscono decorazioni parietali policrome e frammenti architettonici in marmo; il tema dell'idraulica è illustrato da fistulae in piombo e da tubuli in terracotta.

L'itinerario espositivo prosegue poi nella seconda saletta con la sezione di numismatica, inaugurata nel 1997. Costituito in seguito a lasciti e donazioni (Ferretti, Siliprandi, Balletti, Ferrari), questo nucleo raccoglie i lingotti di Campegine, il tesoro romano repubblicano di Borzano, bronzi aurei imperiali. Dal 1957 è esposto il tesoro romano-barbarico rinvenuto nel centro cittadino. L'esposizione si completa con una sezione dedicata all'archeologia cristiana e altomedievale.

GALLERIA DEI MARMI
Voluta da Gaetano Chierici nel 1875, è apprestata nel portico del chiostro di S. Francesco. Sono oltre duecento i pezzi romani esposti: stele funerarie, cippi, statue di vari personaggi, urne cinerarie, frammenti architettonici, altari, in larga parte risalenti alla prima età imperiale e provenienti da Brescello, Goleto di Boretto, San Maurizio e Reggio Emilia.

I materiali dal Medioevo al Settecento ammontano invece a circa trecentocinquanta esemplari, tra lapidi, sculture, colonne e capitelli. Fra le opere più interessanti si segnalano una Madonna con Bambino della seconda metà del XIII secolo, la vasca battesimale con i simboli degli Evangelisti, della fine del Mille e il portale di palazzo Fontanelli, attribuito a Bartolomeo Spani (1517), autore di una serie di sculture in marmo provenienti dalla chiesa di San Giacomo Maggiore. Di Prospero Sogari detto il Clemente, è un'acquasantiera già nell'oratorio della Visitazione di Maria Vergine. Sulle pareti del vestibolo e dell'atrio si allineano importanti mosaici pavimentali, databili alla prima età imperiale romana e dall'XI al XII secolo, provenienti da quattro chiese reggiane: S. Giacomo Maggiore, S. Prospero, S. Tommaso e dal Duomo. Il ciclo, raccolto tra il 1874 e il 1919 dal Chierici e da Naborre Campanini, documenta con pezzi di rilevante consistenza e qualità l'epoca della piena ripresa delle funzioni urbane, con il rifiorire dell'economia agricola e dello sviluppo demografico.

MUSEO CHIERICI
La collezione paletnologica costituisce il nucleo originario del Museo di Storia Patria formato nel 1862 da don Gaetano Chierici (1819-1886), fondatore della scuola paletnologica italiana. Integralmente ripristinata nel 1975 secondo l'ordinamento avviato da Chierici, riconosciuto alla fine del XIX secolo come modello di metodo scientifico, la collezione appare nel suo allestimento un documento fondamentale di cultura museologica, espressa nella classificazione cronologica dei reperti riuniti secondo associazioni ricorrenti in determinati ambiti geografici e sequenze stratigrafiche.

L'esposizione, articolata in tre serie, una provinciale e due extraprovinciali, ripartisce in una successione di 115 vetrine materiali dell'archeolitico, del neolitico, eneolitico, del Bronzo e del Ferro, l'età romana, documentata da materiali provenienti dalle necropoli attorno a Brescello, e l'età barbarica, rappresentata da corredi di tombe longobarde.

Di grande interesse i reperti recuperati dal Chierici a Ca' di Marco, nelle caverne della Pianosa e nei siti di Bellanda e Demorta, le rilevazioni stratigrafiche di terreni effettuate nel corso di campagne di scavo ed una serie di sepolcri dell'età del rame e del ferro, da Remedello e Sant'Ilario d'Enza, integralmente rimossi con il letto di terra di appartenenza.

Seguono poi i materiali etnografici dell'America settentrionale, collezionati da Antonio Spagni (1809-1876), che li donò alla città di Reggio nel 1844. Corredano l'esposizione la carta archeologica della provincia di Reggio e i cimeli che documentano inoltre l'impegno politico di Chierici a favore dell'Unità d'Italia.

COLLEZIONI PREISTORIA E PROTOSTORIA
Inaugurata nel 1975, ideata e realizzata da Giancarlo Ambrosetti, comprende manufatti rinvenuti in prevalenza nel Pedeappennino reggiano, ordinati secondo le periodizzazioni cronologiche convenzionali: dal Paleolitico, al Mesolitico, al Neolitico, documentato da importanti reperti, tra i quali la celebre Venere litica proveniente da Chiozza di Scandiano.

