Artisti, artigiani, architetti, produttori

Robbiate (LC) , 1905 - Milano (MI) , 1977
architetto/ urbanista/ designer/ accademico

Franco Albini è stato un architetto, urbanista, designer e accademico italiano, esponente del Razionalismo.
Dopo aver trascorso l’infanzia e parte della giovinezza a Robbiate in Brianza, si trasferisce con la famiglia a Milano, dove frequenta il Politecnico laureandosi in Architettura nel 1929.
Nello stesso anno, inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia (fino al 1932), caratterizzata da numerosi viaggi all’estero nei quali entra in contatto con alcuni dei maestri del Movimento Moderno.
Dopo le prime realizzazioni nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al Razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori della rivista di architettura “Casabella” (che dirigerà insieme a Giancarlo Palanti nel 1946).
Nel 1931 apre il primo studio professionale a Milano, con Renato Camus e Giancarlo Palanti; inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932) e realizzando i quartieri dell’IFACP Fabio Filzi (1936-38), Gabriele D’Annunzio ed Ettore Ponti (1939).
In questi anni si dedica anche alla progettazione di abitazioni private. È però nell’ambito degli allestimenti di mostre che Albini sperimenta con maggiore successo il suo metodo progettuale, caratterizzato dall’approccio rigoroso, l’attenzione scrupolosa al dettaglio e l’aderenza alle problematiche dell’abitare da un lato; e, dall’altro, dall’arte dell’esposizione e la poeticità della vita, dando vita ad un’idea di modernità che incorpora anche i concetti di leggerezza, sospensione e essenzialità.
Alla fine degli anni Trenta partecipa, insieme a diversi gruppi progettuali (con Ignazio Gardella, Giuseppe Pagano, Giovanni Romano e altri), alla redazione di vari piani urbanistici e a una serie di concorsi architettonici.
Nel 1949 viene chiamato da Giuseppe Samonà, insieme ad altri architetti, allo IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia), dove insegna negli anni 1949-54 e 1955-64. Insegna anche al Politecnico di Torino, nel 1954-55, per la prima volta come professore di ruolo, e dal 1964 al Politecnico di Milano.
Il Dopoguerra e gli anni Cinquanta coincidono con la stagione più prolifica di Albini, anche grazie all'associazione con Franca Helg, che diviene sua partner nel 1952, e alla sperimentazione nel campo della ricostruzione.
Milano e Genova rappresentano l'asse geografico sul quale Albini lascia la traccia più forte, progettando numerosi interventi urbanistici ed edilizi tra cui si ricordano: nella città ligure, i Musei di Palazzo Bianco (1949-51), Palazzo Rosso (1952-62) e del Tesoro di San Lorenzo (1952-56); e nel capoluogo lombardo, gli edifici del quartiere Mangiagalli per lo Iacp a Milano (1950-52, con Ignazio Gardella), la casa per lavoratori Incis nel quartiere di Vialba (1951-53) e la sistemazione delle stazioni della linea 1 della Metropolitana (1962-63, insieme al grafico Bob Noorda e Franca Helg), per la quale vince il Compasso d’oro nel 1964.
Tra le sue opere architettoniche più significative si ricordano: l'Albergo-Rifugio Pirovano a Beuil-Cervinia (AO)(1948-52); gli uffici comunali di Genova (1950-63); Villa Olivetti a Ivrea (TO) (1955-58), la sede della Rinascente a Roma (1957-61); gli edifici popolari del quartiere Mangiagalli di Milano (1950-52, con Ignazio Gardella), il negozio Olivetti a Parigi (1958); l'edificio SNAM di San Donato Milanese (MI) (1969).
In Emilia-Romagna ha realizzato l’edificio per Uffici INA a Parma (1950-54), il Complesso-quartiere INA “Rosta Nuova” a Reggio Emilia (1956-61), le nuove terme di Salsomaggiore (PR) (1964-67) e, con la collaborazione con Gio Ponti, gli interventi di riqualificazione di Piazza Matteotti a Modena.
È stato Membro dei CIAM (Congresso internazionale di architettura moderna), dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), dell'Accademia di San Luca, dell'American Institute of Architects (AIA), dell'Istituto scientifico del C.N.R. (Consiglio nazionale delle ricerche) per la sezione di museografia (1970).
Numerosi sono i premi ed i riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera, tra i quali: Diploma d'Onore (1930); Medaglia d'Oro (1933, 1976); Compasso d’oro (1955, 1958 e 1964); premio Olivetti per l'Architettura (1957); premio "Royal Designer for Industry" dalla Royal Society di Londra (1971).

-F. Bucci, Franco Albini, Electa architettura, Milano 2009
-F. Albini, F. Bucci (a cura di), I musei e gli allestimenti di Franco Albini, Electa, Milano 2005
-F. Albini, F. Bucci (a cura di), G. Bosoni (a cura di), Il design e gli interni di Franco Albini, Electa architettura, Milano 2009
-G. Bertuzzi, Trasformazioni edilizie e urbanistiche a Modena tra ‘800 e ‘900, Aedes Muratoriana, Modena 1992, pp. 7-35-151-171
-L. Montedoro (a cura di), La città razionalista, modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena, 1931-1965, RFM edizioni, Modena 2004, pp. 129-166-167.
-M. Morresi, Albini Franco, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Volume 34, Roma 1988

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.