Carpi
insediamento
insediamento sparso
ambito culturale romano
secc. II a.C./ V d.C.
Capillari campagne di ricognizione archeologica e approfondite ricerche sulle persistenze del sistema centuriale romano, combinate con un'attenta rilettura delle informazioni relative ai rinvenimenti casuali, hanno ricostruito con notevole precisione il quadro del popolamento nei confinanti territori di Carpi, Soliera, Ganaceto, Campogalliano, dimostrando che il distretto a nord-ovest di Mutina è stato profondamente colonizzato a partire dai decenni finali del II sec. a.C. ed assoggettato alla suddivisione centuriale attuata nel distretto fra il fiume Secchia e il torrente Tresinaro.

Di questa ripartizione rimangono sul terreno numerose tracce (canalizzazioni, limiti poderali, strade), talora piuttosto evidenti come nel caso del cardine attorno al quale si è sviluppata la città di Carpi.

La stessa denominazione di Limidi (comune di Soliera) deriva dal termine limes/limites che fa riferimento ad uno degli elementi della ripartizione centuriale.
Alcuni dei complessi insediativi maggiori sono stati sottoposti a campagne di scavo archeologico che ne hanno messo in evidenza strutture, periodo di utilizzo, dotazioni e arredi.


A Carpi, loc. Budrione, si è indagato il settore rustico di una villa costituito da una serie di ambienti pavimentati in mattoni e cocciopesto, uno dei quali adibito certamente all'immagazzinamento di prodotti agricoli in grandi dolii: si ritiene trattarsi di una produzione vinicola destinata, viste le quantità, non al consumo interno, ma alla commercializzazione. Edificata in età repubblicana, la villa fu abitata senza soluzione di continuità sino al II sec. d.C. Dopo un periodo di abbandono, venne parzialmente ripristinata e rioccupata nel IV e V sec. d.C.

Sempre a Carpi, nel sito di Santa Croce è stata effettuata una parziale esplorazione di un’altra villa collocabile tra il periodo repubblicano e la tarda età imperiale, dotata di ambienti di rappresentanza e contraddistinta dall'attività di un’officina metallurgica per la lavorazione del ferro. Nella stessa località si dislocava, presumibilmente lungo una strada di una certa importanza, una delle necropoli maggiori rinvenute nel Carpigiano. Rimasta a lungo in uso, ebbe carattere certamente monumentale vista la presenza di materiali lapidei forse relativi ad un sepolcro a dado e di due leoni funerari oggi dispersi.

Dal medesimo ambito territoriale si segnala ancora, per il suo pregio, consono all'arredo di una villa caratterizzata da un certo “lusso”, la testina in marmo bianco, ornamento di una fontana o di un ninfeo, dalla villa della Savana di Cibeno, sito della famosa terramara dell’età del Bronzo.

Altre ville si distribuiscono nella zona di Soliera. Quella scoperta nel secolo scorso lungo via Serrasina ha restituito ambienti pavimentati in mosaici bianchi e neri, in mattoni, in opus spicatum e alcuni elementi marmorei di rivestimento parietale e di ornamento architettonico. L’edificio pare costruito in età tardo-repubblicana e ristrutturato nel II sec. d.C.

Consistenti tracce di popolamento si addensano, infine, intorno a Ganaceto ove vengono segnalati una villa che ha avuto una continuità abitativa dal II sec. a.C. fino al IV-V sec. d.C., ma anche reperti lapidei riferibili ad un monumento sepolcrale a dado e iscrizioni funerarie facenti parte di una necropoli probabilmente collegata all'insediamento rustico.

La presenza di un reticolo centuriale a settentrione di Carpi e Soliera non perfettamente allineato con quello compreso fra Secchia e Tresinaro viene ritenuto una prova a favore dell’esistenza qui di un altro municipio, da ricercarsi fra quelli citati da Plinio, ma ancora sconosciuti. Una recente proposta avanza il nome del municipio dei Padinates che doveva collocarsi nei pressi del Po e che vari elementi indiziari sembrerebbero riportare in quest’area.