Alcune terremare rappresentano l'età del Bronzo: Cavazzoli, Torretta, Case Cocconi. Le restanti vetrine sono dedicate ai luoghi collegati al mondo terramaricolo situati sui rilievi: Castetto, Felina, Torlonia di Sopra e Campo Pianelli, frequentato dall'età del Bronzo e rappresentato da una scelta significativa di ossuari e corredi funerari. Nel museo si trovano inoltre buccheri, ceramiche depurate con decorazioni a bande, ceramiche attiche, manufatti in bronzo e iscrizioni etrusche (VI-V secolo a.C.).

Da segnalare due cippi etruschi, rinvenuti presso Rubiera, uno dei quali, decorato con elementi geometrici e figure zoomorfe, reca un'iscrizione funeraria dedicata a un magistrato vissuto in una località denominata Sala. Segue la documentazione di età ellenistica, pertinente a piccoli sepolcreti riferibili ai Liguri orientali, con ossuari entro cassette litiche rinvenuti a Roncolo e Bosco Cernaieto.

MUSEO D'ARTE INDUSTRIALE
Nel 1877 Gaetano Chierici aveva esposto nelle cinque vetrine finali del Museo di Storia Patria una sezione medioevale e rinascimentale riguardante le arti decorative in ambito locale. A questo primo nucleo di oggetti, in parte provenienti dall'Archivio segreto del Comune, si aggiunsero importanti materiali e documenti sullo sviluppo dell'Arte della seta a partire dal 1673, raccolti da Naborre Campanini.

Nel 1904 il Museo di Arti Industriali aprì i battenti nell'ala a nord dell'atrio; nel 1974 fu riesposto nella Galleria Fontanesi e nel '95 nuovamente ordinato. Tra i pezzi più significativi della collezione, si ricordano il modello ligneo del duomo di Reggio, eseguito da Prospero Sogari, e gli automi dell'orologio del Palazzo Comunale. Seguono gruppi plastici in terracotta, metalli, strumenti di misura, armature e armi, oreficerie, legni, cuoi, tessuti e accessori.

Particolarmente ricca la raccolta numismatica, comprendente monete, medaglie e punzoni, e quella delle ceramiche, italiane, iranico orientali e cinesi, quest'ultime presenti nel lascito del ministro Pansa Sanford insieme a bronzetti e dipinti su seta.

The core of the collection of the Civic Museums – which are located in the former monastery of the Order of Friars Minor of S. Francesco – originates in the collections of the scientist Lazzaro Spallanzani (Scandiano 1729 - Pavia 1799), which were purchased by the Reggio Emilia municipal administration upon his death and placed in the building’s north wing, where the municipal lyceum was located, in 1830. Subsequent purchases were added to the core Spallanzani collection, and the Civic Museums are now an interesting model of a unitary museum, divided into different specific sections. They include archaeology (Chierici Museum, Marble sculpture portico – Roman section, Museum of Prehistory and Protohistory), ethnography, art history (Galleria Fontanesi, Marble sculpture portico – Medieval section, medieval mosaics), natural history (Spallanzani collection; zoological, anatomical, botanical, geological, mineral, and paleontological collections) and city history. On the second floor in 2021 the new museum exhibition curated by Italo Rota was inaugurated.

