Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Bologna (BO)
ambito Alpi sudorientali
cetra del tipo salisburghese

legno di noce,
legno di conifera,
legno di albero da frutta,
legno di bosso,
ottone,
ferro
mm
lunghezza dalla sporgenza del somiere principale sino al blocco d'attacco 581, della fascia lungo la tastiera 525, dalla sporgenza del somiere principale sino all'angolo col somiere delle ottavine 292, dal punto estremo del somiere per le ottavine sino al blocco d'attacco 375 (continua in OSS)
sec. XIX (1800 - 1810)
n. 1843
La cassa è del tipo salisburghese. Nella parte stretta della cassa dal lato del somiere principale la fascia lungo la tastiera e quella dal lato opposto sono parallele. Con quest'ultima la fascia con la curvatura verso l'esterno fa un angolo dove si trova il somiere per le corde all’ottava. Alla fascia lungo la tastiera è attaccato un blocco di noce che dà alla cassa una sagoma con una sporgenza curvata verso l'esterno dal lato della tastiera. Il somiere principale ha un bordo esterno in linea obliqua rispetto alla fascia lungo la tastiera, con una doppia curva.
Il fondo è di noce e copre in parte il somiere principale delle corde normali e interamente sia quello delle corde all'ottava sia il blocco d'attacco. Sotto la rosetta nella parte della tavola con la curvatura s'intravede una catena di conifera sul fondo. Le fasce sono di noce. La tavola è di conifera con due rosette, una più piccola nella parte della tavola tra le fasce parallele, una più grande nella parte della tavola con la curvatura. Le rosette sono di ottone con un motivo derivato dall'esagono. Intorno alle rosette vi sono cornici con modanature di legno d'albero da frutta. Non v'è aggetto del fondo e della tavola sopra le fasce. I somieri e il blocco d'attacco sono di legno d'albero da frutta. Il capotasto sul somiere principale, dello stesso legno, è in due parti: quello per le corde sopra la tastiera è perpendicolare alla fascia lungo la tastiera; quello per le corde da accompagnamento segue una linea curvata. Entrambe le parti del capotasto hanno un filo di ottone in cima. Il capotasto sul somiere delle corde all'ottava è dello stesso legno, ma senza filo di ottone. Il capotasto sul blocco d'attacco è fatto in un pezzo col blocco stesso; vi è un filo di ottone in cima a questo capotasto. La tavola è inserita nel blocco d'attacco; la fascia vi è inserita a coda di rondine. In origine lo strumento aveva tre piedini di bosso, di cui solo uno è conservato.
La cetra è tinta marrone con l'eccezione della tavola.
Vi sono due ordini doppi di corde sopra la tastiera, tredici corde da accompagnamento nel somiere principale e cinque corde all'ottava. Le caviglie sono di ferro con occhielli, le punte d'attacco di ottone. La tastiera è probabilmente di legno d'albero da frutta tinto nero, con 21 tasti di ottone inseriti. I tasti sono disposti diatonicamente. Accanto ai tasti sono scritte sulla tavola le seguenti indicazioni delle note: A - B - C - D - E - F - G - A - B - C - D - E - F - G - A - B - C - D - E - F - G. Tali indicazioni si riferiscono ovviamente all'ordine più alto delle corde che è quindi accordato a Sol3. I tasti danno una scala in Sol missolidico da Sol3 sino a Sol6.

Le cetre in senso generico sono cordofoni con una corda o più corde tese sopra un risonatore, a cui sono aggiunti i mezzi per tendere le corde (somiere, blocco d'attacco), senza altre aggiunte come un manico, braccia con un giogo o un modiglione. I risonatori delle cetre fuori dell'Europa possono avere le forme più disparate: d'un arco, d'una fossa scavata nella terra, d'un bastone rotondo o appiattito, d'una trave, d'un tubo con sezione rotonda o semicircolare, d'una zattera o d'una trave arcuata. Solo nei paesi di cultura islamica e in Europa s'incontrano cetre con un risonatore in forma di cassa di legno, con un fondo, una tavola armonica e generalmente con fasce.
Cetre con tali risonatori sono tra l'altro, le arpe eolie, i salteri di varie forme, i monocordi e le cetre in senso specifico. La maggior parte delle cetre in senso generico è composto delle parti sopra menzionate, così le arpe eolie e i salteri. I monocordi e le cetre in senso specifico possono, però, avere una tastiera per raccorciare con le mani le corde, o per lo meno alcune corde. Tale tastiera è stata adottata dai liuti in senso generico, sicché i monocordi e le cetre in senso specifico possono essere strumenti ibridi.
Generalmente le cetre in senso generico hanno corde pizzicate dal suonatore. In alcuni tipi di cetra in senso generico le corde vengono percosse (tambourin du Béarn o altobasso, salteri con una cassa in forma di trapezio isoscele nei paesi europei al Nord delle Alpi e dei Pirenei). Qualche cetra in senso specifico ha corde strofinate con un archetto (il langspil islandese, la jouhi kantele finlandese, a volte il Noordse balk dei Paesi Bassi, le cetre alpine ad archetto, inventate dall'austriaco Johann Petzmayer nel 1823). Le arpe eolie erano appese all'aria aperta in modo che il vento potesse generare vibrazioni delle corde, e quindi suoni.
