Salsomaggiore Terme

Castello di Contignaco
Salsomaggiore Terme

via Contignaco Castello, 126
loc. Contignaco
Salsomaggiore Terme (PR)
tel 0524 573287-3206126424
Nelle colline parmensi prospicienti il piacentino, alle spalle di Fidenza, Contignaco domina la vallata del torrente Ghiara, affluente dello Stirone, lungo la strada che da Salsomaggiore sale a Pellegrino Parmense.

Dai Pallavicino agli Aldighieri
Una fortificazione venne qui edificata nella prima metà del secolo XI con quella vicina di Gallinella dall’obertengo Adalberto, capostipite del casato dei Pallavicino, a controllo dei numerosi pozzi di sale dell’area. Con Tabiano, Scipione e Pellegrino, il castello era parte di una potente rete di strutture dislocate nelle valli del Ceno e del Taro a protezione delle comunicazioni tra Emilia, Toscana e Liguria e delle vie di pellegrinaggio dirette a Roma.
Le aspre lotte tra Parma e Piacenza per il controllo dell’area di confine incentrata su Borgo San Donnino, l’odierna Fidenza, videro in prima fila i ghibellini Pallavicino e i loro castelli, attaccati a più riprese dai guelfi parmensi.
Nel corso del Trecento Gallinella fu conteso a lungo dai Lupi, mentre Contignaco - allora dotato di torri merlate, di un mastio e di una torre cilindrica - fu conquistato nel 1315 dopo aspra battaglia dagli Aldighieri, che poterono così assicurarsi il controllo dei lucrosi pozzi di sale della zona. Secondo alcuni il castello avrebbe allora ospitato Dante Alighieri, imparentato con i nuovi signori, negli ultimi anni del suo esilio.
Gli Aldighieri parmensi - detti di Contignano, o di Val di Pado - avrebbero tenuto il castello per oltre due secoli, consolidando la loro posizione a metà del Quattrocento grazie al sostegno offerto agli Sforza, nuovi duchi di Milano, da tempo egemone nell’Emilia occidentale.
Anche il contrasto con gli antichi nemici Pallavicino trovò in quegli anni soluzione, a seguito del matrimonio di un Aldighieri con la figlia di Rolando ‘il magnifico’, signore di uno stato semi-autonomo di emanazione imperiale che copriva gran parte degli antichi domini pallavicini.

Dagli Sforza Pallavicino alla tenuta
Nel 1537 il casato Aldighieri si estinse, e il feudo di Contignaco venne assegnato dalla camera ducale milanese agli Sforza Pallavicino, passando in seguito ai Terzi di Sissa. Nel 1758 la camera ducale di Parma riassorbì il feudo, assegnandolo quattro anni dopo all’archiatra di corte, Silvestro Antonio Ponticelli, di nobile famiglia garfagnana. I Ponticelli mantennero il castello, in proprietà privata, anche dopo gli editti napoleonici di abolizione dei feudi, trasferendolo dopo il 1834 al capitano Alberto Leva, che provvide a ristrutturare l’edificio ormai in rovina.
Alla fine dell’Ottocento l’edificio venne acquistato dagli avi degli attuali proprietari, che ne hanno fatto il centro di un’azienda vinicola e casearia di qualità, ospitandovi eventi e cerimonie e aprendolo anche alle visite.

VISITA
Una stradina sterrata conduce alla cima del colle boscoso sulla riva sinistra del torrente Ghiara, in un ambiente di grande interesse paesaggistico e naturale che ospita la tenuta. L'antica fortezza si sviluppa su una pianta regolare intorno a un cortile interno di forma quadrata. Il complesso è dominato dal mastio medievale in pietra, alto più di 30 metri, che si ritiene risalente al 1030, nella prima fase di edificazione della fortificazione.
All’interno la visita si snoda attraverso le sale delle Feritoie, degli Stemmi e del Camino fino alla piccola prigione ai piedi della torre e alle cantine; la visita può essere completata con una degustazione dei prodotti dell’azione vitivinicola.
Splendidi esemplari di querce, cedri, cipressi e allori circondano l’edificio; all'ingresso del cortile si erge una quercia ultrasecolare, con tronco di oltre due metri di diametro, classificata tra gli alberi monumentali della Regione Emilia-Romagna. Nella vicina località di Scacciapensieri Gaviana è aperto alle visite il Giardino Botanico delle Piante Officinali Gavinell.
Sulla collina di fronte al castello, dal lato opposto del torrente, si trova la chiesa di San Giovanni Battista, risalente forse al XII secolo, ristrutturata nelle forme romaniche a metà del secolo XX.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Stirone (Taro),
via Romea Francigena | Cisa
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Pallavicino,
Aldighieri,
Sforza Pallavicino,
Terzi
Bibliografia
via Contignaco Castello, 126
loc. Contignaco
Salsomaggiore Terme (PR)
tel 0524 573287-3206126424
Nelle colline parmensi prospicienti il piacentino, alle spalle di Fidenza, Contignaco domina la vallata del torrente Ghiara, affluente dello Stirone, lungo la strada che da Salsomaggiore sale a Pellegrino Parmense.

