Teatro Nuovo
764 posti
Presso la Biblioteca Comunale materiali relativi agli spettacoli tratti dal periodico "Tutto Salso"; Maria Callas al Teatro Nuovo di Salsomaggiore, 22 settembre 1950 (Faldone Cele); materiali relativi a Salso film & TV festival anni '70-80 nella Sezione Locale; la ricerca storica di Silvia Cabassi "Riccardo Ferrario un albergatore campione di ospitalità signorile: si deve a lui il Salone Moresco; Cartoline da Salsomaggiore di Roberto Tanzi.
Salsomaggiore Terme (PR)
Durante la stagione termale l’esigenza di intrattenere i numerosi e, sovente, facoltosi ospiti, aveva favorito una vivace attività musicale, anche negli anni che precedono la realizzazione del teatro Ferrario. Si rammentano, tra le tante, le esibizioni di artisti famosi quali il baritono Antonio Cotogni, che cantò nel Casino di Conversazione dello stabilimento termale in un'accademia a beneficio dei feriti della guerra d'Indipendenza nell’agosto 1866, e un concerto vocale e strumentale con il tenore Italo Campanini nell’agosto 1874 per l'inaugurazione del monumento a Rospigliosi. Né mancavano spazi adeguati, lo ‘stabilimento vecchio’ era dotato di un teatrino, mentre nelle Terme Magnaghi un ampio salone era utilizzato come sala da concerto. Nel 1910 venne costruito il Salone Moresco (appendice del Grand Hotel des Termes decorato dal celebre Galileo Chini), che nel 1926 fu inaugurato come spazio teatrale con il balletto Turandot, interpretato del corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano.
Nel 1868 la municipalità aveva fondato una banda musicale che aveva principalmente il compito di intrattenere gli ospiti nelle piazze e negli stabilimenti termali nelle ore pomeridiane dei giorni festivi.
Nel 1925, nel Salone delle Terme Berzieri, debuttò la locale Orchestra sinfonica diretta da Gino Gandolfi, cui la società concessionaria delle terme aveva affidato il compito di organizzare un’attività musicale consona a un pubblico raffinato e cosmopolita.
La realizzazione del Teatro Nuovo viene avviata nel 1939 su progetto dall’architetto Mario Bacciocchi (Fiorenzuola d’Arda 1902 – Milano 1974) che adotta soluzioni architettoniche d’avanguardia secondo lo stile razionalista dell’epoca di cui egli è un valente esponente. Voluto da Giovanni Borasio, che all’epoca ne è anche il proprietario, il teatro è parte integrante di un più vasto immobile che comprende locali commerciali e appartamenti ad uso civile abitazione. Inoltre originariamente la parte relativa al teatro comprende anche un grande caffè, numerose sale per il circolo degli ospiti, una vasta terrazza pensile e due taverne sotterranee. Benché realizzato in tempo di guerra per l’edificio, e il teatro in particolare, vengono impiegati materiali pregevoli e di prima scelta.
La sala, ampia e armoniosa con andamento ellittico è composta da platea, galleria e palchi posti ai lati del palcoscenico (tre per parte). Questi ultimi che si caratterizzano per la luce ampia, molto alta, sono sormontati da tendoni in tessuto di colore rosso, in origine erano rivestiti in tappezzeria. La copertura ha una forma curvilinea ‘a uovo’ molto particolare, per un’ottimale resa acustica, al centro una cupola apribile consente il ricambio dell’aria e la vista a cielo aperto nella bella stagione.
All’epoca il monumentale teatro poteva ospitare fino a 1200 spettatori, inoltre il palcoscenico era dotato di strutture e impianti tecnologici d’avanguardia e ancora validi per funzionalità e resa scenografica. Il progettista aveva inoltre posto particolare attenzione agli aspetti acustici adottando specifiche soluzioni per i paramenti murari, tuttora esistenti.
A Marcello Avenali (1912 - 1981), celebre artista romano particolarmente attivo nella prima metà del Novecento, sono affidate le decorazioni pittoriche del teatro. Attualmente si conserva il boccascena, la cui cornice presenta la decorazione pittorica originale recuperata nel corso del recente restauro.
Testimonianze pittoriche dello stesso artista si conservano inoltre su due mensoloni posti nel corridoio, con funzione di copertura di elementi tecnologici, con temi iconografici simili al boccascena. Mentre sono andati perduti le altre pitture su muro presenti nell’edificio e descritte nella rivista “Salsomaggiore Illustrata” del 1° settembre 1942: il grande affresco a soggetto mitologico dell’atrio d’ingresso e le decorazioni delle due taverne di cui una a soggetto bacchico.
Nel 1945 il teatro è pesantemente danneggiato durante un’incursione aerea, restaurato in tempi brevi nel 1946 riapre i battenti con la messa in scena di Rigoletto e de Il Barbiere di Siviglia. Qualche anno dopo, nel 1950, una Maria Callas ancora esordiente calca queste scene interpretandovi una straordinaria protagonista della Tosca, in una prima nazionale dell’opera di Puccini.
Negli anni Settanta vengono apportate modifiche alla facciata e all’atrio d’ingresso in quanto, in una porzione dell’atrio del teatro in corrispondenza di tre dei cinque ingressi originali, sono ricavate tre unità commerciali rivedendo tinte e finiture e coprendo anche i decori di Avenali.
L’esterno si contraddistingue per le linee squadrate tipiche dello stile razionalista, i prospetti sono rivestiti da paramenti in marmo e cotto con serie ordinate di finestre incorniciate. La facciata è connotata da un avancorpo rivestito in marmo che incornicia le cinque aperture originali (di cui attualmente solo due sono funzionali al teatro), sormontate da ampi finestroni, eleganti lampioni pensili d’epoca sono tuttora in loco.
Dopo un periodo di decadenza il teatro è acquistato dall’Amministrazione Comunale nel 2002, quattro anni dopo ottiene dal MIBAC il riconoscimento di luogo di interesse storico artistico in quanto esempio piuttosto integro di tipologia teatrale dell’epoca. Dopo importanti e necessari interventi di restauro, è stato riaperto ufficialmente il 1° gennaio 2009 con il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini.
(Lidia Bortolotti