Il punto di partenza dello sviluppo delle cetre in senso specifico fu probabilmente il monocordo. Le cetre in questo senso hanno sempre una tastiera con tasti fissi incollata alla tavola armonica; sopra tale tastiera corre una corda o corrono più corde, e generalmente un certo numero di corde da accompagnamento corre inoltre accanto alla tastiera; queste ultime non possono dunque essere raccorciate. Come strumenti della musica popolare le cetre in senso specifico sono o erano usate nei paesi scandinavi — Finlandia e Islanda incluse —, nella Germania settentrionale, nei Paesi Bassi, nei Vosgi e nella parte meridionale dell'area di lingua tedesca (territorio alpino della Germania meridionale, della Svizzera e dell'Austria), da dove tali strumenti si diffusero anche nei territori alpini di lingua italiana o comunque neolatina sotto il dominio asburgico, come il Trentino, il Veneto, il Friuli e l'Istria. Generalmente questi strumenti sono o erano pizzicati con un plettro, più raramente con le dita, mentre in Finlandia e in Islanda sono suonati con un archetto. L'archetto era anche a volte usato col Noordse balk dei Paesi Bassi, ora obsoleto.
Questo tipo di strumento nacque nel secolo XVI e aveva inizialmente una cassa rettangolare, un cavigliere con piroli laterali e corde attaccate all'estremità della cassa opposta al cavigliere. In tale strumento è ancora visibile il rapporto col monocordo a più corde. Nel secolo XVIII furono introdotte alcune innovazioni. In primo luogo gli strumenti in Islanda, Norvegia, nella Germania settentrionale e nei Paesi Bassi avevano spesso una cassa con una curvatura verso l'esterno dal lato opposto della tastiera. In Svezia fu persino sviluppata una forma con una cassa con curvatura da entrambi i lati, o addirittura in forma di viola. Poi il cavigliere con piroli laterali fu sostituito con un somiere con caviglie di ferro anteriori.
Le cetre alpine — generalmente pizzicate con un plettro, a volte con le dita, e sempre con uno o più somieri con caviglie di ferro — ebbero uno sviluppo ulteriore. Già nel secolo XVIII fu sviluppato il tipo di cetra con la cassa ad una curvatura (a volte anche a due curvature) verso l'esterno dal lato opposto alla tastiera (tipo salisburghese). In molti casi la curvatura forma un angolo con la parte della fascia parallela alla tastiera. Nell'ultimo caso è possibile un secondo somiere nell'angolo con corde più corte, quindi con un suono più alto, chiamate Oktävehen (ottavine, corde all'ottava; cfr. il 1843). Sia le corde normali (quelle sopra la tastiera e quelle da accompagnamento) sia le corde all'ottava sono attaccate a punte in un blocco d'attacco. Sia il somiere (o i somieri) sia il blocco d'attacco hanno capotasti generalmente con un filo metallico in cima per evitare che le corde taglino il legno.
L'altro tipo di cetra sviluppato nelle regioni alpine all'inizio del secolo XIX ha una cassa con una o due curvature verso l'esterno da entrambi i lati (tipo di Mittenwald). Specialmente la cetra di Mittenwald con due curvature verso l'esterno da ambedue i lati fa pensare alla chitarra, essendo le corde fissate con bottoncini torniti nel ponticello. Già verso la fine del secolo XVIII furono sviluppate cetre doppie e persino triplici, per mettere a disposizione del suonatore strumenti con accordature più basse e più alte, per meglio accompagnare il canto. Esistono varie forme di cetre doppie, ad esempio cetre con corde da entrambi i lati (come nel salterio doppio, cfr. il 1855), oppure strumenti con due cetre (entrambe con corde sopra una tastiera e corde da accompagnamento) in una unica cassa (cfr. il 1744). Le cetre più antiche sono strumenti usati per la musica popolare. Spesso hanno quattro corde, raggruppate due per due, sopra la tastiera. Questi ordini di corde possono essere accordati in La3 Re3, oppure Sol3 - Do3 (cfr. inv. 1843 e 1744, schede nctn 00000130 e 00000131). Il numero delle corde da accompagnamento è piuttosto ristretto (tra quattro e tredici, solo in casi eccezionali di più; cfr. i due strumenti or ora menzionati). Non si sa molto sull'accordatura delle corde da accompagnamento, e non si sa niente di preciso sulle corde all'ottava. Le cetre più antiche nella tastiera hanno tasti disposti per una scala diatonica, sempre missolidica (ad esempio Sol maggiore con Fa invece di Fa#; La maggiore con solo due diesis; cfr. gli stessi strumenti menzionati sopra).
Nel corso degli anni si costruì in Austria e in Baviera una forma più sviluppata di cetra, destinata più alla musica leggera che a quella popolare. Questa "cetra da concerto", sempre del tipo salisburghese, aveva prima quattro corde singole (La3 - La3 - Re3 – Sol2), poi cinque (La3 - La3 - Re3 Sol2 - Do2) e prima 28, poi sino a 38 corde da accompagnamento, la cui accordatura è nota. Questa "cetra da concerto" ha sempre una tastiera con tasti disposti secondo la scala cromatica. Come s'è già detto, la cetra s'incontra anche in territori alpini di lingua neolatina sotto il dominio asburgico. La "cetra da concerto" s'incontra a volte anche in un'area più estesa. Il n. 1854, fatto o per lo meno commerciato a Firenze, è uno strumento intermedio tra la cetra popolare e la "cetra da concerto", come traspare dalla fattura che è meno rozza di quella della cetra popolare, dalle quattro corde singole sopra la tastiera, dalle 17 corde da accompagnamento (un numero ancora alquanto ristretto, ma più dei 13 della cetra popolare), e dalla disposizione quasi cromatica dei tasti nella tastiera.
Tra le indicazioni delle note sulla tavola "B" è usato per Si e non, come nelle regioni di lingua tedesca, per Sib. Si può dunque concludere che lo strumento fu costruito ed era usato in una zona di lingua italiana, o comunque neolatina (Trentino, Veneto, Friuli, Istria).