Foto dall'alto dello stabilimento, anni '30
Operai davanti alla palazzina degli uffici della Ceramica Veggia (1933), immagine tratta dal volume: Sassuolo nel cassetto: immagini di vita p. 44
Foto dall'alto dello stabilimento, in secondo piano si nota il frantoio, (anni '50-'60), immagine tratta dal volume: tutto quello che devi sapere sulle tue origini/Zibaldone fotografico sassolese, p. 116
Giugno 2018, foto di un capannone dello stabilimento storico con data sulla sommità
Giugno 2018, foto della facciata stabilimento storico lungo via Radici
Giugno 2018, foto della ex centrale idroelettrica della Ceramica Veggia riconvertita in abitazioni
Rivestimento in piastrelle già nell'atrio delle ex scuole comunali di viale XX settembre a Sassuolo, fine anni '20 inizio anni '30. Immagine tratta dal volume: Album sassolese: primi 900, p. 79
Talloncino sceglitrice Kervit, conservato presso l'Archivio del Centro di Documentazione dell'Industria Italiana della Piastrelle di Ceramica, Sassuolo, Modena. (anni '50-'60 del '900)
Immagine pubblicitaria tratta dal volume: Repertorio dei produttori italiani, ceramica per edilizia ed usi industriali, 1969, [p. 153]
Casalgrande

Ceramiche Veggia S.p.A.

Dati Storici
Caratteristiche produttive
produzione di pavimenti ceramici
produzione di rivestimenti ceramici

Bicottura rossa (faenza smaltata)
Monocottura chiara porosa
Grès rosso smaltato
Grès porcellanato
Biscotto da smaltare
Loghi e Marchi
Logo




Bibliografia
Notario A./ Meduri D.
Piastrelle italiane di ceramica. Elementi di cronologia 1900-2012
2014
pp. 439-440


1741 1991: Duecentocinquant'anni di ceramica a Sassuolo. 2. Dalla "fabbrica" all'industria. Verso la conquista dei mercati
1993
pp. 114-115; 122


il distretto
Il distretto ceramico terre e uomini storie meravigliose
2012
pp. 121-122


Via Radici in Monte 61
loc. Veggia
Casalgrande (RE)

Fondazione: 12/04/1923
Cessazione: 1977
Nei pressi del letto del fiume Secchia, nel 1911 in territorio reggiano, viene progettata una produzione di piastrelle per rivestimenti: Società anonima per la fabbricazione delle piastrelle d’argilla smaltate.
(Nella zona era in funzione una fornace da tempi ben più remoti, addirittura dalla fine del Seicento, potendo usufruire delle ricche cave argillose Valentini).
Era l’epoca in cui si avvertiva uno sviluppo edilizio generale, l’Ing. Giuseppe Benevelli e l’Avv.Giuseppe Matteotti progettarono dettagliatamente l’impianto di una fabbrica di piastrelle.


La produzione prese quota nei primi anni Venti, nel settore delle pavimentazioni servendosi di argille ferruginose.
A causa delle difficoltà associate allo scoppio del primo conflitto mondiale, l'azienda divenne operativa a pieno regime solo in epoca posteriore (anni Venti) come ricordano le date installate sulla sommità delle facciate di alcuni edifici dell'azienda. Nel marzo del 1931 viene costituita la società "Industria ceramica Veggia, la cui produzione era caratterizzata da un elevato livello qualitativo e artistico. I soci della nuova azienda erano Egidio Carani, il figlio Eugenio (che divenne successivamente, il fondatore della S.A.C.E.S.) e Guido Giglioli. Lo stabilimento industriale era ubicato in località Veggia di Casalgrande, mentre la sede sociale era situata a Sassuolo, in via Menotti n. 3. Qualche anno dopo, e precisamente, il 3 giugno 1937, la sede sociale fu trasferita a Milano (in Corso Italia 1) incrementando il capitale sociale.
L'approvvigionamento idrico, indispensabile per l'alimentazione delle centraline e la prossimità al collegamento ferroviario con Modena Reggio Emilia facilitarono la produzione e la conseguente distribuzione. Era la fine degli anni Trenta quando su brevetto di Antonino Dal Borgo e Maurizio Korach nacque il prodotto denominato: Kervit, caratterizzato da un pregiato impasto bianco caolinico con aggiunte di feldspati, argille bianche e chamotte di piastrelle smaltate per facilitare la greificazione. I vantaggi offerti dal Kervit erano molteplici: la minor quantità di materia prima occorrente, la riduzione dei tempi della produzione e della cottura, la leggerezza, la possibilità di confezionare dentro un'unica scatola una quantità maggiore di prodotto. Ma si trovava davanti a un problema da risolvere: la piastrella, posata tradizionalmente a calce e cemento, era risultata soggetta a tensioni per dilatazione da crearne il distacco. Enzo Munarini, chiamato familiarmente Munaréin, interfacciandosi con la ditta produttrice di additivi Mapei, sciolse il problema creando il collante per mattonelle. La Ceramica Veggia è stata la prima azienda del settore a proporre piastrelle in combinazione di un adesivo cementizio, autobagnante a presa rapida e media flessibilità per pavimenti, rivestimenti, interni ed esterni. Il collante protagonista era "Adesilex P4". Purtroppo il Kervit non fece altra strada e quando per Ceramica Veggia giunse il momento di dichiarare il fallimento, questa produzione sparì dal mercato. La formatura delle piastrelle avveniva tramite il colaggio su lastre refrattarie. La cottura avveniva con cicli della durata di 12/16 ore a 980°C. Lo spessore sottile, l'impasto greificato, la leggerezza, un basso assorbimento erano una profusione di caratteristiche per rendere un buon sviluppo cromatico.
La tonalità bianca era la più richiesta. Per la ricerca e lo sviluppo che riguardava la progettualità stilistica, Veggia si affidò alla competenza di Korach, tecnologo e insegnante ungherese in stretta collaborazione con Gaetano Ballardini presso l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza.



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