Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 427-428
Le Terramare. La più antica civiltà padana
Milano
Electa
1997
Reggio Emilia
Musei Civici di Reggio Emilia
1996
pp. 111-112
Reggio Emilia
1993
Insediamento storico e beni culturali. Alta pianura e collina reggiana. Comuni di Albinea, Bibbiano, Casalgrande, Castellarano, Cavriago, Montecchio Emilia, Quattro Castella, Rubiera, S. Polo d'Enza, Scandiano, Vezzano sul Crostolo
Reggio Emilia
Amm.ne Provinciale di Reggio Emilia
1988
Reggio Emilia
Musei Civici di Reggio Emilia
1979
pp. 138-142
insediamento sparso
secc. II a.C./ IV d.C.
Le prime tracce di frequentazione umana nell'area di Castellarano datano ad epoca davvero antica. Viene infatti attribuito al Mesolitico (XI - VIII millennio) il complesso di manufatti in selce rinvenuto a Madonna di Campiano, a sud del paese, in seguito ad imponenti lavori di urbanizzazione. E’ però durante l’età del Bronzo che il controllo strategico del territorio lungo le direttrici appenniniche, come la Valle del Secchia, si fa stringente e si definisce attraverso una serie di abitati che dominano gli accessi di valle. Così è per il sito di Castellarano, sorto sopra un terrazzo elevato nelle forme di villaggio di capanne riferibile alla cultura terramaricola.
Consistenti appaiono anche le tracce della presenza etrusca, fra le quali vale ricordare la scoperta nel 1864 della prima iscrizione in lingua e alfabeto etrusco di tutta la provincia di Reggio Emilia. Alla luce di tali ritrovamenti è stata ipotizzata l'esistenza di un insediamento, databile al V sec. a.C., che probabilmente presidiava le correnti commerciali dalla Toscana alla pianura padana attraverso la via lungo il Secchia.
Una delle ville di età romana del distretto di Castellarano è stata individuata ed indagata negli anni '80 in località Gambarata sulla riva destra del Tresinaro. Il complesso, rimasto in uso tra l'età augustea e l'inizio del II sec. d.C., era costituito da sei ambienti delimitati da muri in ciottoli. Relativamente alla loro destinazione, si sono identificati il vano del torchio (torcularium) e il magazzino per i dolii, mentre nell'area cortiliva un pozzo ha restituito importanti reperti metallici. Per il suo interesse legato alla conoscenza delle attività produttive svolte nella villa si segnala un grande blocco lapideo riconosciuto quale contrappeso di un torchio a leva.
Testimonianze di età romana provengono anche dal centro abitato, dove sono emersi resti di strutture di tipo agricolo ed artigianale, come nel caso dell’impianto di via D. Alighieri destinato alla conciatura delle pelli (matellio). Numerose altre tracce disseminate nel territorio (lacerti murari, tessere di mosaici pavimentali, reperti architettonici) compongono la mappa degli insediamenti rurali che punteggiavano la zona.