Forlimpopoli
insediamento
area urbana
ambito culturale romano
età romana
Fondato nei pressi del torrente Ausa, in un'area sicuramente frequentata in età protostorica, Forlimpopoli non conserva nel suo attuale impianto nessuna apparente traccia dell’organizzazione urbanistica di età romana, se non l’orientamento rispetto alla via Emilia, che ne rappresentava il decumano massimo.

Plinio lo include fra i centri fortificati della Regio VIII, ma sono davvero scarse le notizie circa la sua nascita, che viene posta in relazione con il programma politico di Publio Popilio Lenate, sotto il cui consolato, nel 132 a.C., si ha la costruzione della strada consolare che ne porta il nome e, forse, il provvedimento di fondazione della città, sorta su un preesistente forum, un centro di servizi per i coloni.


Le testimonianze di architettura civile più antiche risalgono comunque al periodo compreso fra l’età sillana e quella cesariana: è proprio tra il 90 e l'89 a.C., in seguito alla promulgazione delle leggi Iulia e Plautia Papiria, che Forlimpopoli ottiene una costituzione municipale e l’iscrizione alla trìbù Stellatina, come i vicini municipi di Forum Livii (Forlì) e Mevaniola (Galeata).

La città conobbe poi, come molti altri centri della regione, un momento di forte rinnovamento, documentato dall'edilizia privata, durante il principato augusteo. Nulla si può arguire, invece, circa l’edilizia pubblica poiché sino ad oggi non sono note evidenze strutturali di questo tipo e l’esistenza di edifici monumentali – un anfiteatro e un tempio dedicato al culto isiaco – è desunta indirettamente da alcune iscrizioni.

L’area del foro, del tutto congetturalmente, viene posta nella zona della scuola De Amicis all'incrocio tra la via Emilia e la strada da e per Ravenna. Neppure del tutto chiara è anche l’effettiva estensione del perimetro urbano nelle diverse direzioni.

Resti di abitazioni sono venute in luce in varie parti della città. Fra le più antiche si annoverano le domus dell’Asilo delle Suore Francescane, di Casa Fantini, di Casa Vitali, con pavimenti in cocciopesto e mosaici geometrici.

Mosaici pavimentali di età imperiale documentano il divenire storico di Forlimpopoli, anche se raramente si è offerta la possibilità di procedere allo scavo di complessi residenziali di una certa articolazione come la domus (II d.C.) delle Scuole De Amicis, affacciata ad uno dei decumani principali e dotata di svariati ambienti: un atrio, un peristilio, un soggiorno, una cucina ed altri vani ancora.

Nella zona orientale e settentrionale, specialmente nei pressi della linea ferroviaria, lungo l’antico corso dell’Ausa, sono stati localizzati alcuni impianti manufatturieri legati ad una caratteristica produzione foropopiliense: si tratta di fornaci specializzate nella realizzazione di anfore a fondo piano cosiddette appunto “tipo Forlimpopoli”.

Le aree sepolcrali si dispongono soprattutto nei distretti orientale e nord-occidentale del suburbio. In questo ultimo settore, nelle immediate vicinanze della via Emilia, sopravvivevano anche i resti di un edificio funerario di notevoli dimensioni.

Si segnala poi che, nel campanile della basilica di San Ruffillo, è murato un frammento di scultura funeraria in pietra, riferita alla figura di un leone. Sotto il presbiterio sono visibili i resti della chiesa paleocristiana, reperti romani e medioevali, venuti in luce in seguito ai lavori di restauro e consolidamento dell’edificio.