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Dai Pallavicino agli Aldighieri
Una fortificazione venne qui edificata nella prima metà del secolo XI con quella vicina di Gallinella dall’obertengo Adalberto, capostipite del casato dei Pallavicino, a controllo dei numerosi pozzi di sale dell’area. Con Tabiano, Scipione e Pellegrino, il castello era parte di una potente rete di strutture dislocate nelle valli del Ceno e del Taro a protezione delle comunicazioni tra Emilia, Toscana e Liguria e delle vie di pellegrinaggio dirette a Roma.
Le aspre lotte tra Parma e Piacenza per il controllo dell’area di confine incentrata su Borgo San Donnino, l’odierna Fidenza, videro in prima fila i ghibellini Pallavicino e i loro castelli, attaccati a più riprese dai guelfi parmensi.
Nel corso del Trecento Gallinella fu conteso a lungo dai Lupi, mentre Contignaco - allora dotato di torri merlate, di un mastio e di una torre cilindrica - fu conquistato nel 1315 dopo aspra battaglia dagli Aldighieri, che poterono così assicurarsi il controllo dei lucrosi pozzi di sale della zona. Secondo alcuni il castello avrebbe allora ospitato Dante Alighieri, imparentato con i nuovi signori, negli ultimi anni del suo esilio.
Gli Aldighieri parmensi - detti di Contignano, o di Val di Pado - avrebbero tenuto il castello per oltre due secoli, consolidando la loro posizione a metà del Quattrocento grazie al sostegno offerto agli Sforza, nuovi duchi di Milano, da tempo egemone nell’Emilia occidentale.
Anche il contrasto con gli antichi nemici Pallavicino trovò in quegli anni soluzione, a seguito del matrimonio di un Aldighieri con la figlia di Rolando ‘il magnifico’, signore di uno stato semi-autonomo di emanazione imperiale che copriva gran parte degli antichi domini pallavicini.

Dagli Sforza Pallavicino alla tenuta
Nel 1537 il casato Aldighieri si estinse, e il feudo di Contignaco venne assegnato dalla camera ducale milanese agli Sforza Pallavicino, passando in seguito ai Terzi di Sissa. Nel 1758 la camera ducale di Parma riassorbì il feudo, assegnandolo quattro anni dopo all’archiatra di corte, Silvestro Antonio Ponticelli, di nobile famiglia garfagnana. I Ponticelli mantennero il castello, in proprietà privata, anche dopo gli editti napoleonici di abolizione dei feudi, trasferendolo dopo il 1834 al capitano Alberto Leva, che provvide a ristrutturare l’edificio ormai in rovina.
Alla fine dell’Ottocento l’edificio venne acquistato dagli avi degli attuali proprietari, che ne hanno fatto il centro di un’azienda vinicola e casearia di qualità, ospitandovi eventi e cerimonie e aprendolo anche alle visite.

VISITA
Una stradina sterrata conduce alla cima del colle boscoso sulla riva sinistra del torrente Ghiara, in un ambiente di grande interesse paesaggistico e naturale che ospita la tenuta. L'antica fortezza si sviluppa su una pianta regolare intorno a un cortile interno di forma quadrata. Il complesso è dominato dal mastio medievale in pietra, alto più di 30 metri, che si ritiene risalente al 1030, nella prima fase di edificazione della fortificazione.
All’interno la visita si snoda attraverso le sale delle Feritoie, degli Stemmi e del Camino fino alla piccola prigione ai piedi della torre e alle cantine; la visita può essere completata con una degustazione dei prodotti dell’azione vitivinicola.
Splendidi esemplari di querce, cedri, cipressi e allori circondano l’edificio; all'ingresso del cortile si erge una quercia ultrasecolare, con tronco di oltre due metri di diametro, classificata tra gli alberi monumentali della Regione Emilia-Romagna. Nella vicina località di Scacciapensieri Gaviana è aperto alle visite il Giardino Botanico delle Piante Officinali Gavinell.
Sulla collina di fronte al castello, dal lato opposto del torrente, si trova la chiesa di San Giovanni Battista, risalente forse al XII secolo, ristrutturata nelle forme romaniche a metà del secolo XX.


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