Teatro San Luigi - Sala multimediale
204 posti
largo 8 m. profondo 6,5 m.
fine sec. XX
Forlì (FC)
Il San Luigi viene costruito su progetto dell’ingegnere comunale Vincenzo Pantoli (1852-1933) ed è inaugurato nel 1893. Mantiene l’assetto originale nella facciata, ha proporzioni ridotte, ma il sapiente uso dei materiali, la sobrietà delle sue linee architettoniche e la chiara impronta funzionale lo qualifica come edificio di indubbio interesse per la storia dell’architettura di Forlì. Scrive Mariacristina Gori che il progetto di questo teatro “pur nell’estrema sobrietà dell’impianto, mostra quella sensibilità per il ‘decoro’ urbano che caratterizza gran parte dell’architettura dell’Ottocento. La facciata presenta una finestra ‘termale’, una coppia di colonne tuscaniche, cornici marcapiano (…)”, mensole e dentelli (cit. Gori1997, p. 79). Il progetto del Pantoli rientra nel ricco e composito contesto architettonico forlivese dell’Ottocento che delinea la fisionomia nobile e severa allo stesso tempo della città.
L’interno è costituito da una sala molto sobria a pianta rettangolare con una galleria attualmente utilizzata solo per il service tecnico. Le balconate laterali collegate alla galleria centrale, visibili nelle foto storiche, vengono successivamente demolite. Il palcoscenico ha dimensioni contenute e nell’assetto originale ha un arcoscenico incorniciato da un semplice decoro pittorico.
Nel 1945 il teatro è trasformato nel Cinema Italia, vent’anni dopo è completamente ristrutturato e resta in funzione fino al 1979 quando viene chiuso. Riapre il 22 dicembre 1999 dopo radicali lavori di adeguamento e restauro che gli conferiscono l’attuale fisionomia.
La costruzione del teatro è stata avviata contestualmente alla fondazione dell’Istituto San Luigi, quando l’omonima congregazione si trasferisce dal Convento di San Mercuriale nei locali adiacenti la chiesa di San Biagio, la cui parrocchia dal 1942 viene affidata ai Salesiani. Il teatro, l’oratorio e il collegio entrano così a far parte dell’Opera Salesiana. Fin dalle sue origini il Teatro San Luigi è stato il luogo di ritrovo della città per quei cattolici desiderosi di svolgere attività sociali, ricreative e culturali mantenendo rapporti significativi con l’intero contesto civile e politico cittadino. Tra le numerose personalità che lo frequentano si ricordano don Giuseppe Prati (don Pippo) che negli anni Quaranta anima i pomeriggi dell’oratorio trasmettendo la passione per il teatro al giovane Diego Fabbri (1911-1980), futuro drammaturgo e sceneggiatore di fama internazionale, che proprio per questo teatro scrive, tra il 1931 e il 1935, le prime opere tra cui I fiori del dolore, dedicata a don Pippo.
Oltre ad un’attività teatrale diversificata e, successivamente anche cinematografica, nel tempo non è venuto meno per questo spazio la vocazione all’incontro, innumerevoli sono infatti i personaggi ospitati del mondo della cultura, della politica e della chiesa. (Lidia Bortolotti)