Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 408-409
Il Museo Civico di Correggio
Milano
Electa
1995
Mille anni. Lo sviluppo urbanistico di Correggio dalle origini agli inizi del 20. secolo
Correggio
Comune di Correggio
1994
Correggio. Identità e storia di una città
Parma
Astrea
1991
Strade padane: percorsi storico-ambientali nella campagna correggese
Correggio
Comune di Correggio
1990
Reggio Emilia
Tipografia Edizione Libertas
1949
insediamento sparso
secc. II a.C./ VI d.C.
Ciò non esclude che l’attuale cittadina possa essere stata sede di un vicus, al quale dovrebbero rapportarsi alcune epigrafi funerarie ed altri materiali rinvenuti nell'area urbana.
Numerose altre tracce disseminate nel comprensorio di Correggio fanno riferimento ad insediamenti sparsi, talora di una qualche ampiezza. La zona di Rio Saliceto ospitava una villa, alla quale si possono ricollegare il leone funerario (ora presso il Palazzo dei Principi) e la targa iscritta reperiti agli inizi del Seicento ed appartenenti ad un grande e articolato monumento sepolcrale. Questo, forse del tipo a recinto, doveva essere composto da una cassa di marmo, quattro leoni a grandezza naturale e due urne. Sono sopravvissuti solamente la lapide, menzionante il defunto C. Fuficius Hilario, e uno dei felini collocabile, per l’accostamento tipologico con altri analoghi elementi scultorei del territorio modenese, nella prima metà del I sec. d.C.
Da Lemizzone proviene una lapide della famiglia degli Antiistii (seconda metà I sec. a.C.); ad un altro sepolcreto non localizzato va attribuito il cippo confinario, stabilente le dimensioni di un'area cimiteriale privata, poi portato a Fosdondo.
Reperti di probabile origine funeraria sono segnalati anche a Villa S. Martino e Villa Budrio.
Forse a Mandriolo è stata recuperata la lapide della liberta Aninia Ge.
Complessi architettonici di maggiore estensione e di più elevato livello costruttivo sono stati individuati a Villa Fazzano, loc. Imbreto, dove sorgeva un complesso rustico perdurato sino alla tarda età imperiale (III sec. d.C.), e nella Cava Unieco sita in frazione S. Prospero. Si tratta di un’ampia azienda fondiaria, caratterizzata da diverse attività produttive, il cui arco di vita copre vari secoli (I-VI sec. d.C.). L’emergenza archeologica è stata fatta oggetto di alcune campagne di scavo anche per l’eccezionale interesse derivante dall'ottimo stato di conservazione di alcuni elementi strutturali deperibili come travi lignee, alzati e pavimentazioni.