Centro civico di Cittanova
Strada Pomposiana, 52
Modena (MO)
Fontana Lucio progetto e direzione lavori
1963
Bruini Marco strutture
1959

Righi s.r.l., Modena (costruzione)


Progetto e realizzazione del Centro Civico della frazione di Cittanova. Committente Comune di Modena.

Il progetto per la realizzazione del Centro Civico di Cittanova nasce dalla volontà dell'Amministrazione di realizzare un nuovo edificio che diventi il luogo in cui concentrare nuovi servizi per gli abitanti della piccola frazione: non solo quelli necessari alla scuola elementare, fabbricato degli anni Trenta che richiedeva nuove e moderne attrezzature (come la mensa, la palestra e la biblioteca), e al circolo degli anziani, ma che dotasse il quartiere di aree sportive e di attrezzature per il gioco.
Il risultato è una "maison de tous", in cui convivono spazi, istituzioni, funzioni rivolte a generazioni differenti, dai bambini agli anziani passando per gli adulti e i ragazzi. Questo luogo unitario, che non esclude nessuna categoria di fruitori, comprende al suo interno una palestra, gli spogliatoi, la mensa scolastica, un circolo per anziani, un ambulatorio di quartiere, una biblioteca e un teatro all'aperto.
Nella volontà di configurare tale spazio civico come lo spazio pubblico che mancava a Cittanova (i luoghi collettivi esistenti erano la scuola elementare, la chiesa e il vecchio circolo ad uso esclusivo degli anziani) si è fatto lo sforzo di togliere alle attrezzature sportive l'aspetto "tipico" di tali strutture: di qui, la palestra, che è "meno palestra possibile ", diventa anche luogo di dibattiti e corsi di vario genere; il campo sportivo esterno, immerso nella natura, diviene lo scenario ideale per il tempo libero, lo spazio adatto a quei giochi spontanei praticati nel vuoto tipico di ogni piazza.
La dimensione a grande scala del complesso, che emerge rispetto all'edilizia residenziale limitrofa, è volutamente mitigata dalla forma. La difformità delle finestre, elemento caratteristico del Centro che ne disegna le facciate, garantisce l'illuminazione specifica per ogni attività che si svolge all'interno.
Dal punto di vista delle scelte cromatiche, la gamma dei grigi delle pareti in calcestruzzo faccia a vista, dei rivestimenti e degli arredi connota l'interno dell'edificio come una struttura pubblica, nuda e primordiale, che l'istituzione vuole mettere a disposizione del cittadino senza sovrastarlo. Contemporaneamente la struttura, così possente e articolata, non si fa mai dimenticare. La cupola, il tetto comune, si leggono costantemente.
Le coperture sono tutte piane. All'interno dell'edificio, vecchie tegole provenienti dalla demolizione di parte del vecchio circolo preesistente, pitturate con tre toni di grigio, indicano gli spazi specificatamente riferibili alla scuola (palestra e mensa), al circolo (bar) e al comune (biblioteca, teatro, ambulatorio).
Una parte del vecchio circolo è rimasta a testimonianza dell'azione di autocostruzione che ha caratterizzato la realizzazione di un luogo collettivo come questo, quasi a testimoniare la necessità naturale delle persone di vivere insieme e di condividere lo spazio.
Tutto il complesso è dentro ad una vera e propria piazza, che con la sua fitta vegetazione diventa una sorta di giardino pubblico in cui si può giocare a carte o a pallone, in cui si mangia o si studia.
Il linguaggio moderno dell'edificio è stato al centro di un dibattito divenuto anche politico. Sono stati gli stessi cittadini, una volta comprese le ragioni di alcune scelte, a difendere il progetto contro il giudizio di chi avrebbe preferito un edificio più vicino e simile all'edilizia corrente della frazione.