Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Bologna (BO)
ambito europeo
arpa eolia

legno di conifera,
legno di pero,
pergamena
mm
lunghezza totale 716//cassa lunghezza 670, larghezza 100, altezza 77//diametro della rosetta 59//distanza tra il centro della rosetta e i bordi della tavola 336 / 334//spessore del fondo 3,5, della tavola e delle fasce 3//paletta lunghezza 46, spessore 26 (continua in OSS)
secc. XVIII/ XIX (1700 - 1899)
n. 1844
La cassa di conifera ha la forma d'un prisma con sezione rettangolare. Le fasce sono incollate lateralmente al fondo, la tavola armonica è sovrapposta alle fasce. Nel centro della tavola armonica c'è una fine rosetta di legno su pergamena con un disegno geometrico. La rosetta è circondata da una cornice di pero tinto nero.
Di pero sono anche la paletta per i piroli incollata ad appoggio alla cassa, il capotasto, il ponticello con baffi e con fori per quattro corde, e i quattro piroli immessi anteriormente nella paletta. Ciascuno dei piroli ha una testa ovale con un bottoncino tornito in cima, e un collarino sotto la testa. Mancano i bottoncini con cui le corde erano fissate nel ponticello.

Le cetre in senso generico sono cordofoni con una corda o più corde tese sopra un risonatore, a cui sono aggiunti i mezzi per tendere le corde (somiere, blocco d'attacco), senza altre aggiunte come un manico, braccia con un giogo o un modiglione. I risonatori delle cetre fuori dell'Europa possono avere le forme più disparate: d'un arco, d'una fossa scavata nella terra, d'un bastone rotondo o appiattito, d'una trave, d'un tubo con sezione rotonda o semicircolare, d'una zattera o d'una trave arcuata. Solo nei paesi di cultura islamica e in Europa s'incontrano cetre con un risonatore in forma di cassa di legno, con un fondo, una tavola armonica e generalmente con fasce.
Cetre con tali risonatori sono tra l'altro, le arpe eolie, i salteri di varie forme, i monocordi e le cetre in senso specifico. La maggior parte delle cetre in senso generico è composto delle parti sopra menzionate, così le arpe eolie e i salteri. I monocordi e le cetre in senso specifico possono, però, avere una tastiera per raccorciare con le mani le corde, o per lo meno alcune corde. Tale tastiera è stata adottata dai liuti in senso generico, sicché i monocordi e le cetre in senso specifico possono essere strumenti ibridi.
Generalmente le cetre in senso generico hanno corde pizzicate dal suonatore. In alcuni tipi di cetra in senso generico le corde vengono percosse (tambourin du Béarn o altobasso, salteri con una cassa in forma di trapezio isoscele nei paesi europei al Nord delle Alpi e dei Pirenei). Qualche cetra in senso specifico ha corde strofinate con un archetto (il langspil islandese, la jouhi kantele finlandese, a volte il Noordse balk dei Paesi Bassi, le cetre alpine ad archetto, inventate dall'austriaco Johann Petzmayer nel 1823). Le arpe eolie erano appese all'aria aperta in modo che il vento potesse generare vibrazioni delle corde, e quindi suoni.
Le arpe eolie organologicamente non sono arpe, ma cetre in senso generico. Tali strumenti erano appesi all'aria aperta, sicché il vento poteva generare una vibrazione delle corde e così dei suoni. Le corde sono accordate all'unisono o all'ottava. L'acustica dell'arpa eolia è un problema non risolto in tutti i dettagli. E un fatto, però, che più forte tira il vento, più armonici — e soprattutto più armonici fuori del nostro sistema tonale — si fanno sentire. Il suono dello strumento nella bufera sembra sia raccapricciante. In Europa i fenomeni eolici sono menzionati per la prima volta da Giovanni Battista Porta nella Magia naturalis (Roma 1540). L'arpa eolia, come strumento, è descritta per la prima volta da Athanasius Kircher, pure a Roma (Musurgia universalis, 1650; Phonurgia nova, 1673). L'apogeo dell'arpa eolia è nella seconda metà del secolo XVIII e nella prima del secolo successivo, soprattutto in Inghilterra e in Germania, quindi nell'epoca e nei paesi del romanticismo. Dopo l'inizio del nostro secolo l'arpa eolia sparisce completamente. Nei primi secoli della sua esistenza l'arpa eolia aveva sempre una cassa a sagoma e a sezione rettangolari di legno morbido (generalmente conifera) con corde su un unico lato, con un somiere con caviglie metalliche da un'estremità, e con un blocco d'attacco in legno duro con punte dall'altra. Già l'arpa eolia descritta dal Kircher, però, poteva avere una presa di vento in forma di due ali e corde accordate all'ottava. Nel periodo dell'apogeo, soprattutto nel XIX secolo, vennero sviluppate diverse varianti: casse a sagoma e a sezione rettangolari con corde su due lati; casse a sezione di trapezio rettangolo; casse a sezione triangolare, spesso con corde su due lati del triangolo; casse a doghe o a sezione semicircolare. Il vantaggio di tali forme sarebbe stato che, da qualunque direzione soffiasse, il vento avrebbe sempre fatto suonare una o più corde. Le corde possono essere di minugia o di metallo. Il loro numero varia generalmente da quattro a dodici; in casi rari ne vengono utilizzate anche di più. Nel secolo XIX appaiono anche varianti nell'attacco delle corde: sono introdotti caviglieri con piroli laterali, come nei violini; palette con piroli posteriori e anche ponticelli-listelli o comunque listelli sulla tavola, a cui sono attaccate le corde con bottoncini come nella chitarra coeva.