acupuncture #3
via Parisio da Altedo
Malalbergo (BO)
Ciavatti Marco progetto
1981
Gigante Giuliana progetto
1984
Argenti Cinzia progetto
1983
Abenante Francesco progetto
1985

Diverserighestudio - Simone Gheduzzi Nicola Rimondi Gabriele Sorichetti architetti (progetto e direzione lavori)
Pro Holz Emilia s.r.l. (costruzione)


Il progetto per la scuola secondaria di I grado “Il Guercino”, come quelli di quasi tutti gli edifici scolastici realizzati in quel periodo (anni ’70-’85) a Bologna, nasce e viene portato a termine da un team di lavoro11, presieduto dall’Arch. Riccardo Merlo, in forza al “Dipartimento Assetto Territoriale e Servizi Tecnici - Settore Progettazione ed attuazione - Unità operativa edilizia scolastica” del comune stesso. Tecnici e progettisti che si occupano dello sviluppo progettuale e di seguirne la sua cantierizzazione sono dunque dipendenti dell’amministrazione pubblica della città. L’esperienza proposta dal Comune di Bologna nel campo dell’edilizia scolastica è estremamente interessante per l’attenta ricerca tipologica, la definizione di schemi progettuali in rapporto ai bisogni espressi da nuove metodologie didattiche e la possibilità di creare una partecipazione collettiva del quartiere alla gestione del problema dell’educazione, senza dimenticare la qualità delle architetture realizzate. Uno degli aspetti interessanti dell'esperienza bolognese sta nella volontà di proporre un rinnovamento tipologico nel campo dell’edilizia scolastica, senza per questo decontestualizzare l’edificio rispetto al suo intorno. Tale rinnovamento è realizzato attraverso l'utilizzo di componenti costruttivi e tecnologici normalmente utilizzati in ambito industriale, i prefabbricati, ma in modo di riqualificarli anche dal punto di vista estetico. Un secondo aspetto è quello della partecipazione della collettività alla definizione del progetto architettonico, che non significa da parte di quest’ultima delinearne le strutture formali, compito che al contrario spetta all’architetto, ma coadiuvare lo stesso nel definirne le prerogative, le priorità, i rapporti funzionali. In quest’ottica il progetto di una scuola costituisce il momento conclusivo di una progettazione condivisa alla quale partecipano tecnici, amministratori, abitanti dei quartieri, personale didattico, sindacati, genitori cercando di rendere la scuola più permeabile alle problematiche esterne. Il tema dell'edilizia scolastica assume una posizione centrale nel dibattito interno all’amministrazione in relazione alla predisposizione del nuovo P.R.G. di Bologna, entrato in vigore nel 1970. Se la prima ragione risiede nell’occasione rappresentata dalla redazione del P.R.G., una seconda ragione è ravvisabile nella crescita della natalità che ha coinvolto anche il nostro Paese, e dunque la città di Bologna, in concomitanza del boom economico del secondo dopoguerra e nel conseguente raggiungimento dell’età scolastica sul fare dei primi anni ’70 da parte dei nati proprio negli anni immediatamente precedenti. Il primo piano di edilizia scolastica viene redatto nel 1967, a conclusione di un’indagine condotta tra il 1962 e il 1963, per la prima volta con metodi scientifici, dal Comune di Bologna su tutte le scuole del comprensorio intercomunale13. Il piano pone l’accento su problemi qualitativi e di distribuzione sul territorio del patrimonio edilizio scolastico, non tralasciando l’aspetto relativo ad una situazione gravemente carente anche per quantità, dovuta alla lunga latitanza dello Stato rispetto a tale questione e alla continua crescita della popolazione infantile. Ad incidere ulteriormente sulla situazione interviene l’introduzione del tempo pieno. Il P.R.G. del 1970 recepisce il piano di edilizia scolastica del 1967 e, tra l’altro, sancisce lo standard di 40 m2/alunno di area da destinare a ciascuna scuola. Tutti gli strumenti urbanistici del Comune di Bologna riconfermano i principi adottati, con particolare riguardo alla distribuzione territoriale nell’individuazione delle nuove aree scolastiche. La legge n°641 e la n°412 del 5.08.197516, che finanziano l’edilizia scolastica, costituiscono un importante fattore di svolta che sancisce l’obbligo da parte dello Stato di fornire i finanziamenti per l’edilizia scolastica che consentano un reale sviluppo di contenuti educativi qualificati, quali sono stati elaborati e pretesi in anni di dibattiti cittadini. A partire dal 1970 il cambiamento in tema di edilizia scolastica risulterà così radicale che al momento del varo di un nuovo piano regolatore generale, che avverrà a distanza di 15 anni dal precedente (nel 1985), ci si troverà al cospetto di una situazione in materia decisamente capovolta, per quanto riguarda disponibilità di locali, esigenze, andamento demografico. A partire dagli anni ’70 i nuovi edifici scolastici vengono progettati secondo criteri che tengano conto dei metodi e delle nuove tecniche di insegnamento. Risultano pertanto imprescindibili: maggior spazio, aule 26 speciali per attività integrative, ambienti per il lavoro di gruppo, ecc. Inoltre lo standard di 40 m2/alunno ha permesso di dotare gli edifici di aree esterne di dimensioni adeguate. Negli edifici la cui realizzazione risale ad epoche precedenti, invece, spesso le condizioni ambientali (disponibilità e funzionalità di spazi interni ed esterni) sono tali da pesare negativamente sulla possibilità di promuovere programmi educativi rinnovati ed attuare, ove richiesto, il tempo pieno in condizioni ottimali. La disparità architettonica tra le scuole costruite prima e dopo il 1970 è tale da ripercuotersi anche sulla didattica, determinando un vero e proprio squilibrio qualitativo tra gli uni e gli altri.