Pontenure
insediamento
insediamento sparso
ambito culturale romano e tardoantico
secc. I a.C./ VII d.C.
Posto nell'agro della colonia di Piacenza, il territorio di Pontenure si inserisce in un distretto interessato dalla centuriazione e le cui potenzialità insediative, a carattere prevalentemente rurale, dipendono in parte anche dalla vicinanza con la via Emilia e dal suo punto di scavalcamento del torrente. A testimonianza di questo antico passaggio rimangono ancor oggi le pile del ponte romano a poche decine di metri dall'infrastruttura di età moderna fatta realizzare dalla sovrana Maria Luigia.


In un’area dunque intensamente antropizzata, alcuni degli insediamenti segnalati si distinguono per la loro articolazione strutturale e per il decoro degli interni. Tale è il caso dell’impianto individuato nel secolo scorso a Cascina S. Martino, sorto all'incrocio fra la strada consolare e uno degli assi centuriali: una villa con eleganti mosaici o forse, addirittura, una mansio, vale a dire una stazione di sosta lungo l’itinerario stradale.

Un'altra villa, pur'essa dotata di mosaici, con il relativo sepolcreto prediale, è venuta in luce a Casanova Tinelli. Le grandi opere infrastrutturali necessarie alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità hanno fatto inoltre emergere una rimarchevole evidenza archeologica nel sito di Podere Cassino.
Si tratta di un imponente complesso romano, databile indicativamente tra la prima età imperiale (secondo quarto del I secolo d.C.) e il VI-VII secolo d.C., inserito in un'area centuriata entro la via Emilia e il Po. Non è chiara la sua definizione tipologica, oscillando le ipotesi interpretative fra una villa rustica, una mansio o un vicus.

Un notevole esempio di reimpiego di materiale romano derivante da un preesistente agglomerato insediativo si ha nel Castello di Paderna, a pochi chilometri da Pontenure. Nella cappella si trovano riutilizzati mattoni sesquipedali, materiali architettonici, un rocco di colonna in marmo rosso veronese (originariamente un miliario della via Emilia) e un capitello di marmo lunense, forse non di provenienza locale.