The SPALLANZANI COLLECTION reflects the scientist’s varied interests in all fields of natural history. Originally located in the Spallanzani family home in Scandiano, the collection includes zoological specimens – particularly marine life, fossils, rocks, and minerals – collected mostly during Spallanzani’s extensive travels. Along with these scientific specimens, there are many personal items and furnishings, including mementos from his trip to Turkey, a rare checkers set made of amber, alabaster vases, small sculptures, table ornaments made out of seashells, zoological illustrations, and ornaments made of different kinds of marble. Taken together, these heterogeneous and peculiar objects are an interesting reminder of the Wunderkammer era.
The current displays are the work of Alfredo Jona (1846-1929), who re-ordered the original collection according to Linnean taxonomy. At this time the 18th century collection was clearly separated from the material acquired during the 19th century, when the museum gradually took over the entire first floor of the building to accommodate the larger natural history and ethnography collections, as well as the archaeological items from the Museo di Storia Patria, founded in 1862 by Gaetano Chierici.
The natural history collections are completed with the zoological collections displayed in the Vallisneri hall, which include a section on systematics and one on the local fauna, and by the exotic specimens of the Franchetti Collection. These include the large collection of the Reggio Emilia-born agronomist Filippo Re (1763-1817), which had about 8,000 specimens, and the Bertolini (early 19th century) and Cramona Casoli (20th century) herbariums. Two small halls are dedicated to geosciences and include a section on the geology of the Reggio Emilia area. The glass cases dedicated to Reggio Emilia’s scientists display personal items formerly belonging to the physician and naturalist Antonio Vallisneri (1661-1730), the naturalist Bonaventura Corti (1729-1813) and the physicist Leopoldo Nobili (1784-1835).
The GALLERIA FONTANESI was established in 1902, re-ordered in 1977 and significantly enlarged in 1995. It portrays the evolution of the local figurative arts community through an extensive collection of paintings from the 14thto the 19thcenturies. The exhibition begins with an important series of Reggio Emilia frescoes painted in the 14th and 15th centuries and with several 16th century paintings by Giovanni Socino and Nicolò Patarazzi. A 14th century altarpiece from the Rimini-Ferrara school is particularly noteworthy. The second hall is dedicated to the Ghiara artistic culture, and displays paintings by Lorenzo Franchi, Alessandro Tiarini, Luca Ferrari, and Carlo Bononi along with a subset of the works of Paolo Emilio Besenzi, one of the most important local artists in the 17thcentury. The third hall features paintings by Francesco Viacava, Felice Boselli, Francesco Vellani, Gaetano Gandolfi and Frà Stefano da Carpi.
The section on modern art features works by the 19thcentury artists Prospero Minghetti, Antonio Fontanesi, Alfonso and Gaetano Chierici, Alessandro Prampolini, Lazzaro Pasini, and Cirillo Manicardi, and by the early 20th century artists Augusto Mussini, Ottorino Davoli, and Giovanni Costetti.
The MAZZACURATI MUSEUM was inaugurated in 1995 and collects the works of Renato Marino Mazzacurati (1907-1969), which were donated to the municipal administration in 1974 by Carla Marzi. The artist, who was born in San Venanzio di Galliera, began his studies in Venice and continued them in Rome, where he founded the “Fronte” art and literature review, which saw the participation of Scipione, Carrà, and Ungaretti. He was also noteworthy as a painter of the Resistance. The evolution of his paintings and sculptures begins with the figurative tendencies of the Roman school, moves on to Cubism and abstract art, and finally adheres to the Informal movement of the 1960s.
The ROMAN MUSEUM draws together the Roman-era artefacts unearthed during the archaeological digs undertaken in the 1950s in the Reggio Emilia city centre under the supervision of Mario Degani. In 1975, Giancarlo Ambrosetti organized the collection into a provisional archaeological section, which was completed between 1997 and 1998, leading to the current exhibition, which is organized by subject areas.
The first hall features fragments of a slab alluding to some important public works ordered by Emperor Vespasian, and an interesting mosaic pavement from a Roman domus on Via S. Carlo. They are followed by examples of wine and oil amphora and domestic pottery with statue fragments on the doorposts leading to the second hall.
The exhibition continues with a section on epigraphy and one on cults: fragments of sculptures depicting divinities alternate with garden and home decoration and funeral portraits, including a valuable stele from the necropolis of S. Maurizio.
The multi-coloured wall decorations and marble fragments on display come from private homes, while the lead pipes and terracotta tubes were used for plumbing.
The exhibition continues with the second hall, dedicated to numismatics and inaugurated in 1997. The core of the collection was built through bequests and donations (Ferretti, Siliprandi, Balletti, and Ferrari) and includes the Campegine ingots, the Borzano treasure from the Roman Republic era, and Imperial golden-bronze coins. The Roman-Barbarian treasure found in town has been on display since 1957. The exhibition ends with a section on Christian and Early Medieval archaeology.
