loc. Fossalta
Modena
insediamento
stazione itineraria
ambito culturale romano
secc. I a.C./ V d.C.
Il toponimo Victoriolas, che nell’Itinerario Burdigalense contraddistingue una stazione di posta fra Bologna e Modena, viene collegato alle vicende del 43 a.C. quando, durante la Guerra di Modena, Forum Gallorum (odierno territorio di Castelfranco Emilia) fu teatro di uno scontro fra l'esercito consolare e la cavalleria di Antonio.
La denominazione conserverebbe infatti memoria della vittoria di Antonio e l’impianto del sito sarebbe avvenuto nelle vicinanze del luogo della battaglia.


Se ne è proposta l’ubicazione in località Pradella, ad ovest di Castelfranco.
L’indicazione delle distanze itinerarie induce però a collocare la mutatio più verso Modena, a Fossalta, non lontano dal ponte di Sant’Ambrogio a circa tre miglia (km 4,4) dal capoluogo. In questa zona, immediatamente a ridosso della via Emilia sin dalla metà del XIX secolo sono stati fatti a più riprese consistenti ritrovamenti probabilmente in relazione con il centro itinerario.

Fra le diverse tracce di strutture insediative emerse, si distingue una vasta villa (Ca’ Tardini - Fondo Pizzacchera) al centro di una centuria, costruita nel corso del I sec. a.C. e rimasta in vita sino all’età tardo-antica, che dovette rappresentare con la sua ampia superficie l’edificio più significativo sorto a Victoriolas.

Nella stessa area, numerosi rinvenimenti di natura sepolcrale disseminati lungo la via Emilia nel tratto di unione fra Fossalta e la svolta di S. Ambrogio (poderi Grandi, Ca’ Rigata, Muratori, Ca’ Tardini, Pizzacchera) si ascrivono ad un’unica grande necropoli attiva soprattutto fra il I sec. a.C. e il II sec. d.C. che per la sua estensione deve essere necessariamente in rapporto con un agglomerato abitativo di una certa importanza. Un lembo di sepolcreto con tombe di fase tardoromana (fine del III - inizi del V secolo d.C.) è riaffiorato recentemente in occasione di lavori di ampliamento della ditta di onoranze funebri Cofim, rivelando anche monumenti funerari del tipo a dado con decorazioni scultoree attinenti la carriera militare dei defunti.

Dal medesimo sito proviene una serie di ghiande missili (proiettili) che già al tempo dell’archeologo modenese Celestino Cavedoni erano state messe in relazione con le operazioni militari relative alla Guerra di Modena.