Polo per l'infanzia Lama Sud
via Vitruvio, 4
Ravenna (RA)
De Carlo Giancarlo progetto
1919/ 2005
Majowiecki Massimo progetto strutture
1945

MTA Associati - Monica Mazzolani e Antonio Troisi (progetto)
Studio Fabbri Fazioli (progetto strutture)


Il progetto per il nuovo polo per l'infanzia, commissionato dal comune di Ravenna con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e del Monte di Bologna e Ravenna, è realizzato dallo studio Giancarlo De Carlo e dallo studio di progettazione MTA, associato al progettista milanese nell’ultimo periodo della sua attiività.
Il progetto segue la vittoria da parte del gruppo del concorso di progettazione bandito nel 2006, che nello stesso anno trova attuazione.
Il plesso, che ospita un asilo nido e una scuola dell’infanzia, sorge con l’intenzione di creare un modello di sviluppo policentrico della città, inserendo nelle aree periferiche servizi e luoghi pubblici di aggregazione. Le scuole sorgono a sud-ovest, separata dal vicino quartiere residenziale dalla via Vitruvio che lo froteggia sul lato ovest, mentre il confine nord, è delimitato dal canale Lama sud.
L’assenza di elementi tratti dal contesto cui riferirsi nell’approntare il progetto, spinge alla creazione attraverso l’architettura di un uovo paesaggio, ottenuto affidando tale ruolo alla copertura. Essa assume una forma curvilinea, opposta al terreno pianeggiante circostante, il cui profilo ondulato rivestito di lamiera ondulata asseconda la complessa articolazione della pianta, basata su un modulo ripetuto ed adattato alle dimensioni e alle necessità delle varie funzioni.
Il comparto ha una forma triangolare e il suo sviluppo planimetrico si dirama in due bracci, parallelamente ai cateti del lotto. La pianta è composta raggruppando i vari moduli, ciascuno corrispondente agli ambienti necessari, intorno a spazi pubblici coperti o aperti, in forte continuità visiva con l’interno, favorita dall’ampio uso di pareti vetrate e dall’integrazione del verde con il laterizio in vista utilizzato nei tamponamenti.
Coerentemente con l’esperienza di De Carlo lungo tutta la sua lunghissima attività, il progetto, studiato con l’aiuto di un equipe di pedagogisti, pone l’utente, cioè il bambino, al centro della progettazione. Ne risulta un ambiente fatto di una molteplicità di stimoli visivi e possibilità di esperienze, che ricerca anche internamente, un paesaggio in cui l’architettura diventa funzionale all’insegnamento e allo svago.
Dal lato del canale, attraversato da un ponte in legno di piccole dimensioni, un filare di alberi fa da guida visuale e fisica fino all'entrata.
Un muro di mattoni faccia a vista fronteggia il parcheggio adiacente alla strada, da questo si apre un cortile porticato nel quale confluiscono i due bracci, quello a nord, che ospita la scuola dell’infanzia, e quello a sud, in cui si trova l’asilo nido.
L'intero intervento è sviluppato su un singolo livello, fortemente variato nelle diverse altezze dal movimento del soffitto, determinato dalle diverse attività.
La scuola dell’infanzia distribuisce le aule lungo un corridoio che segue una linea spezzata e si allarga sul fondo a creare una sorta di piazza coperta. Le aule e i servizi sono disposte a grappolo intorno ai patii, divise da pareti vetrate scorrevoli che permettono di ampliare lo spazio interno all’esterno. L’asilo è invece organizzato intorno ad un grande spazio centrale su cui s’innestano gruppi di ambienti costituiti da aule, a loro volta aggregate intorno ad un patio.
Le partizioni interne così come gli arredi e le attrezzature permettono diverse configurazioni dello spazio secondo un princpio di massima multifunzionalità.
La luce naturale è amplificata dalla presenza di lucernari che interrompono la copertura.
Grande attenzione è stata rivolta all'aspetto del risparmio energetico.
Sulla copertura sono installati numerosi pannelli fotovoltaici che contribuiscono all'approvigionamento dell'elettricità; la climatizzazione interna vuole sfruttare la ventilazione naturale prodotta dall'effetto camino dovuto all'altezza del complesso. Nelle pareti progettate a intercapedine, è presente un consistente strato di lana di roccia per ottimizzare la resa degli impianti. La copertura si avvale di un rivestimento in lamiera di alluminio con frapposto materassino e camera d'aria in conformità alle normative acustiche. Le strutture sono in legno lamellare tenute in tensione da tiranti metallici. I controsoffitti e i pavimenti sono trattati in doghe di aframosia, iroko o massello di faggio di tonalità chiare.


fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Matteo Sintini, Elia Serafini

L'IMMAGINE
In questo complesso scolastico destinato a asilo nido e scuola materna, la grande copertura é l'unica presenza costante: una tenda morbida che avvolge e protegge. Realizzata in legno lamellare per comunicare sicurezza e calore, apre e chiude, amplifica o riduce lo spazio, variando con la sua forma sinuosa le altezze dei volumi interni: in alcuni punti viene sottoposta a deformazioni o a fratture, si apre per permettere alla luce di penetrare e fondersi con quella che entra dalle finestre e dai patii.

L'ORGANIZZAZIONE
L'organizzazione funzionale avviene per blocchi che, seppur di dimensioni e forma analoghe, nel loro aggregarsi generano configurazioni diverse, perché diverse sono le capacità di percezione e la necessità di protezione dei bambini: introversa per il nido, estroversa per l'asilo, dove i contatti tra interno e esterno sono più diretti. I blocchi interagiscono in modo flessibile e armonioso, pur mantenendo autonomia e riconoscibilità: il rapporto tra autonomia e compenetrazione degli spazi ben rappresenta la tensione dialettica che esiste tra la conquista di sicurezza da parte dei bambini e la curiosità della scoperta che, in qualche modo, la mette a repentaglio. Nel microcosmo della scuola nessuno si sentirà mai isolato: il giardino, i patii, gli atelier di gioco e "lavoro" sono sempre visibili dagli altri ambienti; persino i bagni, considerati "stanze dei giochi d'acqua", hanno finestre contrapposte sui lati del patio.

IL GIARDINO
Luogo di gioco e attività fisica all'aperto il giardino é progettato come spazio di esperienze ludiche, visive, tattili, olfattive e legate al fare (coltivare, costruire, allevare, mantenere ... ). La scuola vi si inserisce in modo da farlo penetrare nelle rientranze dei corpi edilizi e nei patii: di forme e dimensioni eterogenee, questi frammenti di giardino si compongono a mosaico in un'unica configurazione organicamente integrata con l'architettura.

CARATTERISTICHE BIOCLIMATICHE
Costruire un ambiente sano con materiali di origine naturale che offra le migliori condizioni climatiche e di benessere fisico, sfruttare le energie alternative contribuendo al risparmio energetico, recuperare risorse economiche nella gestione dell'edificio. Le acque meteoriche sono raccolte in una vasca usata come riserva d'acqua per l'irrigazione del giardino, per gli scarichi dei wc e per gli idranti dell'impianto di spegnimento incendi. I 60 pannelli fotovoltaici installati forniscono 11.798 kwh per anno.