The MARBLE GALLERY was the brainchild of Gaetano Chierici in 1875, and is located in the portico of the cloister of S. Francesco. Over 200 Roman marble items are on display: funeral steles, pillars, statues of various historical figures, urns for ashes, architectural fragments, and altars, most of which date back to the early Roman Empire and come from Brescello, Goleto di Boretto, San Maurizio, and Reggio Emilia.
There are also about 350 items from the Middle Ages to the 18th century, including tombstones, sculptures, columns, and capitals. Some of the most noteworthy pieces include a Madonna with Child from the second half of the 12th century; a baptismal font with the symbols of the four Evangelists from the late 11th century; and the portal of Palazzo Fontanelli, attributed to Bartolomeo Spani (1517), who was also the author of a series of marble sculptures from the Church of San Giacomo Maggiore. Also on display is a holy water font by Prospero Sogari, also known as Il Clemente, which was previously located in the oratory of the Visitation of the Blessed Virgin Mary. The walls of the vestibule and atrium feature some valuable pavement mosaics from the early Roman Empire and from the 11thand 12thcenturies; they originally come from four churches in Reggio Emilia: S. Giacomo Maggiore, S. Prospero, S. Tommaso and the Duomo. The cycle, collected between 1874 and 1919 by Chierici and Naborre Campanini, documents with large, high-quality pieces the era in which the city’s functions were fully restored, with the renewal of the agricultural economy and population increase.
CHIERICI MUSEUM. The prehistoric archaeology collection is the original core of the Museo di Storia Patria established in 1862 by Don Gaetano Chierici (1819-1886), who was also the father of the Italian prehistoric archaeology school. The collection was completely restored in 1975, following Chierici’s order, which was acknowledged as a model scientific method at the end of the 19th century. The exhibition is an excellent example of museological culture, expressed in the chronological classification of the items, which are grouped together according to geographical provenance and stratigraphic sequence.
The exhibition – which has three sections, one dedicated to material from the province, and two to material from further afield – includes 115 cases featuring material from the Early Palaeolithic, Neolithic, Eneolithic, the Bronze and Iron Ages, and the Roman Era, collected in the necropoles near Brescello, and material from the Barbarian Era, made up of grave goods from Longobard tombs.
Some of the most noteworthy material includes that collected by Chierici in Ca' di Marco, in the caves of Pianosa and at Bellanda and Demorta; stratigraphic surveys undertaken during archaeological digs; and a series of graves from the Iron and Bronze Ages, taken from Remedello and Sant'Ilario d'Enza along with the surrounding soil.
They are followed by ethnographic material from North America, collected by Antonio Spagni (1809-1876), who donated it to the city of Reggio Emilia in 1844. Finally, the exhibition features an archaeological map of the province of Reggio Emilia, and mementos testifying to Chierici’s political commitment to the cause of Italian unification.
The PREHISTORIC AND PROTO-HISTORIC COLLECTIONS were inaugurated in 1975 by their originator Giancarlo Ambrosetti, and include material collected mostly in the Apennine foothills of Reggio Emilia province, displayed according to the traditional chronological order: from the Palaeolithic to the Mesolithic and the Neolithic, the latter documented by important material such as the famous “stone Venus” from Chiozza di Scandiano.
There are also Bronze Age remnants of the Terramare culture: Cavazzoli, Torretta, and Case Cocconi. The remaining exhibits are dedicated to Terramare settlements located on hilltops: Castetto, Felina, Torlonia di Sopra and Campo Pianelli, the latter being a Bronze Age settlement represented by a large collection of grave goods and ossuaries. The Museum also features bucchero pottery, purified ceramics decorated with bands, Attic pottery, bronze objects and Etruscan inscriptions (6th and 5th centuries B.C.)
Two Etruscan pillars found near Rubiera are particularly noteworthy. One of them, decorated with geometrical elements and animal figures, has a funerary inscription dedicated to a magistrate who lived in Sala. Finally, there is material from the Hellenic Age, including small burial sites belonging to the eastern Ligures, with ossuaries in wooden caskets found in Roncolo and Bosco Cernaieto.
MUSEUM OF INDUSTRIAL ART. In 1877, Gaetano Chierici dedicated the last five exhibit cases of the Museo di Storia Patria to local decorative arts in the Middle Ages and Renaissance. This first core of objects, some of which came from the municipal administration’s secret archives, was augmented by extensive material and documents, collected by Naborre Campanini, on the development of silk arts.
In 1904 the Museum of Industrial Art was inaugurated in the wing of the building to the north of the Atrium; in 1974 it was moved to Galleria Fontanesi, and it was overhauled in 1995. Some of the collection’s most significant pieces include a wooden model of the Duomo of Reggio Emilia by Prospero Sogari, and the automatons from Palazzo Comunale’s clock. Other items include terracotta sculptures, metal objects, measurement tools, arms and armour, and various gold, wooden, leather, and textile objects and accessories.
The numismatic collection is particularly rich and includes coins, medals, and punches. The pottery collection is also extensive, and features Italian, Persian, and Chinese items, the latter bequeathed by the minister Pansa Sanford along with bronze objects and silk paintings.

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