Mattoni su Mattoni
via Venturoli 30
Bologna (BO)
Brini Gianluca progetto
1962

Montalti Marco (progetto)
Terziari Ugo (progetto)
Pavirani s.r.l. (progetto strutture)
Refas Costruzioni s.r.l. (costruzione)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Intervento di ristrutturazione e nuova costruzione per destinazione residenziale. Committente Pavirani s.r.l.

Il progetto prevede il riuso del volume esistente e la nuova costruzione di edificio residenziale “tipo palazzina", staccato e disposto nella parte del lotto a nord. Si approfitta delle dimensioni e della forma allungata di questo per ''staccare" i due volumi e caratterizzare anche architettonicamente i due interventi di riuso e nuova costruzione.
Il nuovo edificio viene posizionato all’interno del lotto tenendo conto sia della ricerca delle migliori caratteristiche di abitabilità (vedute, orientamenti, introspezioni, stacco dai volumi attigui incombenti, …), sia, ovviamente, dei rispetti dovuti per norma.
Viene inoltre realizzato un interrato per la palese necessità di ricavare, soprattutto in quella zona, più autorimesse possibili, compatibilmente con la necessità di ricavare la superficie permeabile richiesta.
Il nuovo volume proposto, mentre assume i vincoli normativi attinenti distanze e rispetti nella definizione volumetrica, si presenta come chiaro episodio aggiornato e contemporaneo nettamente distinto e distinguibile dai corpi attigui, “anni sessanta", in ciò espressivamente sostenuto sia dal lavoro sui volumi sia sulle membrature di facciata.
Su via Bondi il lotto è recintato da un muro alto circa tre metri, cosicché la sezione trasversale è costituita nell'ordine da: strada carrabile - alberi - marciapiedi - muro - prato libero.
L'intenzione progettuale è stata quella di conservare il setto murario, ristrutturandolo o ricostruendolo, mantenendone perciò la funzione e la presenza percettivamente consolidata, naturalmente aprendo varchi per l''ingresso carrabile e pedonale nel lotto. Esso, oltre a recingere, separare, avrebbe la funzione di connettere i due volumi, l'esistente ed il nuovo, di legarli concettualmente e fisicamente. In questo caso il concetto di bordo e di confine è forse secondario rispetto alla "legatura" che oggi, e domani, esso costituisce e costituirà. Dietro il "muro", situazione tipicamente urbana e tipica di questa zona della città consolidata, densa, si eleverebbe il nuovo volume, esso avrebbe una sezione a scalare rispetto al muro citato, al quale si allineerebbe almeno per i primi due livelli.
Il nuovo volume è pensato come rigoroso nello schema tipologico e strutturale, con andamento a scalare, lasciando piano per piano ampie superfici lastricate a sud per il miglior funzionamento degli alloggi. La forma consente di affacciare i fronti interni sulla corte interna secondo il miglior orientamento, di trattare in modo “ricco" questi fronti, di trattare in modo invece più compatto, ricercandone un trattamento più sordo e materico, i fronti nord ed ovest.
Dalla strada, via Bondi, si percepiscono due volumi autonomi legati dal muro: uno, esistente, per caratteristiche edilizie ed urbanistiche, posizione d'angolo per esempio, adatto ad un riutilizzo per usi vari di tipo diffusivo; uno, di nuova costruzione, diverso dal primo, più defilato e raccolto, destinato a residenza; legati poi all'interno del lotto dalle pertinenze. Il tutto sarà inoltre fortemente filtrato dalle alberature di alto fusto presenti in margine alla via, ottimamente funzionali alla gradevolezza dell'ingresso ed al riparo parziale dal sole e dalle viste. Essi serviranno anche a schermare la palazzina dal traffico carrabile sulla via.
Gli edifici limitrofi sono spesso “brutti e grandi”, i problemi di inserimento sono risolti volutamente senza eccessiva ricchezza di materiali e di elementi, volendo piuttosto cercare lo stacco del nuovo con il rigore che richiede "il moderno" e poi corrispondere alla migliore distribuzione degli alloggi e delle loro vedute. Si vuole dare all’edificio un'immagine che lo distingua dall'intorno, senza eccessi espressivi che mal si addicono al residenziale, ma certamente in contrasto con un'edilizia dell'intorno per lo meno “poco o niente progettata".
L'uso residenziale, la potenzialità limitata ed i rispetti di norma, nel determinare il tipo pluripiano a palazzina, già impongono un volume ridotto ed in discontinuità dimensionale e fisica rispetto al tessuto esistente, di ciò il progetto si fa forza ed interpreta nel senso della discontinuità anche l'estetica/immagine da ottenere.