Casa Azzurra
via Azzo Gardino/ via del Rondone
Bologna (BO)
Brini Gianluca progetto
1962

Bighi Riccardo (progetto strutture)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Nuova costruzione di edificio residenziale nel centro storico di Bologna. Committente Rondone s.r.l.
Primo caso a Bologna, dovuto a nuova normativa, di demolizione e ricostruzione fuori sagoma in centro storico. L'edifico è assolutamente dissonante, la comm. Edilizia dopo aver visionato il primo progetto chiese invece assonanza al contesto, fu risposto spiegando perché invece "doveva" essere dissonante con testi e tavole progettuali imponenti. Rispose al fine che di fronte ad un progetto "così tanto progettato" non potevano che prenderne atto. Ottimo!
Dalla relazione di preparere: in merito al "dialogo" con il contesto, richiesto "tipicamente" dalla commissione edilizia "senza rinunciare alla carica espressiva architettonica" ...
Il programma progettuale passa attraverso la demolizione totale del brutto fabbricato attuale ed il recupero della SU esistente, riconvertita ad uso residenziale, pur nei limiti di volume imposti dalla norma e dall’altezza, riferiti all'altezza dell’edificio adiacente; ma, soprattutto, "è evidente", punta ad un'operazione "d'avanguardia".
Il nuovo fabbricato è posizionato all'interno del lotto tenendo conto sia della ricerca delle migliori caratteristiche di abitabilità (vedute, orientamenti, introspezioni, stacco dai volumi attigui incombenti, ... ), sia, ovviamente, dei rispetti dovuti per norma. Si è considerato, tuttavia, preminente l'allineamento su via del Rondone, a confermare lo stato storicizzato ed, anzi, a ricostituire il senso di una quinta continua tipicamente "urbana". Il rapporto è palesemente instaurato con i muri "abitati" su questo lato della via, per altezze e per masse, e con il muro "vuoto" sul lato opposto per richiamo al verde che ne emerge/emergerà, idea dei vasoni in quota con alberi di media altezza. L’impianto, inoltre, si occupa anche di definire l'angolo rigirando i volumi e progettando la testata su via Azzo Gardino. Proprio nell'angolo, peraltro, si è disegnato uno spacco che accoglie l'ingresso.
Si evitano fronti solo ciechi o solo vetrati, si rende leggibile l'uso residenziale, si dimensionano tutti gli elementi con riferimento al tipo d'uso ed al tipo urbano. La pelle esterna è realizzata con intonaco a cappotto, con prodotto appositamente studiato e preparato per ottenere una superficie liscia e vellutata tipo cemento lisciato, colorato in pasta con tinta "fredda". Alcune aperture saranno "tradizionalmente" realizzate a filo interno ed altre ad uscire dal filo del fronte, sistemate un po' "disordinatamente" (mondrianismo), inscatolate in pannelli e bandinelle metallici.
"Disordine" e complessità come dati di fatto e di progetto. Non si è lavorato, in senso linguistico e d’immagine, tanto sul contesto immediato, non ci si è soffermati a ragionare di stili, d'antitesi od organicità, di riferimenti al genius o di rifiuto e di scontro, o altro riferito all'intorno; piuttosto si sono portate a sintesi alcune ben chiare idee, già delineate, e si è ragionato soprattutto sul valore "iconico" e contemporaneamente "sociale-civile" a scala vasta, la città-cives, di un intervento di riqualificazione di un lotto che deve essere un valore comune. Il luogo ha generato le suggestioni della complessità, del caos, del non finito, del rapporto anticovecchio-moderno-nuovo-contemporaneo.