Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
resti animali
lino
età greco-romana (332 a.C - 395 d.C.)
cm 1 (a) 3,8 (la) 28,2 (lu)
n. EG81a
L’esemplare in oggetto è ancora avvolto nei bendaggi originali, costituiti da una stretta fascia di tessuto piuttosto grossolano. Le spoglie dei coccodrilli giovani, imbalsamate per disidratazione, erano generalmente offerte al dio Sobek, dopo essere state riunite in involucri di maggiori dimensioni, contenenti più esemplari e/o talvolta uova, oppure essere state associate a coccodrilli adulti. Difficile stabile sulla base dello stato conservativo attuale e della tipologia di rinvenimento a quale di queste categorie potessero appartenere le mummie di Modena.

Questo piccolo coccodrillo, insieme con altri due e una testa di mummia (EG38), fu donato a Pietro Tacchini (1838-1905) da Licurgo Santoni, direttore delle Poste dell’Egitto e della Nubia, che risiedette in Egitto per molti anni (1863-1898). Lo attesta una lettera di Tacchini al direttore del Museo di Modena nella quale si afferma che questi reperti furono rinvenuti da Santoni all’interno “delle grotte così dette dei coccodrilli”, non molto distanti da Assiut (AMCMo 1882, prot. 793). La località alla quale si fa riferimento, il villaggio di el-Maabda sulla riva est del Nilo, di fronte a Manfalut, era ben nota ai viaggiatori europei per le grotte naturali che contenevano migliaia di coccodrilli, ma anche corpi umani. Questo sito, abbondantemente saccheggiato durante l’Ottocento, rappresenta un interessante caso archeologico e testimonia l’importanza del culto del dio coccodrillo Sobek sino all’Epoca Romana (30 a.C.-395 d.C). Durante il I millennio a.C., e in particolare a partire dalla XXVI dinastia (664-525 a.C.), si affermò la consuetudine di allevare all’interno dei templi molti esemplari della specie animale sacra al dio del luogo. Se l’animale che si riteneva manifestazione vivente del dio riceveva in vita e in morte un trattamento speciale, gli altri esemplari della stessa specie erano destinati al sacrificio, quale offerta al dio da parte dei pellegrini che si recavano al tempio per pregarlo. Le mummie di questi animali erano poi sepolte in necropoli dedicate, come quella di el-Maabda, dalla quale provengono i tre coccodrilli del dono Tacchini.