Castellarano
insediamento
insediamento sparso
ambito culturale romano
secc. II a.C./ IV d.C.
Durante l'età romana, similmente a quanto avviene nei territori contigui, anche nel Reggiano l'area collinare, non coinvolta nella divisione centuriale, era comunque soggetta ad un sistema organizzato che consisteva nella distribuzione sul territorio di ville rustiche alle quali facevano capo altrettanti fondi agricoli.


Le prime tracce di frequentazione umana nell'area di Castellarano datano ad epoca davvero antica. Viene infatti attribuito al Mesolitico (XI - VIII millennio) il complesso di manufatti in selce rinvenuto a Madonna di Campiano, a sud del paese, in seguito ad imponenti lavori di urbanizzazione. E’ però durante l’età del Bronzo che il controllo strategico del territorio lungo le direttrici appenniniche, come la Valle del Secchia, si fa stringente e si definisce attraverso una serie di abitati che dominano gli accessi di valle. Così è per il sito di Castellarano, sorto sopra un terrazzo elevato nelle forme di villaggio di capanne riferibile alla cultura terramaricola.

Consistenti appaiono anche le tracce della presenza etrusca, fra le quali vale ricordare la scoperta nel 1864 della prima iscrizione in lingua e alfabeto etrusco di tutta la provincia di Reggio Emilia. Alla luce di tali ritrovamenti è stata ipotizzata l'esistenza di un insediamento, databile al V sec. a.C., che probabilmente presidiava le correnti commerciali dalla Toscana alla pianura padana attraverso la via lungo il Secchia.

Una delle ville di età romana del distretto di Castellarano è stata individuata ed indagata negli anni '80 in località Gambarata sulla riva destra del Tresinaro. Il complesso, rimasto in uso tra l'età augustea e l'inizio del II sec. d.C., era costituito da sei ambienti delimitati da muri in ciottoli. Relativamente alla loro destinazione, si sono identificati il vano del torchio (torcularium) e il magazzino per i dolii, mentre nell'area cortiliva un pozzo ha restituito importanti reperti metallici. Per il suo interesse legato alla conoscenza delle attività produttive svolte nella villa si segnala un grande blocco lapideo riconosciuto quale contrappeso di un torchio a leva.

Testimonianze di età romana provengono anche dal centro abitato, dove sono emersi resti di strutture di tipo agricolo ed artigianale, come nel caso dell’impianto di via D. Alighieri destinato alla conciatura delle pelli (matellio). Numerose altre tracce disseminate nel territorio (lacerti murari, tessere di mosaici pavimentali, reperti architettonici) compongono la mappa degli insediamenti rurali che punteggiavano la zona.